In Palazzo Vecchio è iniziato il percorso di variante urbanistica per realizzare una funicolare tra piazza Pitti e il Forte di Belvedere, che attraverserebbe il giardino di Boboli. Il progetto è di una società che ha acquistato la caserma Vittorio Veneto per trasformarla in resort di lusso accollandosi interamente i costi di realizzazione: la prevista funicolare a cremagliera, si dice, sarà un vero mezzo pubblico, però a gestione privata. Non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che la commistione tra privato e pubblico a volte funziona bene, altre volte, come a Firenze, molto meno.
Negli ultimi anni si è affermata una vera teoria di mercificazione della città, senza un chiaro piano che inquadri gli interventi nello sviluppo complessivo di una città fragile come Firenze, il cui delicato tessuto economico e sociale rischia di uscirne stravolto. Il Comune, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, non ha sin qui mai previsto un progetto per aiutare, per esempio, le persone con difficoltà motorie a raggiungere il forte di Belvedere, evitando loro la faticosa arrampicata di Costa San Giorgio, ma per il turismo di lusso pare avere tutt’altra sollecitudine.
E’ quindi arrivato il momento di scoprire le carte. Vorremmo davvero capire meglio quale sarà l’equilibrio tra pubblico e privato per la gestione dell’impianto, nonché per la realizzazione dell’opera accessoria collegata alla funicolare, ovvero un ascensore che collegherà direttamente il resort al Forte. E vorremmo anche sapere perché si continua a considerare Firenze una città in vendita. Le questioni aperte cominciano a essere davvero tante e suggeriscono tutte la stessa risposta: la trasformazione dell’intera Firenze in un lunapark per turisti, sempre più gestito da capitali internazionali, la città di Botty & Celly.
Massimo Lensi - Associazione Progetto Firenze
Vincenzo Donvito - Presidente dell'Aduc
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