Il Tir era vecchio di 20 anni e non era stato sottoposto ai controlli dovuti, aveva un serbatoio aggiuntivo 'abusivo' tale da aver causato la morte del conducente, Domenico Di Liscia, 40enne di Anzio, morto nel mezzo che andò in fiamme la sera del 27 aprile 2017 sull'Aurelia a Orbetello.
Finite le indagini preliminari, la procura di Grosseto ha chiesto il rinvio a giudizio per un imprenditore 23enne, titolare dell'azienda di trasporti di Aprilia, in provincia di Latina, per cui lavorava la vittima.
Da quanto emerge, secondo gli inquirenti l'incidente fu dovuto alla inidoneità del veicolo. Il pm Arianna Ciavattini, che ha coordinato le indagini, dopo varie perizie ha contestato all'imputato il reato di omicidio stradale. Degli sviluppi della vicenda dà notizia Studio 3A, società specializzata nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistra.
La sera del 27 aprile 2017, poco dopo le 22, Di Liscia era sull'Aurelia in direzione di Roma con l'autoarticolato, marca Scania, carico di bottiglie d'acqua. All'altezza di Albinia di Orbetello perse però improvvisamente il controllo del mezzo che andò contro il guardrail, si ribaltò di traverso e andò a fuoco. Per il conducente non ci fu scampo e morì carbonizzato.
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