Arte e cultura, nasce il Museo Diffuso del Chianti

Il MuDCHIANTI – Museo diffuso del Chianti Senese rappresenta il punto di arrivo e al tempo stesso di rinnovata partenza di un lungo percorso professionale che ha visto i soggetti fondatori del  Museo ( Marzio Cresci, Ilaria Alfani e Laura Dainelli) coinvolti da protagonisti, in qualità di progettisti e ricercatori, in esperienze estremamente innovative di ricerca, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale realizzate nell'arco di quasi un trentennio (almeno dal 1990) nel territorio chiantigiano,  principalmente compreso nei comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti e in maniera minore, ma ugualmente da considerare, nel comune di Castelnuovo Berardenga.

Tali esperienze, che pure già tante e significative ricadute hanno avuto sia sulla conoscenza della storia del paesaggio chiantigiano sia sulla promozione e realizzazione, anche continuativa, di modelli culturali e educativi ( ricordiamo: Area Archeologica di Poggio La Croce, Itinerario Fonterutoli-Poggino, Museo Archeologico del Chianti Senese, Centro Infanzia Adolescenza e Famiglia del Chianti, Agenda21Locale del Chianti, incontri e racconti, segni e indizi di specificità locali, ecc.) hanno anche rappresentato occasioni di fruizione per tutti i cittadini chiantigiani e non solo (dai bambini agli anziani). Queste azioni progettuali ben lontane dall'essersi esaurite, offrono ancora saperi e potenzialità di sviluppo inespresse per le  quali i fondatori del MUD non hanno trovato, nonostante l'impegno lavorativo profuso, una casa nelle istituzioni già presenti nel territorio.

Il timore che queste esperienze possano andare, per svariate e plausibili ragioni, definitivamente disperse senza aver avuto modo di essere patrimonio disponibile per ulteriori e futuri sviluppi, ha indotto i fondatori a creare e promuovere una nuova istituzione museale.

Il modello del Museo diffuso è il modello che più di altri si avvicina alle intenzioni dei promotori per conservare in maniera permanente, rendendolo sempre più ampiamente fruibile, il suddetto patrimonio di esperienze valorizzandone alcuni dei caratteri distintivi: l'interazione progettuale pubblico-privato, la trasversalità degli ambiti di azione, la trasversalità delle possibili fonti di finanziamento, il protagonismo assoluto delle comunità locali (partecipazione), lo sviluppo dell’accoglienza nel settore del turismo. La definizione più calzante del modello è quella elaborata da Fredi Drugman nel 1991, ovvero “un'organizzazione ramificata di museo laboratorio visto come sistema di servizi preposti al recupero, alla conservazione, alla tutela, saldamente connessa non più soltanto alle fonti, agli istituti di ricerca, alle gallerie, alle accademie, ma soprattutto ai luoghi produttivi artigianali e industriali, alle comunità locali, alle strutture dell'istruzione, compresa l'istruzione permanente. E', questo il museo diffuso”,.

Per saperne di più, scoprire le caratteristiche dei primi allestimenti e delle prime sezioni tematiche attivate si può partecipare all’evento di Domenica prossima 23 settembre, in concomitanza delle giornate del patrimonio per le quali il progetto ha avuto il riconoscimento ministeriale per poter usare il logo ed essere presente tra gli eventi italiani, dalle ore 15,30 alle 19,00 a Castellina in Chianti alla Fornace Fontana di Emi Leo.

Fonte: Museo Diffuso del Chianti - Ufficio Stampa

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