Ecco qui di seguito, l’intervento sul caso Moschea del consigliere comunale della Lega Manuel Laurora.
“Il PD governava Pisa ininterrottamente da anni e anni e si credeva invincibile. Il sindaco lo chiamavano Syre ed era spesso rinchiuso nel Palazzo. Il suo partito proponeva ai sudditi cittadini i suoi progetti più bizzarri (come ad esempio il People mover), costruito ovviamente con le tasse dei lavoratori. Non solo, per anni si prodigarono anche con il progetto della moschea. La loro fissa era diventata la costruzione della seconda grande moschea (a Porta a Lucca, all'ingresso della città, a due passi dalle Mura e da piazza dei Miracoli), con tanto di cupola, minareto e annessa 'scuola coranica' (forse per l'integrazione?), proprio mentre i quartieri, le case popolari, e soprattutto il centro storico e la zona stazione (che dovrebbe essere il biglietto da visita per chi, da turista, viene a visitare una delle città più conosciute al mondo), venivano lasciati a se stessi e al degrado più assoluto. Non solo, quando alcuni cittadini stufi si unirono in comitato per il referendum, loro storsero il naso e la bocca, li sottovalutarono e vennero trattati come fossero dei piccoli ininfluenti rompipalle. E così negarono la partecipazione. I cittadini però non si arresero al Palazzo e fecero ricorso in Tribunale, che venne accolto. Nella sentenza venne stabilito che l'iter referendario era legittimo e poteva andare avanti. E da qui iniziò la loro rovinosa caduta elettorale. Eh già, perché non avevano assolutamente in mano il polso della situazione, e soprattutto non si rendevano conto cosa davvero accadeva sul territorio. E poi, insomma, come sempre succede, prima o poi i cittadini votano (ah già, queste cosa vergognosa che i cittadini possono ancora dire la loro!). E così dal Tribunale arriva la condanna al pagamento delle spese processuali. Alle elezioni comunali il "referendum" negato sulla questione seconda moschea diviene uno dei principali temi della campagna elettorale, se non il primo. I partiti, incalzati anche dai mass media, si esprimono sul si o no a tale progetto. Alla fine la Lega (e tutto il centrodestra), vincono con i manifesti e con il programma 'no moschea'. Tutto ciò viene certificato dalla maggioranza degli elettori il 10 e 24 giugno e la maggioranza dei cittadini elettori boccia il PD e la sua arroganza. Il Syre e il suo PD a quel punto sono costretti ad abbandonare il Palazzo e le poltrone, lasciano le stanze, e i nuovi amministratori (che non si sentono dei re e che sono stati eletti per fermare certe scelte non condivise dal popolo), cercano di rispettare pienamente il programma e soprattutto la volontà della maggioranza dei pisani. Andiamo avanti, insieme alla nostra città”.
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