Violenza sulle donne, parte la campagna 'Farsi belle non è una colpa'. Ecco come partecipare

Presentata oggi, 29 ottobre, a Empoli, presso la sede delle Pubbliche Assistenze, la campagna Scarpette rosse #farsibellenonèunacolpa, che partirà domani, 30 ottobre e che durerà un anno. Un progetto per coinvolgere i cittadini e gli utenti dei maggiori social network per prevenire e sensibilizzare sul fenomeno della violenza sulle donne.

Alla conferenza stampa di presentazione Marco Landi, presidente Area Empolese Valdelsa Cna; Eleonora Caponi, assessore alle Pari opportunità del Comune di Empoli; Eleonora Gallerini presidente delle Pubbliche Assistenze Riunite; il cantante Andrea Maestrelli; Maya Albano, responsabile Centro Lilith e Mario Scafetta, Referente Acconciatori Area Empolese Valdelsa Cna.

È nata così una campagna di sensibilizzazione contro la violenza alle donne e di raccolta fondi, patrocinata dalla Città Metropolitana di Firenze, in favore dei centri anti-violenza che, giorno dopo giorno, aiutano le vittime: “Scarpette rosse - #farsibellanonèunacolpa”.

'Scarpette rosse-#farsibellenonèunacolpa'. Come funziona la campagna

Per un anno, le estetiste, i parrucchieri e i tatuatori della Città Metropolitana di Firenze che aderiranno alla campagna distribuiranno materiale informativo sul problema e raccoglieranno offerte dai loro clienti, offriranno gadget a tema alla clientela (spillette), venderanno apposito merchandising (come T-shirt) e devolveranno parte dei loro incassi per consentire il day by day del centro anti-violenza Centro Lilith. Gli esercenti che hanno aderito nell'area metropolitana sono circa 150. Coloro che sono interessati possono aderire in qualunque momento collegandosi al sito www.farsibellanoneunacolpa.

CNA Firenze Metropolitana con il contributo di Enegan, Giusto Manetti Battiloro, Jean Paul Mynè, Prodigiodivono, Uvagina, Vinocchio, ha realizzato un apposto sito (www.farsibellanoneunacolpa), un’app in download gratuito su Google Play per Android e su Apple Store per IOS (farsi bella non è una colpa), una pagina Facebook e un profilo Instagram (farsi bella non è una colpa) in cui è possibile tenersi aggiornati su ogni step dell’iniziativa, trovare i saloni aderenti (tutti geolocalizzati) e l’Iban dei due centri antiviolenze per donazioni spontanee. L’app, inoltre, è in realtà aumentata: è possibile scattare fotografie e postarle immergendole in contesti legati alla lotta contro la violenza alle donne. Idem, sulla pagina Facebook è a disposizione un custom profile frame, la cornice legata alla campagna in cui inserire l’immagine del proprio profilo per “metterci la faccia”.

A sostenere la campagna, tramite video diffusi su tutti i mezzi, alcuni dei personaggi più noti di Firenze o vicini ad essa tra cui Katia Beni, Fabio Canino, Alessandro Canino, Andrea di Salvo, Massimiliano Galligani, Paolo Hendel, Andrea Muzzi, Alessandro Paci, Alessandro Riccio, Bruno Tommassini, Marco Vichi.

Nell'Empolese Valdelsa e in Valdarno sono circa 100 le donne che in un anno accedono ai servizi del centro Aiuto Donna anti-violenza Lilith, che sul territorio opera presso le sedi delle Pubbliche Assistenze  e delle associazioni.

Nella Città Metropolitana di Firenze dal 2006 al 2016 sono 27 le donne che hanno perso la vita in seguito a violenza. Ai centri antiviolenza del territorio metropolitano però, tra violenza fisica, psicologica, economica e sessuale, stalking, mobbing e molestie sessuali, se ne sono rivolte, dal 2009 al 2017, 6.140 e, solo tra il 2016 e il 2017, i centri ne hanno seguite 1.212: una donna dai 16 anni in su ogni 380.

