La Commedia dell'Arte nella Napoli spagnola, alla Pergola si presenta il volume di Teresa Megale

Teresa Megale

Mercoledì 26 settembre, ore 17, al Teatro della Pergola, Teresa Megale presenta il suo volume edito da Bulzoni Tra mare e terra. Commedia dell’Arte nella Napoli spagnola (1575-1656), apparso nella principale collana editoriale dedicata al grande fenomeno attorico «La Commedia dell’Arte. Storia Testi Documenti».  Insieme a lei intervengono esperti seicentisti, Siro Ferrone, Fabrizio Fiaschini, Tomaso Montanari.

Nella Napoli barocca il teatro è in rapporto delicato con il potere asburgico, con l’economia, con il sistema dell’assistenza sanitaria, con l’azione forte della Chiesa, oltre che con il nascente sistema teatrale impresariale ed è ciò che Megale esalta in quest’opera poderosa e ricca di temi, nata grazie all’esplorazione dei principali archivi italiani e spagnoli.
Un appuntamento nell’ambito della sesta edizione della rassegna Libri a Teatro, coordinata da Siro Ferrone e Renzo Guardenti, ulteriore esito della solida collaborazione tra la Fondazione Teatro della Toscana e l’Università degli Studi di Firenze. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

In quasi cinquecento pagine, Teresa Megale nel libro Tra mare e terra – Commedia dell’arte nella napoli spagnola (1575-1656), edito da Bulzoni, affronta con metodi e ricerche inedite la nascita del professionismo attorico a Napoli e nel regno, argomento fin qui inesplorato dalla moderna storiografia del teatro, ferma agli studi di Benedetto Croce e di Ulisse Prota-Giurleo. Le caratteristiche della civiltà teatrale napoletana vengono indagate con documenti di prima mano, in grado di spiegare le principali dinamiche culturali della vita degli attori partenopei, in un arco cronologico compreso fra la formazione della più antica compagnia dell’Arte finora nota (1575) e la devastante peste di metà Seicento (1656).

Il volume illustra le peculiarità della scena artistica partenopea in rapporto con il potere spagnolo vicereale, con l’aristocrazia urbana e regnicola e con le numerose ‘nazioni’ straniere radicate nella Napoli cinque-seicentesca, con particolare riguardo alla costituzione di compagnie miste, napoletane-lombarde-ispaniche, ai loro viaggi e alle loro tournée dentro il vasto regno mediterraneo e al di fuori di esso. Indaga la rete delle ‘stanze’ pubbliche cittadine nelle quali si praticava la vendita del teatro, la loro fortuna e il loro declino in relazione alla politica asburgica, alle pressioni della Chiesa, locale e romana, e alle scelte del teatro di corte.

Mette in luce il palcoscenico del golfo, che assurge a luogo teatrale pubblico di straordinaria evidenza. Chiarisce, infine, le pratiche drammaturgiche di una cultura teatrale pervasiva, che nel periodo indicato getta le basi per la propria fisionomia e sperimenta linguaggi destinati a formare le cifre stilistiche dell’invenzione della tradizione teatrale successiva. Tra la nascita della maschera di Pulcinella e quella del Capitano, tra il radicarsi della figura di Don Giovanni e quella di Don Chisciotte, tra Giovan Battista Basile e Giulio Cesare Cortese, vengono sottoposti al vaglio critico miti ed archetipi di una civiltà teatrale determinante per la storia del teatro italiano ed europeo. Una selezione di fonti, documentarie e iconografiche, reperite nei principali archivi italiani e spagnoli, correda, completa e integra il saggio.

Alcuni giudizi critici

Si tratta di un lavoro imponente, destinato a segnare gli studi ben oltre l'ambito cronologico che prende in esame. Le questioni che vi vengono affrontate sono infatti decisive per comprendere l'organizzazione del lavoro teatrale e del suo profondo rapporto con la vita della città, allora come oggi E decisivo è anche il modo in cui il lavoro è stato realizzato, attraverso una robusta ricerca in archivio che fa emergere l'intreccio di abitudini, luoghi, testi, istituzioni e persone che animarono in concreto le scene napoletane tra Cinque e Seicento. A partire appunto dalle persone: attrici e attori, impresari, censori, spettatori, committenti, i cui nomi si distendono nelle 37 pagine del preziosissimo Indice dei nomi che chiude il volume, mettendo assieme personalità note agli storici (a partire dai Viceré) e individui poco noti o del tutto sconosciuti.
Giancarlo Alfano

Il libro di Teresa Megale, Tra mare e terra. Commedia dell’arte nella Napoli spagnola 1575-1656 (Bulzoni) è un’ottima illustrazione di tutto ciò per una delle maggiori città europee di allora, con una corte vicereale, non regia, ma attiva e vivace. (…) Sulle orme di Benedetto Croce si è avviata quindi Teresa Megale, con una ricerca archivistica accurata e con una fruttuosa molteplicità di piani di interesse e di punti tematici focali. La prima compagnia teatrale di cui si abbia notizia a Napoli è del 1575, ma certo già prima si sarà molto diffusa questa nuova prassi di organizzazione degli spettacoli, che col tempo, e come la Megale conferma, si fece ancora più larga, assicurando a Napoli e al suo teatro una posizione di primo piano nel quadro italiano ed europeo, già con la sua maschera più tipica che fu Pulcinella. Quel teatro non era così indipendente come si potrebbe pensare. La Megale ne ha messo bene in luce i vari rapporti con i viceré, che esercitavano il potere regio; con l’aristocrazia della città e in molti casi anche con la nobiltà provinciale; e coi ceti più facoltosi ed eminenti delle altre classi. In luce particolare sono posti i rapporti con le attività dei gruppi di italiani provenienti da altre regioni o di spagnoli presenti a Napoli».
Giuseppe Galasso

Il bellissimo libro che Teresa Megale ha composto giustifica il valore cardinale che gli studi dello spettacolo possono vantare, non solo nello specifico quadro disciplinare, ma anche nel più ampio orizzonte della storia culturale europea».
Siro Ferrone

TERESA MEGALE
Teresa Megale è professore associato di Discipline dello Spettacolo all’Università degli Studi di Firenze. Autrice di numerosi saggi e volumi, presso Bulzoni ha pubblicato Mirandolina e le sue interpreti. Attrici italiane per la ‘Locandiera’ di Goldoni (2008), Teatro di Manlio Santanelli (2005), L’attrice e la radio, copioni radiofonici di Laura Poli (2010). Sue le edizioni critiche di B. Ricci, Il Tedeschino, trattato seicentesco in difesa della buffoneria (Le Lettere, 1995) e, insieme con S. Mamone, della Locandiera per le Opere nazionali di C. Goldoni (Marsilio 2007). Ha ideato e curato la mostra Visconti e la Basilicata. Visconti in Basilicata. Fotografie inedite per ‘Rocco e i suoi fratelli’ (Marsilio, 2003 e 2007). Nel 2007 ha fondato ‘Binario di Scambio’_Compagnia teatrale universitaria, alla quale ha dedicato le curatele Occasioni malapartiane (Firenze University Press, 2009) e Contesti teatrali universitari (Firenze University Press, 2014). Collabora alle riviste «Biblioteca teatrale», «Teatro e Storia», «Drammaturgia».

Fonte: Teatro della Toscana - Ufficio stampa

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