Al Teatro della Pergola, da martedì 30 ottobre a domenica 4 novembre, Roberto Andò dirige per la prima volta in Italia Bella Figura di Yasmina Reza, con Anna Foglietta, Paolo Calabresi, Lucia Mascino, David Sebasti e con Simona Marchini. Una “tragedia divertente”, secondo la definizione che ne ha dato il regista inglese Matthew Warchus.
“Non so se le commedie di Yasmina Reza siano leggere – riflette Roberto Andò – perché in lei rimane sempre qualcosa di difficile da definire: il suo è umorismo nero, tutto si gioca sul lato del cinismo in cui l’essere umano sicuramente parte svantaggiato nei meccanismi della vita e deve quindi muoversi.”
Un disguido tra due amanti in una macchina parcheggiata davanti a un ristorante: Boris confessa ad Andrea che il ristorante in cui intende portarla gli è stato consigliato dalla moglie. Bella Figura esplora la notte che segue a quell’errore fatale l’errore, i legami segreti con una seconda coppia, Eric e Françoise, le reazioni improvvise, i comportamenti irrazionali che si creano senza che ce ne rendiamo conto.
Non si tratta di inventare grandi storie, ma di estrarre dal tempo presente tutto ciò che contiene uno spazio drammatico. “Nelle mie opere – afferma Yasmina Reza – non racconto mai vere e proprie storie, a meno che non si consideri l’incerta e ondeggiante trama della vita, di per se stessa, una storia”.
Una produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo.
Come i lavori precedenti della poliedrica Yasmina Reza (attrice, scrittrice, sceneggiatrice e drammaturga), anche in Bella figura, diretto per la prima volta in Italia da Roberto Andò, al Teatro della Pergola da martedì 30 ottobre a domenica 4 novembre, le contraddizioni e le nevrosi dei personaggi, interpretati da Anna Foglietta, Paolo Calabresi, Lucia Mascino, David Sebasti e Simona Marchini, sono spinte all’eccesso, e si ribaltano a volte nel loro contrario, creando effetti capaci di provocare al contempo un disagio sottile e risate clamorose. La traduzione è di Monica Capuani, la scena e le luci sono di Gianni Carluccio, i costumi di Gemma Mascagni. Una produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo.
“Yasmina Reza afferma che il suo lavoro – racconta Roberto Andò ad Angela Consagra sul foglio di sala dello spettacolo – è quello di estrarre una trama dai suoi testi, un racconto che sostanzialmente sia un accostamento fortuito di momenti diversi generatori del sentimento della vita. In questo senso, una delle prerogative di Yasmina Reza si identifica con la creazione di pièce dove ci si trova davanti a situazioni estreme – penso sia a questo spettacolo che all’altro di questa autrice, Le Dieu du Carnage, messo in scena da me precedentemente – e in un luogo in cui si alternano il sarcasmo e il dramma, come anche la commedia per certi versi. Per un momento il percorso ordinato della vita deraglia; questo è un aspetto sempre presente nelle sue opere: c’è un momento in cui tutto salta, anche se ci si trova in un interno borghese come, per esempio, in un salotto o in questo caso un ristorante che diventa un luogo di ricapitolazione dei vari aspetti delle relazioni tra le persone lì radunate.”
Un uomo e una donna sono nel parcheggio di un ristorante fuori città. Lei, Andrea (Anna Foglietta), madre single e impiegata in una farmacia, è ancora in macchina. Il suo amante, Boris (David Sebasti), un piccolo imprenditore di verande, sta cercando di convincerla ad uscire, malgrado il passo falso che ha appena commesso: farsi scappare che quel ristorante gli è stato consigliato da sua moglie. Poco dopo, una seconda coppia entra in scena: Eric (Paolo Calabresi) e Françoise (Lucia Mascino), insieme a Yvonne (Simona Marchini), la madre di Eric. In breve emerge che sono legati alla prima coppia da un segreto imbarazzante. La pièce si svolge quasi interamente all’aperto, mentre il giorno volge al termine.