Poi, ci sono i minori: vittime 'indirette'. 131 bambini e ragazzi vittime di violenza assistita segnalati agli organi giudiziari nel solo 2016 a Firenze, almeno 34 gli orfani in Toscana dal 2006 al 2016.

E non si pensi che i numeri del “Nono rapporto sulla violenza di genere in Toscana”, curato da centri Antiviolenza e Regione Toscana, siano collegati esclusivamente a culture diverse dalla nostra: i ¾ delle donne uccise dal 2006 al 2016 per motivi di genere in Toscana erano italiane e italiane anche le 7 donne su 10 che si sono rivolte e si rivolgono ai centri anti-violenza.

'Scarpette rosse-#farsibellenonèunacolpa'. Gli interventi

"Se l'è cercata, provocava le persone. Quante volte lo abbiamo sentito dire - chiede Mario Scafetta-? Non è giustificabile una violenza. Mai. Cercare la bellezza non è una colpa. Con questa iniziativa vogliamo incidere sul tessuto sociale. Uno dei parrucchieri che ha aderito mi ha confessato di aver dato tanto alle sue clienti, ma crede che sia venuto il momento di fare di più"-.
L'assessore alle pari opportunità del Comune di Empoli Caponi, ha sottolineato il ruolo dell'Amministrazione Comunale nel favorire le politiche sociali e iniziative di questo tipo. "Questa iniziativa entra nei luoghi dove le donne vanno per stare bene. In luoghi dove possono informarsi e aiutare, allargando così la rete del supporto - spiega l'assessore Caponi-. Nel centro se trovo materiale posso informarmi e aiutare una donna che ha bisogno. La collaborazione si crea con l'azione da parte dei professionisti e della clientela". L'assessore si è poi soffermata a raccontare alla platea di aver assistito, solo pochi giorni fa, a un litigio tra un ragazzo e una ragazza poco più che adolescenti.  La voce rotta dalla commozione, ha detto: "Sono rimasta colpita dall'oggetto della discussione. Un appuntamento negato reiteratamente. Il ragazzo ha continuato a negarsi nei giorni in cui era impegnato nelle sue attività, ma avrebbe preteso che la ragazza si liberasse nell'unico giorno in cui lei era impegnata. Lei, disperata, a un certo punto ha detto 'Io senza di te non sono nessuno', supplicandolo. Ho visto un rapporto malato. Fin dalla giovane età. C'è ancora tanto da fare e dobbiamo impegnarci per fare informazione e prevenzione".

La Cna partecipa all'iniziativa, che è una rete importante per fare informazione. "La violenza non è normale - afferma Marco Landi di Cna-. Crisi sociale e di famiglia non vanno riversate sui singoli. la nostra è una associazione fatta da lavoratrici e imprenditrici ed è per questo che in collaborazione con le istituzioni, lanciamo la campagna".

"La bellezza e la libertà della donna vanno protette e salvate. Possiamo fare ancora tanto" ha confermato Andrea Maestrelli.

Il Centro Lilith è presente sul territorio con 3 case rifugio e 2 piccole case accoglienza. Ognuna delle case rifugio può dare ospitalità a 3 nuclei familiari, formati dalle donne maltrattate con i loro figli. "Ad oggi sono tutte piene- spiega Eleonora Gallerini-. Per questo noi collaboriamo attivamente con altre realtà extra territoriali come la Federazione Ginestra, Ippogrifo. Cif e le Sabine. Dopo la denuncia da parte della donna noi forniamo supporto psicologico, legale e nei casi in cui ce ne sia bisogno, diamo una casa. E poi diamo supporto al lavoro, affinché le donne possano lasciare le case rifugio e ricostruirsi una vita, ma le accompagniamo sempre, con progetti e campagne". ma la cosa fondamentale è fare prevenzione e sensibilizzazione che poi spingono a denunciare.

 

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