Nelle crepe del ponte sulla Motta nasce un fico: il reportage tra le rive di Bassa e Marcignana

(foto da Facebook)

Per un ponte che viene messo in sicurezza a Isola, ce n'è un altro che versa in condizioni tutt'altro che rassicuranti. Parliamo del ponte sulla Motta, che collega la sp11 'Pisana per Fucecchio' tra le frazioni di Marcignana (Empoli) con Bassa (Cerreto Guidi). A destare l'interesse dell'opinione pubblica è il geometra Claudio Giunti che già con un sopralluogo fotografico ha evidenziato delle mancanze importanti dal punto di vista della manutenzione.

Dal punto di vista costruttivo, il ponte è lungo 96 metri circa, con 3 campate da 32 ciascuna. Le quattro travi in cemento armato precompresso per ogni campata reggono una soletta di collegamento in cemento armato e due spalle laterali.

Innanzitutto, il distaccamento di alcuni ferri dell'armatura a causa di un'imponente crepa sul pilone che poggia sulla riva empolese dell'Arno. Oltre la crepa, dall'altro lato del pilone, vicino all'idrometro c'è un altro segnale: due mattonelle, anch'esse schiantate, usate come 'fessurimetri'. Ciò significa le due piastrelle erano state messe per controllare il grado di apertura e profondità della crepa, non sappiamo quanto tempo fa. Dalla base del fiume poi si può notare un alberello di fico che cresce rigoglioso incurante di vivere in mezzo a un ponte. Sul piano di transito invece, il geometra fa notare come le caditoie siano otturate e piene di terra, tant'è che l'erba vi cresce in quantità. In più, c'è una fessura sul marciapiede della larghezza di alcuni centimetri, tanto da poter far passare due dita all'interno.

Il ponte per come lo conosciamo nasce negli anni '50, all'incirca nel periodo in cui l'ingegnere Riccardo Morandi concepiva e realizzava il vecchio ponte tra Empoli e Sovigliana, sostituito negli anni Duemila. Prima di quello, il vecchio ponte a 7 arcate nacque nel dicembre 1835 e venne distrutto dai bombardamenti tedeschi nel 1944. È aumentato il traffico pesante nel corso dei decenni e sia la struttura che le case nei pressi delle due frazioni unite continuano a subire le vibrazioni dei tir che transitano tra le zone industriali di Vinci, Cerreto, Empoli.

L'ultimo intervento recente su quel ponte è del 2014: un investimento di circa 37mila euro dell'Unione dei Comuni per riparare un buco sulla sede stradale, manutenzione che venne effettuata a dicembre. Da allora, non ci sarebbero stati interventi di nota. Il lettore e geometra chiede di vietare il transito perlomeno ai mezzi pesanti, sia per le vibrazioni che anche per "limitare il forte inquinamento ambientale".

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