“Credo che Yasmina Reza – continua Andò – indiscutibilmente abbia la caratteristica di riuscire a stabilire un rapporto con il pubblico che non sia inerte: gli spettatori ridono o sono a disagio, seguendo quindi una vicenda senza noia, e da questo punto di vista è un’autrice, tra le poche di oggi, capace di scrivere dei testi. Inoltre, Yasmina Reza è stata anche attrice e questo si riflette nella sua opera: lei sa scrivere per gli attori, crea dei dialoghi che abbiano un senso in scena per gli attori che li pronunciano.”
Reza padroneggia in modo impareggiabile l’oscillare di tono della sua scrittura, e in particolare la sua cifra più originale, l’humor paradossale, quello che l’ha fatto amare da registi e scrittori come Milan Kundera e Roman Polanski. Bella Figura è stato scritto per il regista Thomas Osthermeier e la compagnia del teatro Schaubühne di Berlino, e ha riscosso, sia in Germania, sia in Francia, dove l’ha messo in scena la stessa Reza per l’interpretazione di Emmanuelle Devos, un grande successo di pubblico e di critica.
“Un punto fondamentale è l’orchestrazione delle voci e dei tempi, delle sospensioni come li chiama lei stessa – conclude Roberto Andò – soprattutto, in Bella figura il testo è scritto come se si trattasse di cinema: lo spettatore assiste a una dualità di luoghi che si intrecciano: all’inizio la vicenda si svolge in un parcheggio, poi ci si sposta su una specie di terrazza dove viene preso un aperitivo, di nuovo l’azione cambia e siamo in un bagno e alla fine si ritorna di nuovo al tavolo di un ristorante, in un’altra scena ancora nel parcheggio… Di solito ciò in teatro non avviene, mentre in questo spettacolo la dualità di ambientazione è diventata per me e lo scenografo Gianni Carluccio una possibilità per costruire delle azioni in contemporanea: si vede l’azione di un personaggio e nello stesso tempo altri personaggi si muovono in un altro luogo, creando una compresenza di avvenimenti.”
Un gioco di tensione, crudele e tenero, con una lucidità che non ammette soluzioni. Il disagio che vivono i personaggi è reale e tangibile. Ognuno di loro ha qualcosa di non risolto come succede nella vita di tutti.
Intervista a ROBERTO ANDÒ
di Angela Consagra
Yasmina Reza – l’autrice di Bella figura – dice che in genere non racconta storie, piuttosto si concentra sul racconto della vita. È questo l’aspetto forse che più l’ha convinta a mettere in scena questo spettacolo?
“Yasmina Reza afferma che il suo lavoro è quello di estrarre una trama dai suoi testi, un racconto che sostanzialmente sia un accostamento fortuito di momenti diversi generatori del sentimento della vita. In questo senso, una delle prerogative di Yasmina Reza si identifica con la creazione di pièce dove ci si trova davanti a situazioni estreme – penso sia a questo spettacolo che all’altro di questa autrice, Le Dieu du Carnage, messo in scena da me precedentemente – e in un luogo in cui si alternano il sarcasmo e il dramma, come anche la commedia per certi versi. Per un momento il percorso ordinato della vita deraglia; questo è un aspetto sempre presente nelle sue opere: c’è un momento in cui tutto salta, anche se ci si trova in un interno borghese come, per esempio, in un salotto o in questo caso un ristorante che diventa un luogo di ricapitolazione dei vari aspetti delle relazioni tra le persone lì radunate.”
È questo allontanarsi dall’ordinario che più l’attrae in questa autrice?
“È molto difficile per me dire perché mi piaccia il lavoro di Yasmina Reza: il suo è un tipo di teatro molto diverso da quello che ho amato e che ho sempre fatto. Io provengo da una generazione che ha contrastato il teatro tradizionale: i miei miti sono stati autori come Kantor o Bob Wilson, poi ad un certo punto mi sono imbattuto nel teatro di parola e ho cominciato ad amarlo. Credo che Yasmina Reza indiscutibilmente abbia la caratteristica di riuscire a stabilire un rapporto con il pubblico che non sia inerte: gli spettatori ridono o sono a disagio, seguendo quindi una vicenda senza noia, e da questo punto di vista è un’autrice, tra le poche di oggi, capace di scrivere dei testi. Inoltre, Yasmina Reza è stata anche attrice e questo si riflette nella sua opera: lei sa scrivere per gli attori, crea dei dialoghi che abbiano un senso in scena per gli attori che li pronunciano.”
