Rapina di Rolex all'automobilista in coda: arrestati in due a Firenze

La Polizia di Stato ha sorpreso all’opera due uomini campani arrestati in un albergo del capoluogo toscano. Oltre ad essersi registrati con false generalità i due utilizzavano uno scooter modificato - secondo l’esperienza degli investigatori - per rendere più agevole la loro fuga in caso di controllo delle forze dell’ordine.
Osservavano attentamente gli automobilisti incolonnati nel traffico pronti - secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - ad entrare in azione una volta individuato un Rolex al polso della loro preda. Con l’accusa di tentata rapina in concorso domenica scorsa la Polizia di Stato ha arrestato due uomini campani di 25 e 45 anni sorpresi all’opera nei pressi di un supermercato di via Masaccio.

Quel pomeriggio gli agenti della Sezione Contrasto alla Criminalità Diffusa della Squadra Mobile stavano battendo le strade cittadine a bordo delle loro “moto civetta” proprio per contrastare i cosiddetti reati predatori, quando la loro attenzione è stata attirata in via Spartaco Lavagnini proprio dalla coppia campana a bordo di un TMax. I poliziotti si sono insospettiti dal fatto che ogni qualvolta il traffico veicolare rallentava, il motoveicolo in questione si affiancava alle auto di grossa cilindrata osservando attentamente l’interno dell’abitacolo.

Gli investigatori si sono affidati al loro intuito e hanno cominciato a seguire a distanza i motociclisti sospetti. Quest’ultimi, arrivati intorno alle 19.00 in via Masaccio, si sono fermati dietro ad un’autovettura con a bordo tre ragazze; appena la conducente ha cominciato la manovra di parcheggio (girando dietro la testa), il passeggero del TMax è sceso dal mezzo e approfittando del finestrino semiaperto dell’autovettura ha infilato le braccia nell’abitacolo cercando letteralmente di strappare il Rolex dal polso sinistro della vittima. Ma la giovane e le sue amiche non sono rimaste a guardare: hanno reagito con tulle le loro forze cercando di liberare il braccio della malcapitata dalla presa del rapinatore (alla ragazza le verranno in seguito diagnosticate in ospedale lesioni guaribili con qualche giorno di prognosi).

All’uomo non è rimasto che desistere e risalire velocemente sullo scooter sul quale ad attenderlo c’era il complice a motore acceso. I due sono ripartiti a forte velocità e il passeggero ha avuto anche cura di coprire la targa del mezzo con uno zainetto che aveva a tracolla. La ragazza è stata subito soccorsa dall’equipaggio della pattuglia in borghese che aveva assistito alla scena, mentre altre due motociclette dei “Falchi” della polizia si sono messe subito sulle tracce dei malviventi che, pensando forse di averla fatta franca, hanno portato gli agenti direttamente alla loro “base”, ovvero un albergo in zona Stadio.

A questo punto alcune volanti della Questura, intervenute in ausilio ai loro colleghi in abiti civili, hanno circondato l’edificio mentre la Squadra Mobile ha fatto irruzione nella stanza dei rapinatori fermando i due protagonisti della vicenda mentre stavano facendo le valigie. Entrambi già noti alle forze dell’ordine, sono subito finiti in manette.

Nel corso dell’operazione è saltato fuori che entrambi si erano registrati presso la struttura ricettiva fornendo false generalità: il più giovane dei due, in particolare, aveva addirittura esibito una carta di identità con sopra la sua fotografia ma con dati completamente discordanti dalla realtà. Il documento è stato naturalmente sequestrato e il 25enne dovrà rispondere anche del reato di possesso di documenti falsi validi per l’espatrio. Agli agenti non è inoltre sfuggito un curioso particolare che riguarda il mezzo utilizzato dai rapinatori, anch’esso sequestrato.

Il motociclo, peraltro senza assicurazione, era stato infatti modificato in modo da impedirne lo spegnimento del motore con il classico pulsante Start/Stop o con l’inserimento del cavalletto.

Gli inquirenti ritengono che tali accorgimenti siano indicativi della professionalità degli arrestati nel mettere a segno colpi della stessa indole di quello tentato domenica. Secondo l’esperienza degli investigatori tali modifiche - consentendo di mantenere sempre il motore acceso - renderebbero di fatto più agevole la fuga dalle forze dell’ordine in caso di eventuali controlli.

Fonte: Questura di Firenze

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