Non leggere è un problema. E' un problema di cultura civile. "Se non si legge infatti – spiega la vice presidente della Toscana, Monica Barni – non si hanno gli strumenti per capire appieno il mondo che ci sta attorno". Non leggere chiaramente può diventare anche un problema economico e produttivo. Sono due facce della stessa medaglia, ben presenti ai frequentatori del Pisa Book Festival inaugurato oggi. Ed è lì che la vice presidente lo ripete e ne approfitta per lanciare il patto toscano sulla lettura, durante una tavola rotonda dedicata all'impegno per la diffusione della cultura del libro, in un raffronto tra Spagna e Italia, presenti il poeta e traduttore, nonché direttore dell'istituto Cervantes a Roma, Juan Carlos Reche e i rappresentati di biblioteche e reti molto attive, dalla San Giorgio di Pistoia alle Oblate a Firenze, dalla biblioteca degli Intronati di Siena alla scolastica "De Martis" di Pisa.
"Leggere - spiega Barni - è un valore sociale e civile da sostenere. L'obiettivo deve essere quello di ampliare il pubblico dei lettori, consolidando l'abitudine a leggere fin dalla nascita e avvicinando coloro che oggi non leggono". "Lo si fa – prosegue - con un'azione coordinata, di sistema e che continua nel tempo, coinvolgendo tutti i soggetti del mondo della lettura". Un qualcosa che ha necessità appunto di una sorta di patto.
La strada da battere sta già dentro il progetto "Leggere in Toscana", con cui la Regione ha deciso e provato a mettere insieme tutte le biblioteche toscane e le dodici reti documentarie a cui appartengono, le associazioni di editori Cna e Aie, le librerie indipendenti anche per ragazzi, il Centro per il libro e la lettura del Mibac, il centro regionale servizi per le biblioteche ragazzi in Toscana, l'ufficio scolastico toscano, gli assessorati all'istruzione e alla sanità delal Regione perché si legge a scuola e si legge (o si può leggere e si possono raggiungere potenziali lettori) all'ospedale o nelle sale di attesa degli ambulatori. Ha ancora stretto sinergie con l'associazione Nausika e LaAV, con le associazioni culturali e di volontariato in genere, con l'Unicoop perché anche dai supermercati e dai centri commerciali passano molti lettori (o momentaneamente non-lettori) da avvicinare.
II progetto "Leggere in Toscana" arriva da lontano. Si compone di partecipazione a festival letterari (a partire da quello di Torino) ed incontri sul territorio, del finanziamento a progetti sulla bibliodiversità, che è fatta anche di voci fuori dal coro da tutelare, di contributi all'attività delle reti documentarie, della valorizzazione anche dell'editoria indipendente o del sostegno alle biblioteche che vanno in cerca nelle piazze o nei centri commerciali di potenziali lettori.
"Le biblioteche per prime, negli anni, - ricorda Barni - si sono infatti attrezzate per uscire dalla propria sede ed andare incontro ai cittadini ed avvicinarli alla lettura". Lo hanno fatto negli ospedali e nei centri commerciali, in spiaggia, in carcere, per le vie delle frazioni con il bibliobus. Sono diventate anche ‘biblioteche virtuali' con ebook, edicole on line ed audiolibri scaricabili dalla rete e ‘biblioteche per tutti‘ con disponibilità di documenti in formati speciali per persone con disabilità e in lingue diverse.
"Quello che abbiamo fatto e continuiamo a fare – spiega ancora Barni – è un paniere di azioni diverse ma coordinate: coordinarsi è una parola chiave. E' un bouquet dove si cercano nuove alleanze e sinergie tra tutti gli attori del sistema".
Dentro ci sta così il finanziamento regionale al funzionamento ordinario dei dodici sistemi toscani di biblioteche, archivi e istituti culturali: per il 2018 sono stati assegnati 1 milione e 200 mila euro. Ci sono altri 563 mila euro, che sempre quest'anno la Regione ha impegnato per nove progetti sulla bibliodiversità.
La Regione ha anche organizzato in più territori – ad Arezzo, Carrara, Grosseto, Pistoia e Siena - incontri sulla promozione del libro e della lettura, coinvolgendo insieme biblioteche, editori e librai. Ha aiutato economicamente l'Elba Book Festival, al festival "Libro Aperto" di Firenze ha di recente presentato diciassette buone pratiche (per piccoli ma anche adulti) che vogliono essere di stimolo alla lettura, da esportare. La Regione è presente, appunto, anche il Pisa Book Festival, che ha sostenuto con un contributo. Nel 2018 è stato pure finanziato un percorso professionale rivolto all'accoglienza e all'accessibilità nei musei, negli archivi e nelle biblioteche, in particolare rivolte ai disabili come categoria a rischio di esclusione sociale.
Del patto regionale sulla lettura da siglare nei prossimi mesi si tornerà a parlare il 30 novembre 2018 al Caffè letterario della Murate di Firenze, dove la discussione proseguirà.
Fonte: Regione Toscana
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