Unicoop Tirreno ha deciso di cedere 8 punti vendita del sud del Lazio, dopo averlo fatto in Campania, abbandonando 270 lavoratrici e lavoratori. Una decisione drastica che si aggiunge ai tanti errori degli ultimi anni, più volte denunciati dalle organizzazioni sindacali: dal franchising, al tentativo di terziarizzare i reparti pescheria, nonché alla sbagliata ristrutturazione di alcuni supermercati. La cooperativa ha inoltre dichiarato la volontà di cancellare tutta la contrattazione integrativa vigente con il duplice obiettivo di ottenere una importante riduzione del costo del lavoro tagliando i salari e di flessibilizzare l’organizzazione del lavoro per poter sostenere una riduzione delle ore.
In Toscana Unicoop Tirreno conta 58 punti vendita, con circa 2.400 dipendenti: si teme anche per il loro futuro, vista la situazione generale della cooperativa, tanto più che Unicoop Tirreno ha spiegato che esistono altri 18 punti vendita “critici” senza dire quali sono e cosa vuol farne.
La mobilitazione di sindacati e lavoratori contro questi piani non si ferma: ieri si è svolto un presidio di protesta dei lavoratori del Basso Lazio (quelli con le sedi a rischio chiusura) presso la sede di Vignale Riotorto (Livorno). Domani mercoledì 26 settembre giornata campale: nuovo sciopero con due presìdi in mattinata, uno davanti alla sede di Vignale Riotorto e uno davanti al Mise a Roma in concomitanza dell'incontro istituzionale sulla vertenza.
Non sono condivisibili gli interventi sulla rete vendita e sono inaccettabili gli interventi sulla contrattazione presentati dalla dirigenza di Unicoop Tirreno per far fronte alla chiusura di bilancio negativa, si sceglie una via "facile" che dismette negozi e dipendenti e toglie diritti economici e normativi, per far fronte ad una situazione aziendale complessa che invece richiederebbe affidabilità, trasparenza e condivisione nei comportamenti e nelle azioni.
Lo scorso anno i lavoratori e il sindacato hanno sottoscritto un accordo che prevede sacrifici, è stato fatto per un forte senso di responsabilità, che è quella che sembra mancare al gruppo dirigente, responsabilità verso le lavoratrici e i lavoratori che hanno poche colpe rispetto alla crisi di Unicoop Tirreno.
La cooperativa ultimamente ha parlato di ridiscutere insieme ai sindacati l’integrativo, ma un conto sono le parole, un conto i fatti: le soluzioni vanno trovate insieme, anche quando gli obiettivi sono difficili da raggiungere, senza togliere salario e senza dividere le persone che rischiano il posto di lavoro. Cooperazione significa condivisione, ci domandiamo se Unicoop Tirreno conosce ancora il significato di questa parola.
Fonte: CGIL Toscana e Firenze - Ufficio Stampa
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