Il Comune di Firenze farà installare entro un anno altre 250 telecamere di sicurezza, portando così a 800 il totale dei dispositivi operanti in città. Niente d’illegale, per carità, siamo sicuri che la tutela della privacy come previsto dalle leggi in vigore sarà ampiamente rispettata. La legge 38/2009 denominata “Piano straordinario di controllo del territorio” consente ai Comuni di far uso si sistemi di videosorveglianza al fine di prevenzione dei reati e controllo del territorio.
Il punto però è un altro ed è di opportunità politica. Le elezioni si avvicinano e il copione ormai di moda è quello della sicurezza, tema una volta di competenza delle autorità di polizia. Oggi, all’opposto, si va sempre più perfezionando la figura del Sindaco sceriffo, eroe solitario a capo di una città a metà strada tra il vecchio e selvaggio West e la la Smart City iper-connessa del futuro prossimo venturo. Sarebbe bene, però, sollecitare una riflessione pubblica su queste nuove frontiere della sicurezza. Le telecamere, infatti, danno risposte prevalentemente nel campo della “percezione” della sicurezza su cui si basa, appunto, la tendenza elettorale, rispetto alla prevenzione, invece, a poco servono.
Ci chiediamo allora se i cinque bandi da 800mila euro l’uno che il Comune farà partire a breve per l’installazione dei dispositivi non potrebbero essere utilizzati in altra forma, ad esempio per rivitalizzare lo spazio pubblico e rafforzare i servizi anche nelle periferie. Sarebbe un buon modo per dare un segnale di discontinuità con la politica di allarmismo securitario ormai dominante.
Fonte: Progetto Firenze - Ufficio Stampa
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