La sentenza con cui il TAR della Toscana ha accolto il ricorso della M3 contro la decisione presa a suo tempo dal Comune di San Miniato di prevedere un termine di tre anni per la delocalizzazione dell'azienda è, in modo del tutto evidente, conseguenza dell'ambiguità (è difficile dire fino a quanto inconsapevole) con cui il Comune ha operato fin dall’inizio.
La richiesta della delocalizzazione era infatti motivata non con i fattori di rischio per l'ambiente, per la salute pubblica e per l'incolumità dei cittadini, che è l'unica motivazione che può rendere legittima l'imposizione di cessare un'attività già insediata sul territorio, (come dice lo stesso TAR nella sentenza) ma con ragioni di tipo urbanistico e col rinvio a un accordo di programma con la Regione Toscana per individuare una più idonea localizzazione dell'azienda.
“Il 7 agosto 2015 il Consiglio Comunale ha approvato la dislocazione dell’azienda in un luogo idoneo entro tre anni, periodo di tempo che scadrà il 30 settembre 2018”; questo dichiarava Vittorio Gabbanini, Sindaco di San Miniato, in un intervento pubblico riportato da Gonews il 4 Maggio 2016, e che fu ripreso da vari organi di informazione cartacei e online. Ora sappiamo che queste rassicurazioni, fornite allora ai cittadini erano prive di fondamento e si reggevano su un provvedimento che, per come è stato formulato e motivato, non poteva che essere respinto di fronte a un ricorso e produrre, come danno accessorio, la condanna del Comune al pagamento delle spese processuali.
Ovviamente questa sentenza rende le cose più difficili, ma non rende meno urgente la delocalizzazione di M3: come è emerso anche all'ultima riunione della Consulta di Ponte a Egola la situazione di rischio ambientale è grave, incompatibile con le normali condizioni di un centro a destinazione residenziale, tale da rendere inattuabili iniziative, che pure noi auspichiamo e appoggiamo, come la realizzazione di un polo aggregativo delle associazioni Ponteaegolesi, e va a sommarsi a un carico ambientale sulla frazione che è già molto pesante e rischia di essere ulteriormente aggravato da una decisione incomprensibile, come quella di concedere l'autorizzazione all'ampliamento di Tecnoambiente.
Ci sembra perciò ancora più urgente promuovere, come è emerso dalla riunione della consulta, una raccolta di firme, a cui il Comitato Cambiamenti è disponibile a fornire ogni sostegno e per la cui formulazione è necessario ridefinire, tutti insieme, la strategia per arrivare nei tempi più brevi possibili al dislocamento di M3.
E’ indispensabile, a questo punto, porre fine ad ogni ambiguità e se la Regione ha la possibilità di favorire, in un'altra parte del territorio, una prospettiva produttiva e occupazionale ad M3, lo faccia. Ma è il Sindaco, e solo il Sindaco, in quanto principale autorità sanitaria del Comune, ad avere una competenza che non può essere messa in discussione sulla tutela della salute dei cittadini. Usi questa competenza per disporre l'allontanamento di M3 dall'area attualmente occupata per ragioni di rischio ambientale.
Noi pensiamo che la raccolta di firme debba tenere insieme la questione dell'allontanamento di M3 e del blocco dell'ampliamento di Tecnoambiente, scegliendo giustamente di non separare due questioni che sono unificate dall'obiettivo della tutela della salute dei cittadini e della vivibilità di Ponte a Egola.
Non c'è dubbio che queste vicende devono portare anche a un ripensamento generale degli obiettivi e degli stessi strumenti di politica urbanistica. Dobbiamo ripensare il territorio in maniera globale cosi che si possa far dialogare in maniera sostenibile le attività industriali con i centri urbani, andare oltre alla rigidità di alcuni piani urbanistici dando risposta alla complessità attraverso un approccio più contemporaneo. Un ritorno al confronto con i cittadini e ad una partecipazione su temi fondamentali come quello della sicurezza e dello sviluppo sociale sarebbe auspicabile se non obbligatorio. Rigenerazione urbana e sviluppo sostenibile saranno punti fondamentali per il percorso intrapreso dal Comitato CambiaMenti.
Comitato Cittadino CambiaMenti
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