Consegnati ufficialmente nella scorsa settimana, sono partiti da qualche giorno i lavori per il recupero della ex casa del fascio di Santa Maria. La ditta, che si è aggiudicata l’intervento di restauro di tutto l’edificio principale, la Oplonde di campi Bisenzio, ha già iniziato concretamente a approntare il cantiere per l’esecuzione dei lavori. Questi dovranno essere ultimati entro 240 giorni, il progetto ha un costo complessivo di 250.000 euro, ulteriori rispetto ad altri 100.000 euro spesi dal Comune per il consolidamento strutturale, visto che l’edificio era in condizioni precarie.
«Dal degrado a nuova vita. Finalmente la ex casa del fascio di Santa Maria non sarà più un rudere abbandonato – ha detto il sindaco Brenda Barnini – ma uno spazio culturale e di aggregazione per tutto il quartiere e per tutta la città. Quante volte passando di lì davanti, anche prima di diventare sindaco, mi sono chiesta quando e come quello spazio così importante per la storia di Santa Maria avrebbe potuto tornare a vivere. Oggi quel giorno è davvero vicino e voglio ringraziare tutti i cittadini di Santa Maria per avere, in questi lunghi anni tenuta alta l'attenzione sulla necessità di intervento, arrivando fino a raccogliere centinaia di firme. Dare risposta concretamente a quel desiderio di rinascita è una grande soddisfazione e apre nuove opportunità di servizi e attività culturali da pensare insieme alle realtà associative presenti, a partire dalla Casa del Popolo».
L’edificio, che si trova su Via Livornese, a fianco della Casa del Popolo, immerso nel quartiere residenziale è un manufatto storico che diventerà un centro culturale per tutta la comunità. Una richiesta arrivata da tutta la cittadinanza della frazione. E dopo essere intervenuta per evitare il crollo, con un primo investimento, l’amministrazione comunale sta portando avanti il progetto di rinascita di questo spazio. Anche per la Casa del Fascio c’è stato bisogno di un lungo iter autorizzativo della Soprintendenza: dopo aver bloccato il degrado che andava avanti da decenni, il fabbricato è pronto per un definitivo recupero. Il progetto, redatto dall’ufficio tecnico del Comune, prevede la destinazione di locali ad attività culturali.
Il fabbricato principale oggetto di intervento è ad un solo piano ed ha una superficie coperta di circa 190 mq. Il fronte posteriore si affaccia su di un resede sul quale insistono alcuni annessi della superficie di circa 70 mq.
L’intenzione dell’amministrazione comunale è quella di procedere ad un restauro complessivo finalizzato alla realizzazione di un centro culturale utile alle attività di quartiere. A tal fine il progetto di restauro prevede il rispetto dell’organismo architettonico esistente. Dall’ingresso su via Livornese si accede ad un ingresso che distribuisce i due saloni, i quali saranno destinati a servizio di attività legate alla lettura e prestito del libro, per la realizzazione di progetti concepiti in accordo ed a supporto dei servizi bibliotecari comunali. Nella zona centrale trovano posto i servizi igienici per gli utenti e il servizio igienico per persone con ridotta capacità motoria. È previsto inoltre il recupero dei piccoli immobili annessi al cortile interno per valorizzare il teatrino e gli ambienti ad esso legati. Questo intervento, teatrino e corte retrostante, sarà effettuato in un terzo stralcio, in fase di progettazione.
Nel 1° stralcio sono già state realizzate opere di consolidamento dell’edificio principale: murature e solaio di copertura in parte collassato negli anni a causa delle infiltrazioni di acque meteoriche. Rinforzata anche la struttura portante lignea con una nuova, opportunamente isolata. Le fondazioni sono state consolidate per migliorarne il comportamento in caso di sisma. L’ intervento attuale prevede il rifacimento dell’edificio principale, il rifacimento di tutta la parte impiantistica, soffitti, controsoffitti, intonaci, pavimenti e rivestimenti.
L’edificio fu inaugurato nel 1932, in pieno ventennio fascista. Al termine della Seconda Guerra Mondiale furono tolti gli emblemi del regime e il fabbricato cominciò ad essere utilizzato come Casa del Popolo, finché negli anni Cinquanta si cominciò a costruire quella nuova nelle immediate adiacenze. In quegli anni furono costruiti anche alcuni annessi esterni. Successivamente l’edificio, che era di proprietà del Demanio, è stato abbandonato a se stesso e nel 2002 è divenuto proprietà del Comune.
Fonte: Comune di Empoli - Ufficio stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Empoli
<< Indietro