Varato dalla Regione il Piano regionale per la lotta alla povertà, per sostenere persone e famiglie in situazioni di disagio economico e contrastare i fenomeni di esclusione sociale. Il Piano, adottato dalla giunta con una delibera proposta dall'assessore al diritto alla salute, al welfare e all'integrazione socio-sanitaria Stefania Saccardi, prevede un programma triennale (2018-2020) volto a ridurre le cause dell'impoverimento e a sostenere le persone nel percorso di uscita dalle condizioni di marginalità ed esclusione sociale, mettendo a disposizione oltre 120 milioni, tra risorse statali e regionali, con l'obiettivo di promuovere un sistema regionale integrato finalizzato all'inclusione sociale.
Il Piano è stato presentato stamani, nel corso di una conferenza stampa, dall'assessore Stefania Saccardi: "In Toscana, come nel resto d'Italia e in gran parte del mondo - ha detto Saccardi - la crisi economica ha colpito molte persone e molte famiglie, riducendo parecchio il loro potere d'acquisto. E anche se i dati toscani sono migliori di quelli di altre regioni e della media nazionale, e nell'ultimo triennio si intravedono segni di miglioramento, i numeri ci parlano di una situazione peggiore rispetto agli anni precedenti la crisi.
In Toscana abbiamo messo in atto tante iniziative per prevenire e contrastare il fenomeno della povertà. Con il Piano varato ora, vogliamo dare una risposta strutturale e articolata al problema, sotto tutti i suoi aspetti, dall'inclusione socio-lavorativa delle persone svantaggiate, alle politiche del lavoro, a quelle abitative, a quelle scolastiche".
L'assessore all'istruzione Cristina Grieco ha specificato alcune misure di contrasto alla povertà che riguardano la scuola: "L'investimento più importante è quello sui progetti educativi zonali. Sui nidi 11 milioni e 8 milioni per la parte scolare.
E' un pacchetto rivolto al contemperamento della vita familiare con quella lavorativa, e anche a sostenere i Comuni nella gestione dei nidi. Siamo la Regione che investe in maniera più massiccia nella fascia 0-3. Inoltre abbiamo investito 3 milioni nel diritto allo studio. Ancora, una sperimentazione unica in Italia: il Piano integrato per l'occupazione, 30 milioni, destinato a disoccupati privi di qualsiasi sostegno al reddito. Sono stati raggiunti circa 7.000 disoccupati".
Il Piano regionale, in attuazione del Piano nazionale di contrasto alla povertà approvato dal Ministero del lavoro e politiche sociali, rappresenta anche l'atto di indirizzo delle azioni e dei servizi necessari per l'attuazione del Reddito di inclusione (REI) la nuova misura nazionale di contrasto alla povertà, che è anche il primo livello essenziale delle prestazioni sociali. Illustra, in particolare, gli obiettivi, gli strumenti attuativi e di contrasto alla povertà, i soggetti coinvolti nella governance regionale, individuando i principali interventi integrati per l'inclusione attiva. In coerenza con la legislazione nazionale, il Piano regionale è teso a favorire l'autonomia delle persone, promuovendo anche un cambiamento culturale nelle politiche di contrasto al fenomeno.
Il REI (Reddito di inclusione)
Il Reddito di inclusione è la prima misura unica nazionale di contrasto alla povertà. Si compone di due parti: un beneficio economico, erogato attraverso una Carta di pagamento elettronica (Carta REI); un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, volto al superamento della condizione di povertà. Il REI è uno strumento innovativo, fondato sul sostegno al reddito, che consiste nell'erogazione di un contributo economico mensile, ma che si basa anche sulla presa in carico multidisciplinare e sull'attivazione di progetti personalizzati tesi alla fuoriuscita dal disagio.
In Toscana il numero di possibili benficiari del REI potrebbe attestarsi intorno a 50.000 famiglie, corrispondente a circa 143.000 persone. Al 30 giugno 2018 hanno beneficiato delle misure SIA (Sostegno all'inclusione attiva) e REI 7.530 nuclei familiari. Dal 1° luglio al 31 agosto hanno già fatto domanda 2.020 nuclei familiari.
