Oggi, su argomento presentato dal nostro gruppo, la prima commissione consiliare permanente del Comune ha affrontato per la prima volta la discussione sull'area di Porta a Lucca destinata ad edifici di culto, dove dovrebbe sorgere la moschea.
La nostra richiesta era nata dal fatto che la procedura autorizzativa del rilascio del permesso di costruire - iniziata nel 2016 e che dovrebbe già essere stata conclusa nel rispetto dei tempi previsti dalla legge - è ancora in corso senza che sia stato chiarito perché.
Nel frattempo l'Amministrazione ha avviato una variante che riguarda solo quell'area e che segue un iter tutto suo, parallelo e non comunicante, che non tiene in alcun modo in considerazione il procedimento edilizio avviato né tanto meno i pareri favorevoli - anche di tipo ambientale - già rilasciati in quella sede.
Non solo: la variante è completamente priva di valide motivazioni e valutazioni che supportino la scelta di modificare l'uso di un'area che è stata confermata dal Regolamento Urbanistico solo un anno fa, quando per legge le previsioni di trasformazione hanno durata di almeno 5 anni non c'è un appiglio valido a cui si agganci, non ci sono analisi a supporto delle affermazioni contenute nell'atto di avvio, vengono dichiarate connessioni con il progetto per lo stadio che non è ancora una previsione vigente.
Tant'è che nella riunione della commissione consiliare di stamani abbiamo sentito soltanto affermazioni generiche e confuse, che non hanno dato risposte esaustive alle nostre richieste esplicite di chiarimenti.
Un fatto nettissimo è invece emerso: Pisa momento non ha una commissione paesaggistica, che dovrebbe aver espresso un parere proprio nell'ambito della procedura relativa al permesso di costruire. L'inesistenza di questa commissione è gravissima, dal momento che è prescritta per legge e che il suo ruolo è fondamentale per garantire il pieno rispetto della pianificazione paesaggistica anche da parte dei soggetti privati. A tutela dell'interesse pubblico e della Costituzione.
Questa questione riguarda sia la realizzazione della moschea sia la realizzazione di altre opere, di impatto anche importante per la città.
Siamo rimasti sbalorditi davanti alle risposte dell'assessore Dringoli, che mescola visioni personali con quelle degli uffici tecnici e dichiara di interessarsi solo della variante, mentre è titolare anche dell'assessorato all'edilizia privata.
Se lui non è in grado di fornire spiegazioni su tutti i procedimenti in corso - urbanistici ed edilizi - che attengono all'attuazione di una previsione vigente destinata a servizi di interesse comune, quale è l'area interessata dalla moschea (per la quale dovrebbe essere imminente il rilascio del permesso di costruire), come si può garantire il rispetto delle leggi, dei diritti e degli standard urbanistici?
Crediamo che sia fondamentale riprendere un pieno controllo della situazione e capire fino in fondo i procedimenti in atto.
Per questo abbiamo chiesto due audizioni: degli uffici urbanistica ed edilizia privata e dell'associazione culturale islamica, richiedente il permesso di costruire.
Ci sembra il minimo da fare per garantire che il polverone alzato dalla Lega sulla questione cali per lasciare spazio al rispetto dei diritti, delle norme e non ultimo della Costituzione Italiana, che tutela la libertà religiosa e prescrive l'imparzialità delle Pubbliche Amministrazioni.
Diritti in comune
Una città in comune, Rifondazione Comunista, Possibile
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