Il confronto pubblico tra il Comitato del No e quello del Si alla fusione dei Comuni di Rapolano Terme e Asciano ha smascherato e fatto venire a galla tutta la pochezza della proposta di fusione. E’ questo il risultato raggiunto dal Comitato per il No dopo il dibattito tenutosi ad Arbia la sera del 9 ottobre. “Il progetto si è rivelato in tutta la sua pochezza: dopo la lettura della scarna proposta di legge, da parte dei promotori della fusione c’è stato il vuoto assoluto - commenta Doriano Mazzini, presidente del Comitato per il No -: nessuna idea, nessuna proposta concreta e realizzabile per il futuro dei territori. Solo vane promesse su contributi e risorse incerte per niente in grado di dare prospettive sostenibili alle comunità”.
La tesi dei contributi, cavalcata da tempo dai promotori della fusione, è stata facilmente smentita da parte dei rappresentanti del No che hanno citato la risposta del sottosegretario al Ministero degli Interni Carlo Sibilia all’interrogazione parlamentare del deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami che chiedeva delucidazioni in merito alla drastica riduzione dei contributi ricevuti dai Comuni dell’Alto Reno (Bologna). “Stante la situazione politica nazionale e locale - conclude Mazzini - è un’eresia promettere facili entrate per le casse dei Comuni. La legge è chiara e non fornisce garanzie sui contributi. I sostenitori della fusione stanno colpevolmente e deliberatamente mentendo ai cittadini”.
Oltre al presidente Mazzini, presente al tavolo dei relatori per il Comitato del No Alessandro Starnini che ha rivendicato i risultati raggiunti da quando i cittadini di Rapolano e Serre si sono mobilitati in massa per opporsi al progetto di fusione. “Il 21 settembre scorso - sottolinea Starnini - i consiglieri regionali Leonardo Marras, Simone Bezzini e Giacomo Bugliani hanno firmato un emendamento che prevede che ogni proposta di legge di iniziativa popolare debba prima passare da un largo e partecipato coinvolgimento della popolazione. E’ stato questo Comitato a far notare ai nostri rappresentati in Regione come questo coinvolgimento, nel caso di Rapolano e Asciano, non ci sia minimamente stato. E’ anche per questo - conclude Starnini - che la popolazione dei nostri territori ha capito la forzatura politica di quest’operazione di fusione, decidendo da subito di sostenere con forza le ragioni del No. Un contributo importante quello dei nostri concittadini che non mancherà soprattutto in vista del referendum dell’11 e 12 novembre”.
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