Al Festival della Robotica l''incontro' tra Bocelli e Puccini

“Se incontrassi il maestro Giacomo Puccini saprei già quale domanda rivolgergli. Oppure resterei senza parole, forse, superata l’emozione, gli chiederei di scrivere un’opera pensata per la mia voce. O magari un’opera robotica”. La tecnologia rende possibile un incontro impossibile, che fonde ricerca e arte, musica e guarda alle tecnologie che stanno rivoluzionando perfino la comunicazione e lo spettacolo: Andrea Bocelli ha potuto conoscere per la prima volta Giacomo Puccini, o meglio il suo “avatar”, un Giacomo Puccini che ha preso forma virtuale grazie agli ologrammi, alla voce e ai gesti dell’attore Renato Raimo catturati attraverso una tuta usata di norma sui set cinematografici e che per invece è stata usata in un teatro, dal vivo. “Virtuosi e Virtuali” è stato l’evento di beneficenza della Fondazione Arpa, di cui Andrea Bocelli è presidente onorario, che ha concluso nella serata di mercoledì 3 ottobre al teatro Verdi di Pisa la seconda edizione del Festival internazionale della robotica e che ha permesso questo incontro.

Presentando per la prima volta in teatro, al Verdi di Pisa, una sorta di esperimento per creare una realtà virtuale con gli ologrammi di Studio Tangram e 3D Academy (di solito gli avatar prendono forma in un laboratorio scientifico o in uno studio cinematografico, in fase di post produzione e non in uno scenario reale, davanti a centinaia di spettatori) Giacomo Puccini è tornato a vivere grazie alle tecnologie più avanzate. Dietro le quinte, Renato Raimo ha indossato una speciale tuta sensorizzata che ne ha “catturato” i movimenti, trasmettendoli al Giacomo Puccini che si ricreava in maniera virtuale sulla scena –perdendo il volto di Raimo e acquisendo proprio quello di Puccini, con il suo abbigliamento e la sua fisionomia - e che conversava con Andrea Bocelli e la moglie Veronica.

Come in un gioco di specchi, anche la prima uscita del tenore e della moglie Veronica si è rivelata virtuale, sorprendendo il pubblico che non pensava di “vedere” due ologrammi. Bocelli e la moglie hanno duettato con i loro “replicanti”, usciti di scena per lasciare spazio alla voce (reale) del tenore, che ha eseguito alcune delle più celebri arie di Puccini. E, dietro al pianoforte virtuale, in una direzione di orchestra che gli ologrammi hanno reso evidente, proprio l’avatar di Giacomo Puccini. Scena e applausi a scena aperta per l’Andrea Bocelli reale e un iper realistico Giacomo Puccini e per i protagonisti di una serata che ha saputo unire arte e tecnologia frutto della ricerca scientifica, secondo la cifra stilistica di questa seconda edizione del Festival.

Pisa si conferma la città delle sfide scientifiche e spettacolari per Andrea Bocelli, sempre al Festival internazionale della robotica lo scorso anno cantò con l’orchestra diretta dal robot Yumi, quest’anno ha duettato con l’avatar di Giacomo Puccini. “Il professor Franco Mosca (direttore organizzativo del Festival internazionale della robotica, ndr) – commenta il tenore dopo l’esibizione – non ha avuto bisogno di convincermi. Ho detto subito di sì, forse all’inizio sono rimasto sorpreso, poi ho accettato senza pensarci. La tecnologia è nostra amica e ci aiuta a vivere meglio. Questo festival lo ha dimostrato chiaramente e io sono felice di aver ‘giocato’ sulla scena con l’avatar mio e di Ilaria, mia moglie, e di aver fatto la conoscenza del mio mito. Saperlo accanto a me, ascoltare la mia voce, è stata una bella emozione per me e per gli spettatori, lanciando un grande messaggio da Pisa al mondo, per il Festival della robotica e per la tecnologia che è nostra amica. E Franco Mosca ha saputo trovare il modo giusto per dirlo. Poteva riuscirci solo lui, che è un grandissimo scienziato, anche un po’ artista e che conosce bene noi artisti”, conclude Andrea Bocelli.

“Facendo incontrare due ‘virtuosi’ in maniera ‘virtuale’ con l’evento di beneficenza della Fondazione Arpa – aggiunge Franco Mosca - abbiamo voluto chiudere la seconda edizione del Festival internazionale della robotica ricordando che i robot e le nuove tecnologie non devono spaventarci. Sono state create per aiutarci, in sala operatoria, come nei lavori più pesanti. Ma, come ha dimostrato la straordinaria voce di Andrea Bocelli, l’uomo e la sua genialità restano il punto di partenza e di arrivo”.

“Il Festival della robotica – interviene Renato Raimo, che ne è stato direttore artistico e che ha curato la regia dell’evento ‘Virtuosi e Virtuali’ - vuole comunicare che dietro un robot c’è sempre la persona, un robot serve per aiutarla, non sostituirà mai l’essere umano. La tecnologia migliora la vita, aiuta il recupero dei beni storici e culturali, si fonde con il teatro. Mentre siamo abituati agli effetti speciali al cinema, in questo festival diamo la possibilità di vedere cose mai viste prima a teatro”.

“Riguardo la comunicazione – spiegano Giovanni Palma e Federica Palma, di Studio Tangram - il futuro che molti immaginano è già realtà. Grazie alla tecnologia di Studio Tangram i confini dell’immaginazione e della creatività sono infiniti, diventando strumento e mezzo per emozionare, sbalordire, meravigliare. La tecnologia regala emozioni –stravolge ed eleva il livello di comunicazione portandolo al limite dell’impossibile”. Giovanni Palma ricorda che “la versatilità della tecnologia la rende applicabile ad ogni settore: dal medicale, all’industriale, all’artistico fino all’educativo e all’intrattenimento e permette di essere presenti nello stesso momento in luoghi differenti, interagire con un pubblico reale, virtuale o immaginario. Una tecnologia in continua evoluzione al servizio della comunicazione”.

Oltre alla voce di Andrea Bocelli, nomi della musica italiana e internazionale hanno reso onore alle arie di Giacomo Puccini, guidati anche dalla bacchetta del maestro Carlo Bernini. A condurre lo stesso Renato Raimo (senza la tuta sensorizzata) con Ilaria Della Bidia che hanno ospitato sul palcoscenico del teatro Verdi le soprano Ágnes MolnÁr e Ivana Canovic, l’Orchestra dell’Università di Pisa diretta dai maestri Carlo Bernini e Manfred Giampietro, il Coro dell’Università di Pisa, con la direzione del maestro Stefano Barandoni e la Celtic Harp Fabius Constable, l’arpa Pisana con Leonello Tarabella e il sassofono di Enrico Borelli.

Fonte: Ufficio stampa

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