Una lettera inviata al ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio per chiedere un incontro con la massima urgenza. Il presidente Enrico Rossi, dando immediato seguito a quanto annunciato in conferenza stampa, appena rientrato da Larderello, ha scritto questo pomeriggio al vicepremier. Ribadendo quanto già detto, gli ha chiesto la possibilità di rappresentargli al meglio, di persona, gli scenari che si aprirebbero se fosse confermato nella forma attuale, cioè senza la geotermia, il decreto ministeriale di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili trasmesso ieri dal suo Ministero alla Conferenza Unificata.
"Nello schema di decreto – scrive Rossi – è stata inaspettatamente (e contrariamente a qualsiasi precedente atto di programmazione) cancellata dai sistemi di incentivazione sulle rinnovabili la geotermia, una delle fonti rinnovabili storiche, punta di eccellenza tecnologica non solo toscana ma dell'Italia intera. Questa cancellazione operata dal decreto priverebbe sostanzialmente il sistema energetico italiano di una delle poche rinnovabili 'programmabili' ed efficienti al pari delle fonti tradizionali, dotata di impianti che già oggi aiutano la rete elettrica a soddisfare le richieste del sistema Italia, ma priverebbe soprattutto la Toscana di una parte consistente della sua economia".
"Quando parliamo di produzione geotermoelettrica italiana – precisa il presidente - , parliamo di quella toscana, con 34 centrali e una potenza installata di quasi 900 megaWatt. Un'industria diffusa di produzione di energia elettrica da una risorsa locale, rinnovabile, unica in Europa".
"Laddove quindi – Rossi spiega - il decreto fosse approvato in questa forma, confermando questa inspiegabile scelta, la situazione che si andrebbe a creare avrebbe delle ripercussioni negative enormi e difficilmente prevedibili. L'industria geotermica è infatti legata ad alti costi di investimento, tali che senza incentivi non potrebbero più essere supportati, col risultato di produrre nell'economia toscana legata al settore un inesorabile declino, con la perdita di oltre 3000 posti di lavoro tra diretti ed indiretti, nonché con un danno anche di carattere ambientale in quanto non vi sarebbero più investimenti per lo sviluppo ma solo una gestione ordinaria degli impianti fino al loro esaurimento".
"La Toscana ha saputo, in cento anni di storia (la prima centrale è del 1905), coniugare la crescita ed il consolidarsi dell'economia geotermica con la sostenibilità ambientale e sociale dei territori, garantendo sempre un equilibrio con le risorse naturali presenti". "Questa storia, questi territori, questi lavoratori, questa parte considerevole dell'economia Toscana – chuide Rossi - , sono oggi messi in seria discussione dalla bozza di decreto. Eliminare la geotermia dalle fonti rinnovabili che hanno diritto ad incentivi non rappresenta quindi una scelta tecnica di preferire alcune fonti ad altre, rappresenta invece la scelta di distruggere l'economia di interi territori, con conseguenze drammatiche che si ripercuoteranno in primis sui lavoratori e sulle loro famiglie".
Nardini(PD): "Il Governo ha attaccato la Val di Cecina cancellando la geotermia. Il territorio reagirà duramente e compatto"
“Il Governo ha sferrato un attacco deliberato alla Val di Cecina e stamani sono stata a Pomarance con il Presidente Rossi per reagire a questa aggressione. Dalla prima versione del Decreto sulle energie rinnovabili è infatti stata fisicamente depennata la geotermia in sede di Ministero dello Sviluppo Economico (leggi Di Maio). Per questo Governo - unico in tutto il mondo e contro le direttive UE e di Kyoto - la geotermia non è una fonte rinnovabile, per questo Governo questo territorio deve soffocare economicamente e spopolarsi. Il Governo punta sulla deindustrializzazione, mettendo in pericolo le prospettive di un territorio dove questo comparto coinvolge 17 Comuni e riguarda circa 3000 lavoratori. È inaccettabile. Tutte le istituzioni, i cittadini e i lavoratori del territorio alzino la voce, si facciano sentire: insieme dobbiamo far cambiare questo decreto scellerato al Governo dell'antiscienza. In questa parte della Toscana siamo riusciti a unire sviluppo economico, lavoro e tutela dell'ambiente e stiamo portando avanti progetti, come il recupero della CO2 prodotta, in una logica di economia circolare che dovrebbe essere un modello, non certo messa in discussione! Altro che Governo del cambiamento, questo è il Governo della decrescita e noi reagiremo, duramente, per difendere la Toscana e il futuro della Val di Cecina".
Fonte: Giunta Regionale
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