Dopo la firma, nei giorni scorsi, del decreto che reintroduce la cassa integrazione per cessazione, oggi nuovo incontro al Ministero per lo Sviluppo economico per parlare del futuro dello stabilimento Bekaert di Figline e della sua reindustrializzazione.
All’incontro di oggi pomeriggio – iniziato intorno alle 15 - si sono presentati il vice capo gabinetto del Mise, Giorgio Sorial, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e il suo consigliere per i problemi relativi al lavoro, Gianfranco Simoncini, la Sindaca Giulia Mugnai, il Prefetto di Firenze, Laura Lega, i sindacati e l'advisor nominato dalla multinazionale belga (azienda italiana Sernet) per attuare il piano sociale relativo alla dismissione dello stabilimento di Figline.
"Adesso dobbiamo prepararci - ha dichiarato Rossi - ad una trattativa che presumo sarà lunga. Qui al Mise abbiamo incontrato l'azienda alla quale abbiamo ribadito che il nostro interesse é fare in modo da avere un buon progetto di reindustrializzazione del sito produttivo di Figline Incisa. E per favorire questo processo abbiamo riconfermato la nostra disponibilità a supportarlo, mettendo a disposizione fondi strutturali europei e risorse regionali. Poi ci serve un tempo congruo per verificare nel merito la solidità delle proposte di insediamento che adesso sono sul tappeto".
Nel corso della riunione del primo tavolo Bekaert, oltre a ribadire il suo si all'attivazione della cassa integrazione, ha però precisato di volerlo fare nell'ambito di un accordo complessivo che, oltre alla reindustrializzazione, preveda il monitoraggio delle varie fasi, gli incentivi rispetto alla continuità occupazionale e quelli all'esodo. Il punto di maggiore difficoltà riguarda l'impegno, preso a suo tempo dai vertici aziendali, a mantenere la produzione (e quindi a pagare i lavoratori) fino alla fine dell'anno. Invece adesso che è possibile attivare la cassa integrazione, l'azienda vorrebbe farla scattare da subito.
"A Bekaert - aggiunge il presidente Rossi - ho fatto presente la necessità di non puntare ad una ricollocazione dei lavoratori fuori dall'area produttiva di Figline, incentivandone l'esodo, quanto piuttosto a favorire una reindustrializzazione che è non solo possibile ma anche necessaria. Quell'enorme stabilimento, se abbandonato a se stesso, diventerebbe un vuoto industriale e sarebbe improduttivo, mentre se Bekaert fosse disponibile a proporlo a prezzi ragionevoli, darebbe una mano a favorire quella reindustrializzazione a cui noi tutti puntiamo".
Quanto alle prospettive e alle manifestazioni di interesse fin qui giunte, il presidente Rossi ha mostrato cautela, commentando con un "mai dire mai" la concreta prospettiva di nuovi insediamenti industriali nell'area.
"Certo è - questa la sua conclusione - che se un mese fa mi avessero detto che saremmo arrivati a questo punto in questa situazione, ne sarei stato contento e avrei manifestato tutto il ottimismo circa le prospettive per i 318 lavoratori della Bekaert. Tuttavia adesso abbiamo altri problemi da risolvere e mi auguro sia possibile trovare un'intesa".
Al secondo tavolo, già avviato, per la Regione è presente il consigliere del presidente per le questioni del lavoro, Gianfranco Simoncini e Carmen Toscano di Arti, l'agenzia regionale toscana per l'impiego, con i quali il presidente Rossi é in costante contatto.
Da Roma la Sindaca Mugnai, rimasta al tavolo accanto ai Sindacati, fa sapere che:
"La trattativa con Bekaert è entrata finalmente nel merito. In queste ore, qui al Mise, è in corso la definizione degli aspetti importanti della vertenza: cassa integrazione (che ormai è un dato di fatto) ma soprattutto la reindustrializzazione del sito, che adesso è il nodo centrale della discussione.
Noi stiamo chiedendo tutele, perché lo stabilimento rimanga produttivo e perchè si possano ricollocare tutti i 318 lavoratori, e che ogni passaggio sia puntualmente verificato e monitorato al tavolo aperto al MISE.
Fonte: Regione Toscana
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