Nove statue bronzee che stanno alla base della fontana del Nettuno di piazza Signoria sono state rimosse per essere portate in un laboratorio di restauro. L’operazione, con tanto di imbracatura e gru di 30 metri, ha consentito di far letteralmente ‘volare’ i bronzi, dal peso di alcune tonnellate, fino alla completa rimozione e trasporto in un laboratorio di restauro alla periferia di Firenze.
La rimozione dei bronzi non è una novità nella lunga storia della monumentale fontana: solo per citare gli ultimi episodi, le statue furono rimosse durante la seconda guerra mondiale per precauzione contro i bombardamenti, e nel 1874, per lavori alle staffe di sostegno e ai tubi di adduzione idrica. Oggi la rimozione si rende necessaria per un restauro efficace sia all’esterno ma anche all’interno dei bronzi, particolarmente deteriorati da acqua e agenti atmosferici. Le statue, raffiguranti ninfe, fauni e satiri, saranno ‘curate’ in un laboratorio in via Livorno a cura di Ires e Nicola Salvioli Restuari, con un team di otto persone. Il lavoro ai bronzi fa parte del più ampio progetto del restauro alla fontana nel suo complesso, iniziato nel febbraio 2017 e dal costo di 1,5 milioni di euro arrivati dalla maison Salvatore Ferragamo tramite Art Bonus.
L’intervento si articola in varie fasi con la pulitura delle superfici marmoree e bronzee, eventuali consolidamenti e protezione finale; inoltre si prevede la sostituzione completa dell’impianto idraulico compresa la parte impiantistica elettrica ed elettronica col risultato che la fontana tornerà a zampillare con un sistema di giochi d’acqua. Negli scorsi mesi, durante la fase più impattante dei lavori che ha praticamente ‘coperto’ il Nettuno, è stato allestito un percorso di visite al cantiere per non privare della vista del ‘Biancone’ per un periodo di tempo così esteso. La fine del restauro è prevista per la prossima primavera.
Cenni storici
Nel 1559 Cosimo I de’ Medici bandì un concorso per creare la prima fontana pubblica di Firenze, al quale parteciparono i più importanti scultori fiorentini dell’epoca: venne scelto il Nettuno di Bartolomeo Ammannati perché giudicato più significativo nell’esaltare i gloriosi traguardi marinari raggiunti in quei decenni dal Granducato di Toscana. L’apparato scultoreo venne eseguito tra il 1560 e il 1565, e fu inaugurato in occasione delle nozze tra Francesco I de’ Medici e la granduchessa Giovanna d’Austria il 10 dicembre 1565. La figura di Nettuno, realizzata in marmo bianco di Carrara riprende i tratti di Cosimo I de’ Medici, si erge su un piedistallo decorato con le statue di Scilla e Cariddi al centro della vasca ottagonale che contiene i quattro cavalli del cocchio. Ai suoi piedi stanno tre tritoni intenti a suonare delle tibie che zampillano acqua. Agli angoli della vasca sono presenti i gruppi di divinità marine, ciascuna delle quali ha ai piedi un corteo di ninfe, satiri e fauni in bronzo realizzati da Giambologna. La scultura marmorea non riuscì da subito ad ottenere l’apprezzamento dei fiorentini che scherzosamente diedero al Nettuno il soprannome di “Biancone”.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio stampa
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