Finalmente il 15 ottobre sono usciti, allegati a una delibera regionale, i dati ufficiali certificati sulle raccolte differenziate in tutta la Regione Toscana per l’anno 2017.
E’ di oggi il comunicato ufficiale in cui l’assessore Fratoni festeggia il piccolo aumento del dato percentuale a livello regionale che si attesta al 53,9%, nonostante sia un risultato ben lontano dall’obiettivo minimo di legge del 65% stabilito già a partire dal 2012.
Guardando nel dettaglio i dati sulle raccolte differenziate nei vari Comuni toscani, salta agli occhi l'abisso che si è creato tra i due vicini capoluoghi nell'ATO Toscana Centro: Prato e Firenze.
Firenze, con la sua politica di gestione rifiuti fatta di raccolta a cassonetti multiformi (tradizionali, interrati, a controllo volumetrico, con o senza chiavette), rimane inchiodata ad un misero 50,8%, rispetto al 50,3% del 2016, e con unaproduzione procapite di rifiuti urbani anch'essa ferma intorno ai 620 kg.
Prato invece, grazie all'estensione della raccolta porta a porta (pap) su tutto il territorio comunale schizza dal 54% del 2016 al 71% del 2017 e la produzione procapite di rifiuti urbani cala da 704 kg a 585 kg.
Mentre rimangono al palo altri Comuni dell’area fiorentina, ad esempio Campi Bisenzio (46%) in attesa della svolta con il pap nel 2019. Torna invece in vetta alla classifica dei Comuni virtuosi Capannori con il suo 88% di Raccolta Differenziata. Capannori è stato il primo Comune toscano che ha introdotto in Regione il porta a porta e la tariffazione puntuale (ossia si paga in base a quanto rifiuto si produce).
Ribadiamo l’urgenza di un piano regionale di gestione dei rifiuti coraggioso, che punti tutto sulle buone pratiche di riduzione, raccolta e riciclo rifiuti, con meccanismi di premialità e sanzioni, e che, grazie ad un rapido raggiungimento di tali obiettivi, abbandoni gli impianti di smaltimento (inceneritori e discariche).
Mamme No Inceneritore
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