Ampliamento di Camp Darby, Fabrica Comune si schiera contro

Il 26 settembre al Consiglio Comunale di Empoli è stato respinto l’ordine del giorno presentato dal gruppo Consiliare Fabrica Comune per la Sinistra “contro l’ampliamento dei collegamenti della base militare di Camp Darby con il porto di Livorno e per la sua riconversione ad usi civili”.

Eppure, in quell’odg si chiedeva al comune di Empoli semplicemente di farsi parte attiva perché sia informata la popolazione dei rischi che corre in caso di incidente nucleare, così come previsto dal comma 1 dell’art. 124 del Decreto Legislativo 230 del 1995 (relativo alla prevenzione del rischio da incidenti nucleari, circa i rischi conseguenti all’emissione in atmosfera di particelle radioattive nocive alla salute). In sostanza, si chiedeva soltanto di rispettare la legge.

A Camp Darby è previsto un ampliamento che prevede una nuova linea ferroviaria, due terminal e l’ampliamento del molo sul canale dei Navicelli, che la collega direttamente al porto di Livorno. Quest’ultimo, in conseguenza dell’intenso traffico di armi, di navigli e di sommergibili a propulsione nucleare, è classificato porto a rischio di incidente nucleare, pertanto soggetto al piano di emergenza esterno previsto dalla legge. Il piano è secretato per motivi militari, ma la legge prevede comunque l’obbligo di informare la popolazione, che in caso di incidente (caso tutt’altro che improbabile, visti i gravi precedenti di quel porto e della base militare), deve sapere come comportarsi a seconda della distanza dall’incidente (con un raggio d’incidenza stimato per Livorno fino a 50 chilometri, ma che probabilmente potrebbe essere più vasto).

Nelle premesse, l’odg esprimeva anche un giudizio fortemente negativo sulla presenza in Toscana della più grande base logistica degli Stati Uniti esistente nel mondo al di fuori dei confini americani, perché proprio Camp Darby fornisce la maggior parte delle armi e delle munizioni per la guerra in Yemen e in Siria, come già accadde per l’Iraq e quindi rappresenta un obiettivo strategico in caso di guerra. Come prevedibile, la miope realpolitik del Pd e delle forze politiche oggi al governo non vogliono ammettere questa triste realtà, ma era auspicabile che almeno si riconoscesse la necessità di ovviare ad una colpevole negligenza da parte delle autorità preposte, ovvero alla mancata informazione alla popolazione che vive in un raggio di 50 chilometri dall’area interessata dal pericolo nucleare, come previsto appunto per legge.

Empoli dista solo 60 chilometri da Camp Darby e da Livorno: occorre aggiungere altro?
Tuttavia siamo certi che il tempo darà ragione a quanti si battono per il rispetto della legalità.

Fabrica Comune

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