La forza della parola: è questo il titolo che i Vescovi della Toscana hanno dato alla Lettera pastorale su formazione e comunicazione proposta a 50 anni dalla morte di don Lorenzo Milani e a un anno dalla indimenticabile visita di papa Francesco a Barbiana.
Uno degli obiettivi della Lettera: «Alzare il velo su una questione di grandissimo rilievo e che continuerà a sfidarci per molti anni a venire, quella della parola e dell’educazione. Ma anche di saldare così il debito di riconoscenza che le nostre Chiese, in Toscana e non solo, hanno accumulato nei confronti dell’esperienza e dell’insegnamento di don Lorenzo Milani».
Lunedì 1 ottobre alle 17.30 nella sede della Facoltà Teologica dell'Italia Centrale (piazza Torquato Tasso, 1/A) sarà Eraldo Affinati insegnante e scrittore, autore di L'uomo del futuro, incentrato sulla figura di don Milani, ma anche, proprio in questi giorni, del libro Il sogno di un'altra scuola. Don Lorenzo Milani raccontato ai ragazzi a proporre una riflessione sul testo. Ad aprire l'incontro il saluto dell'Arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori e del preside della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale mons. Basilio Petrà. Modera l’incontro Paolo Ermini, direttore del «Corriere Fiorentino».
Nei sei capitoli in cui è articolata La forza della parola. Lettera su comunicazione e formazione a 50 anni dalla morte di don Lorenzo Milani (Edizioni EDB) viene proposto un percorso di approfondimento sul tema della parola e della lingua, così caro a don Milani da farne uno degli argomenti principali delle lezioni ai suoi ragazzi nella Scuola di Barbiana.
Dopo un ampio approfondimento sul valore formativo della parola, il testo si sofferma sul mondo dell’informazione e della comunicazione riflettendo sulla 'crisi' della parola al tempo dei social e delle fake news, così come sul linguaggio della poesia, della letteratura e del teatro: una prospettiva dalla quale i Vescovi prendono spunto per analizzare il potere che la parola ha di incantare, accarezzare e guarire. Si tratta di pagine particolarmente evocative in cui i Vescovi ricordano come una delle “funzioni” più alte della parola sia proprio quella di comunicare l’intensità dei nostri affetti più profondi.
Culmine della riflessione è, infine, l’attenzione alla “parola dell’annuncio”, in cui i Vescovi provano a tradurre in percorsi concreti le indicazioni di Evangelii gaudium, vero testo programmatico del pontificato di papa Francesco.
È questo il punto chiave su cui la lettera invita a riflettere tutti nella Chiesa: fare i conti con le parole, tornare a registrare l’effettiva connessione tra chi siamo e quello che diciamo, facendo sì che nessuna parola vuota esca più dalle nostre labbra, soprattutto le parole che raccontano di Dio.
Fonte: Diocesi di Firenze
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