Qual è l’idea originaria per la costruzione della sua regia?
“Un punto fondamentale è l’orchestrazione di queste voci e dei tempi, delle sospensioni come li chiama lei stessa; soprattutto, in Bella figura il testo è scritto come se si trattasse di cinema: lo spettatore assiste ad una dualità di luoghi che si intrecciano: all’inizio la vicenda si svolge in un parcheggio, poi ci si sposta su una specie di terrazza dove viene preso un aperitivo, di nuovo l’azione cambia e siamo in un bagno e alla fine si ritorna di nuovo al tavolo di un ristorante, in un’altra scena ancora nel parcheggio… Di solito ciò in teatro non avviene, mentre in questo spettacolo la dualità di ambientazione è diventata per me e lo scenografo una possibilità per costruire delle azioni in contemporanea: si vede l’azione di un personaggio e nello stesso tempo altri personaggi si muovono in un altro luogo, creando una compresenza di avvenimenti.”
È affascinante questa unione tra teatro e cinema: gli attori di questo spettacolo, infatti, sono attori di teatro identificabili anche molto con il mondo cinematografico…
“Sì, gli attori condividono teatro e cinema: fanno film e hanno un’educazione teatrale. Mi pare che ormai sia naturale questa frequentazione con il teatro da parte della gente del cinema ed è un fatto importante, qualcosa che serve agli attori ma anche al pubblico. Non ci possono essere barriere in questo mestiere, anzi, è la creatività che deve necessariamente esprimersi a trecentosessanta gradi.”
Yasmina Reza ha definito Bella figura come “una tragedia divertente”…
“Anche a me piace scoprire il lato comico e grottesco delle situazioni, per mescolarlo all’andamento drammatico dell’esistenza. E questo si ritrova nel mio lavoro, anche in opere completamente diverse tra loro, da film come Viva la libertà al recentissimo Una storia senza nome: il lato comico è sempre presente, anche se a volte si nasconde basta fissare lo sguardo per metterlo in evidenza. L’aspetto divertente delle cose rende più interessante la vita, secondo me, e in un certo senso ha molto a che fare con il sentimento della leggerezza. Detto questo, per quanto riguarda in particolare Yasmina Reza non so se le sue commedie siano leggere, perché in lei rimane sempre qualcosa di difficile da definire: il suo è umorismo nero, tutto si gioca sul lato del cinismo in cui l’essere umano sicuramente parte svantaggiato nei meccanismi della vita e deve quindi muoversi.”
Tournée
Empoli (FI) – Teatro Excelsior 5 novembre 2018
Salerno – Teatro Verdi dall’8 all’11 novembre 2018
Ancona – Teatro delle Muse dal 15 al 18 novembre 2018
Teramo – Teatro Comunale 20 e 21 novembre 2018
Pistoia – Teatro Manzoni dal 23 al 25 novembre 2018
Pontedera (PI) – Teatro Era 30 novembre 2018
Orvieto – Teatro Mancinelli 1 e 2 dicembre 2018
Fasano (BR) – Teatro Kennedy 12 dicembre 2018
San Severo (FG) – Teatro Verdi 13 dicembre 2018
Barletta – Teatro Curci dal 14 al 16 dicembre 2018
Roma – Teatro Ambra Jovinelli dal 9 al 27 gennaio 2019
Biglietti
Intero
Platea 34€ - Palco 26€ - Galleria 18€
Ridotto OVER 60
Platea 30€ - Palco 22€ - Galleria 16€
Ridotto UNDER 26
Platea 22€ - Palco 17€ - Galleria 13€
Ridotto Soci Unicoop Firenze
Platea 26€ - Palco 19€ - Galleria 14€
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 30, Firenze
055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Dal lunedì al venerdì: 9:30 / 18:30 – sabato 9:30 / 13:30 – domenica chiuso
Circuito Boxoffice Toscana e online qui
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