Erano le 21.30 di ieri sera quando il motopeschereccio “Mistral II”, sorpreso dal repentino peggioramento delle condizioni meteo-marine, lanciava via radio richiesta di soccorso. L’unità, appartenente alla marineria di Chiavari e con tre persone a bordo, riferiva di trovarsi a 10 miglia a nord ovest dall’isola di Gorgona e che a causa del forte vento e del mare grosso non riusciva a governare e a dirigere verso terra.
Prontamente la sala operativa della Guardia Costiera livornese disponeva l’uscita della motovedetta CP 867 e dirottava in zona la motocisterna “Etrusco” - in transito in quel tratto di mare - per prestare la prima assistenza. La Etrusco raggiungeva il Mistral II fornendogli ridosso e proteggendolo dai marosi in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Giunta in zona, la motovedetta CP 867 iniziava l’assistenza all’unità da pesca verso il porto di Livorno, coadiuvata dalla motocisterna che continuava a fare scudo col proprio scafo a protezione dell’unità in difficoltà.
Alle ore 02.20 il motopeschereccio ormeggiava in sicurezza nel porto di Livorno.
Dopo essersi assicurati delle buone condizioni di salute degli occupanti - due italiani ed un tunisino-, i militari della Capitaneria di porto accertavano l’irregolare presenza a bordo di uno dei due italiani che, in stato di maggiore agitazione, non solo non risultava essere un membro dell’equipaggio e un pescatore professionale, ma addirittura non era neppure un marittimo iscritto nei Registri della gente di mare. “Faccio il meccanico”, racconterà poi.
Ma non è tutto. Le successive attività di controllo facevano scoprire che le precedenti battute di pesca effettuate non erano state registrate nel registro elettronico di bordo. Violazione per la quale, oltre ad una sanzione da 2000 euro e l’attribuzione di punti alla licenza di pesca e al Comandante, è previsto il sequestro del pescato. A bordo due quintali e mezzo di pesce spada, cernie, totani e spatole che, previa certificazione di commestibilità da parte dell’A.S.L., sono state donate in beneficenza alla Caritas di Livorno.
Fonte: Guardia Costiera Livorno
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