Un’azienda su due in Valdarno appartiene al terziario, ovvero ai settori commercio, turismo, servizi e professioni che Confcommercio rappresenta. In termini assoluti, le aziende del terziario nel Valdarno fiorentino sono 2.459 su un totale di 4.763: in quello aretino sono invece 4.108 su un totale di 8.642 imprese registrate negli elenchi camerali.
Questo è quanto emerge dall’analisi che l’ufficio studi della Confcommercio ha condotto sui dati delle Camere di Commercio di Arezzo e Firenze relativi all’andamento degli ultimi cinque anni, dal 2014 al 2018*.
Per quanto riguarda nello specifico il Valdarno fiorentino, le aziende del terziario sono 2.459 su un totale di 4.763 aziende, quindi rappresentano quasi il 52%. La componente maggioritaria è quella delle imprese commerciali, che sono 1.061, in pratica quasi una su quattro. Il 50% delle imprese è concentrato nei territori di Figline e Incisa Valdarno. Segue Pontassieve con il 36%.
“In generale”, dice il direttore della Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “il numero di imprese nel Valdarno fiorentino è minore rispetto a quello del Valdarno aretino (di quasi la metà: 4.763 contro 8.642), ma va registrato che non segna perdite rispetto a cinque anni fa, anzi va avanti col segno più in tutti i comparti, dall’agricoltura a commercio, turismo e servizi. Perfino manifatturiero e costruzioni qui hanno avuto perdite molto piccole rispetto al 2014: si parla di otto unità per le costruzioni e 3 per la manifattura. Il risultato generale è un +179 unità dal 2014 ad oggi, mentre nel Valdarno aretino, dove pure il terziario resta la componente più dinamica dell’imprenditoria, si sono perse ben 172 aziende nel confronto tra 2014 e 2018”.
“Dal punto di vista turistico il Valdarno fiorentino è considerato più appetibile, un po’ meno da quello commerciale”, sottolinea Marinoni, “per dirlo in parole semplici: se qualcuno vuole aprire un negozio sceglie le vie principali di San Giovanni Valdarno o Montevarchi. Ma chi intende investire in aziende di servizio più innovative o nelle imprese legate al turismo, sceglie il Valdarno fiorentino, dove si percepisce un dinamismo maggiore, vuoi forse per la vicinanza con Firenze, vuoi per la maggiore capacità di attirare flussi turistici”.
“L’andamento registrato in Valdarno rispecchia quanto sta avvenendo a livello nazionale”, aggiunge il direttore di Confcommercio Toscana, “la terziarizzazione dell’economia è ormai consolidata ma va accompagnata da investimenti sempre più massicci nell’innovazione e nelle infrastrutture, anche per assecondare la crescita di nuove realtà imprenditoriali. Il Valdarno conta già alcuni fiori all’occhiello, ma con le giuste strategie si potrebbe spingere sulle nuove frontiere dell’information technology e diventare un polo di eccellenza per altre realtà imprenditoriali”.
“Le politiche economiche dei vari enti territoriali dovrebbero essere improntate in modo più attento al terziario, per governare meglio il suo sviluppo, sostenerne la crescita e, soprattutto, favorire anche l’incremento occupazionale che può derivarne. Alle Amministrazioni pubbliche”, dice Marinoni, “chiediamo quindi una più aperta e convinta concertazione delle politiche urbanistiche con la nostra categoria. Poi interventi di riqualificazione delle aree urbane a partire dai centri storici, per non parlare di una programmazione di ampio respiro per valorizzare il richiamo turistico anche con gli eventi. Al di là dei confini amministrativi, il Valdarno deve pensarsi come area unica e integrata, altrimenti si perdono gli stimoli alla ripresa economica”.
Fonte: Confcommercio Firenze
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