Sanità in libera professione, Marchetti e Mugnai (FI): "Errore limitare intramoenia"

«Subito nuove assunzioni di medici, tutela dei loro diritti di esercizio della professione, garanzia di libertà di scelta per i cittadini che non devono essere obbligati a ricorrere alle prestazioni in intramoenia o dal privato a causa di liste d’attesa incompatibili col diritto alla salute. Rossi ha inceppato questo meccanismo, e se continuerà sulla via annunciata della compressione ulteriore dei diritti dei professionisti della sanità, ecco che si aprirà la fase dei ‘camici in fuga’, e qui in Toscana non ci vorrà lavorare più nessuno»: questa la partita sul sistema salute regionale secondo Forza Italia che – per bocca del Capogruppo in Consiglio regionale Maurizio Marchetti e dell’onorevole Stefano Mugnai, membro della Commissione sanità e sociale a Montecitorio nonché coordinatore regionale degli azzurri in Toscana - torna a chiedere alla Regione non ulteriori limitazioni all’attività professionale dei sanitari bensì una massiccia iniezione di nuovi medici e specialisti negli ospedali e nelle aziende sanitarie della Toscana.

«Negli ultimi diciotto anni, dieci da assessore e otto da governatore – analizzano Mugnai e Marchetti – Rossi ha fatto tabula rasa di quanto di eccellente c’era nella sanità toscana. Quello che oggi resta sono le disfunzioni generate dalle sue politiche. Per anni l’attuale governatore e la maggioranza di sinistra che lo ha sostenuto e lo sostiene hanno speso in un apparato che avrebbe dovuto fungere da cordone di sicurezza politico per le stanze dei bottoni, impoverendo corsie ospedaliere, ambulatori, laboratori e ogni altro spazio prettamente sanitario e di assistenza e cura di medici e altri professionisti dell’universo sanitario. Questo perché si è perseguito l’obiettivo di ‘addomesticare politicamente’ il comparto salute della Toscana così da poterlo utilizzare quale volano di consenso. La persona-paziente? E’ rimasta lontanissima, in questa operazione».

«Così – proseguono – oggi la mission sanitaria del sistema si ritrova senza gambe, con organici talmente ridotti al lumicino da rendere difficoltosa la routine lavorativa. Ci manca solo che ai nuovi medici assunti venga richiesta l’esclusiva rispetto all’esercizio della libera professione, o che vengano calmierati i tariffari dell’intramoenia e poi non si troverà davvero più nessun medico e specialista disposto a lavorare in Toscana. Perché mai dovrebbero? Sono già lontani i tempi in cui i luminari facevano a gara per accedere alle nostre aziende. Oggi è in atto la fuga dei camici bianchi».

Insomma, per Forza Italia i medici in Toscana rischiano di diventare specie a rischio estinzione. Che fare? Invertire la rotta: «Bisogna spalancare le finestre del sistema salute toscano investendo risorse nel reclutamento di nuovi medici, nuovi specialisti che vadano a rimpolpare le piante organiche che languono. Questo non solo ricondurrà le condizioni di lavoro dei medici oggi attivi a situazioni di accettabilità, ma amplificherà l’erogazione dei servizi in regime ordinario, le agende si riapriranno, le liste d’attesa si ridurranno e il paziente, perché al centro del sistema è lui che deve esserci – sottolineano Mugnai e Marchetti – potrà tornare a scegliere se accedere a una prestazione in regime ordinario pagando un ticket o in regime di libera professione potendo scegliersi il medico e con ciò pagando di più. Ma si tornerà a ciò che oggi manca: la libertà di scelta per tutti, pazienti che già non la hanno più da un pezzo, e medici a cui si pensa di comprimerla di più».

Fonte: Gruppo consiliare Forza Italia - Ufficio Stampa

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