Ecco, sono arrivate. A seguito dell'esposizione di uno striscione di protesta la sera del primo agosto, 10 denunce sono state recapitate ad altrettanti compagni e compagne del teatro officina Refugio. A loro ed a tutte le persone che quella sera hanno tentato di esprimere il loro legittimo dissenso va la solidarietà di Rifondazione Comunista e di Sinistra Italiana.
Lentamente, ma inesorabilmente, prosegue la costruzione di una vera e propria macchina della repressione contro qualsiasi forma di dissenso. Ne abbiamo riprova non solo dai fatti di quella sera, quando un tale dispiegamento di forze in tenuta antisommossa difficilmente può essere giustificato dalla pericolosità del gesto, ma anche dalla continua schedatura dei partecipanti alla manifestazioni, dalla cura con la quale vengono vagliati i contenuti dei manifesti, dalla creazione ed abuso di strumenti come il DASPO urbano e dalla repressione di semplici manifestazioni verbali di critica e dissenso nei confronti del governo.
Non si tratta di meri controlli, ma di reprimere quel poco di dissenso e dignità che sale dalla società contro la degenerazione dei nostri diritti civili, politici e sociali. Oggi abbiamo partecipato al presidio e conferenza stampa indetto dalle compagne e dai compagni del Refugio per non far mancare il nostro sostegno a chiunque lotti per il proprio diritto di dissentire; specie quando i propugnatori di odio si uniscono all'indifferenza di quella maggioranza della popolazione che apparentemente non si sente al momento colpita direttamente, come nella famosa poesia attribuita a Bertolt Brecht.
C'è una persona alla quale però chiediamo di render conto della proprie affermazioni e che quella notte ha deciso di sposare in pieno la linea del nuovo Questore di Livorno, e quella persona è Filippo Nogarin. La magistratura farà il proprio dovere, che siamo convinti porterà ad una piena assoluzione delle persone interessate dai provvedimenti, ma l'attacco politico degli organi dello Stato c'è stato, mentre la difesa politica della città da parte del suo sindaco no, e questo è ancora più avvilente per una città chiamata Livorno, uno dei pochi posti dove non è necessario nascere per sentirsi a casa propria, o almeno così era un tempo.
Fonte: Rifondazione Comunista - Livorno Sinistra Italiana
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