Madonna di Valdibrana, pellegrinaggio per il nuovo anno pastorale

Ai piedi della Madonna di Valdibrana il vescovo e i fedeli pistoiesi porteranno tutte le speranze e le attese per l’inizio del nuovo anno pastorale 2018/19, che prenderà il via nel pellegrinaggio e nella solenne concelebrazione eucaristica di venerdì 21 settembre. Un’ occasione speciale, che inaugura anche la nuova l’aula liturgica del centro mariano di Valdibrana, che sarà sede di incontri, attività formative e pastorali a disposizione per tutta la comunità diocesana.

L’appuntamento è fissato per le ore 20 nel nuovo parcheggio del santuario. Di lì il vescovo e i fedeli si muoveranno in pellegrinaggio ripercorrendo la strada per Valdibrana fino a risalire alla chiesa parrocchiale di San Romano. Il mini-pellegrinaggio si concluderà nella nuova aula liturgica accanto al santuario, dove alle 21.30 sarà celebrata la Santa Messa presieduta dal vescovo. Le parrocchie potranno anche organizzarsi autonomamente per convenire all’aula liturgica attraverso percorsi di pellegrinaggio alternativi, più o meno impegnativi.

«Una comunità fraterna e missionaria» è il titolo della lettera pastorale che il vescovo ha già consegnato alle parrocchie in occasione della festa di San Jacopo, e che indica il percorso di quest’anno alle componenti della chiesa di Pistoia. La lettera chiude il piano pastorale del triennio dal titolo “Sulle ali dello Spirito”, dedicato al discernimento personale e comunitario secondo un trittico di tematiche, iniziato con “l’anno del Padre” (2016) e proseguito con “l’anno dei poveri” (2017).

Nella lettera pastorale il vescovo tratta molti aspetti: dal bisogno, avvertito da tutti, di ritrovare relazioni vere e sincere in antitesi rispetto alla solitudine crescente, al bisogno di comunione, di pace e unità, anche nella comunità dei battezzati, ponendo al centro della riflessione il tema della comunità di base, ovvero la parrocchia.

Afferma mons. Tardelli: «Come non vedere nel disperato bisogno di riconoscimento e di relazioni sincere e autentiche che è presente nella nostra società uno dei principali ‘segni dei tempi’? In quella tragica contraddizione cioè, di un mondo sempre più globale e in rete eppure sempre più colmo di solitudini? La solitudine è lo spettro che si aggira nelle nostre contrade e città. Una popolazione sempre più anziana ne rimane facilmente vittima. Non è meno vero per le generazioni più giovani (…) La solitudine – annota il Vescovo – non si vince però con la confusione e l’affollamento. Sono le relazioni umane autentiche, l’accoglienza e il sorriso, la mano tesa e gli occhi che si incrociano, l’apertura del cuore e la disponibilità all’amicizia che rompono la solitudine». «Di qui l’urgenza– continua Tardelli –  di riscoprire e ritrovare il conforto di una comunità veramente fraterna (Gv 13,34; Gv 20,17), la profezia di cuori che si uniscono nella diversità (At 4,32), “l’oasi della misericordia” che è la comunità cristiana, dove si possa dire con il salmo 133: «Ecco come è bello e com’è dolce, che i fratelli vivano insieme!».

Un intero paragrafo della lettera è dedicato alla questione giovani, che il vescovo definisce «vero nervo scoperto della nostra Chiesa in questo momento».«Lo vado constatando nella mia visita pastorale – scrive Tardelli – la stessa Chiesa universale ha messo all’ordine del giorno i giovani. Ci vuole dunque ascolto e impegno nei confronti degli adolescenti e dei giovani, anche in chiave vocazionale sulla scia del Sinodo dei vescovi che il Santo Padre Francesco ha indetto per l’ottobre 2018».«Abbiamo troppo paura dei giovani -lasciatemelo dire-, mentre è giunto il momento di mettere nelle loro mani la Chiesa, le nostre parrocchie, con fiducia e speranza».

Il documento si chiude con alcune indicazioni operative organizzate in quattordici punti, che toccano numerosi aspetti della vita diocesana: dalla vita parrocchiale, da ripensare e strutturare in un senso sempre più comunitario e sinodale, al discernimento sulla presenza in un territorio cambiato nel tempo, dalla riapertura del diaconato permanente, all’invito alla formazione e alla missionarietà, fino alla riscoperta delle figure di santità della chiesa pistoiese.

IL NUOVO CENTRO MARIANO DI VALDIBRANA

«È davvero una gioia – afferma mons. Cesare Tognelli, parroco di Valdibrana – inaugurare il progetto tanto sognato da don Severino Pagnini, allora parroco di Valdibrana e realizzato dall’architetto Marco Matteini. Dopo tanti anni e difficoltà possiamo finalmente offrire alla diocesi un nuovo, grande ambiente polifunzionale. Oggi è necessario ampliare il nostro sguardo, non fermarsi a Valdibrana e raggiungere una dimensione diocesana per dare respiro al complesso».

Il primo piano è l’aula liturgica in senso stretto. Mentre tutto il centro mariano è intitolato a don Severino Pagnini, l’aula liturgica è dedicata a Mons. Mansueto Bianchi; a ricordarlo un passaggio della preghiera che il vescovo scrisse per la Madonna di Valdibrana.

Il piano inferiore ha più locali, in particolare dispone di una grande sala per feste, momenti conviviali o di incontro. Ci sono poi altre stanze che possono essere valorizzate dalla presenza di gruppi e bagni attrezzati anche per i disabili. Il tutto è inserito nel verde, in un boschetto di olivi; un contesto gradevole per arrivare a fare omaggio a Maria, ma anche per una sosta di incontro e approfondimento. C’è spazio, infatti, anche per una piccola biblioteca dedicata a testi mariani.

Fonte: Diocesi di Pistoia - Ufficio Stampa

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