L'azione della Regione Toscana
Seguendo il dettato della legge nazionale di contrasto alla povertà, che è stata introdotta per la prima volta in Italia, la Toscana ha assunto il coordinamento di tutti i soggetti coinvolti e ha svolto un ruolo di governance territoriale, promuovendo la costituzione di una cabina di regìa regionale, che coinvolge Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) toscana, rappresentanti delle Zone, Alleanza contro la povertà (un insieme di soggetti sociali che hanno deciso di unirsi per contribuire alla costruzione di politiche pubbliche contro la povertà assoluta), Terzo settore e parti sociali.
Questi gli obiettivi da conseguire: rafforzare il processo di presa in carico dell'utente, promuovere l'attivazione e il rafforzamento delle reti e delle risorse territoriali, sviluppare l'infrastruttura territoriale per garantire il REI come livello essenziale delle prestazioni, integrare fondi e programmi comunitari, nazionali e regionali.
Le risorse messe in campo dal Piano Povertà
Le somme stanziate dal Fondo nazionale povertà e destinate al finanziamento del rafforzamento dei servizi per l'accesso e la presa in carico del REI ammontano per il 2018 a 11.723.200 euro. Questa somma assegnata alla Regione Toscana verrà attribuita e ripartita alle Zone. L'obiettivo è garantire in tutta la regione livelli essenziali di prestazioni. A questa cifra si aggiungono, sempre dal Piano povertà nazionale, 775.600 per i senza dimora e la sperimentazione di servizi innovativi quali housing first (la casa come diritto umano primario). Altri 350.000 euro vanno per il progetto sperimentale care leavers (finanziamento di interventi in favore di coloro che, al compimento della maggiore età, vivono fuori dalla famiglia di origine, a seguito di un provvedimento dell'autorità giudiziaria). Altri 4.314.833 euro fanno parte del PON (Programma Operativo Nazionale) Inclusione, un fondo europeo gestito dal Ministero.
Le azioni previste dal Piano regionale per il contrasto alla povertà si integrano con quanto già attivato dalla Regione Toscana per promuovere interventi di inclusione sociale e di prevenzione della povertà. Una serie di interventi che vedono lo stanziamento di oltre 100 milioni di euro (107.774.957) di risorse europee e di fondi del bilancio regionale: si tratta di servizi di accompagnamento al lavoro per persone svantaggiate, di assistenza alla ricollocazione e di incentivi occupazione, di interventi per l'infanzia, del sostegno all'abitare.
Di politiche, dunque, di prevenzione delle cause di impoverimento e di sostegno all'individuo e alla famiglia.
Qui sotto, in Documenti le slide del Piano povertà, e in Notizie correlate la scheda sulla povertà in Toscana
La povertà in Toscana
La crisi economica che ha coinvolto e sta coinvolgendo gran parte del mondo, e che ha innescato in Italia e anche in Toscana una dinamica di disoccupazione crescente e una concreta perdita del potere d'acquisto, ha colpito un consistente numero di persone e famiglie, anche se sembrano intravedersi in questo ultimo triennio alcuni primi cenni di miglioramento.
La povertà è tuttavia cresciuta, non solo da un punto di vista meramente quantitativo, ma è anche mutata nelle forme e nelle modalità nelle quali si è sviluppata nel corso del tempo, divenendo di fatto un fenomeno multidimensionale e sempre più difficile da contrastare.
La novità, pur non inedita, di questo periodo di difficoltà, è che ha coinvolto famiglie e soggetti che si trovavano, fino a poco tempo prima, in condizioni di sicurezza e che per eventi improvvisi si sono trovati in situazioni di insicurezza e sofferenza economica, in alcuni casi fino alla vera e propria marginalità sociale.
Come stimato recentemente da Irpet (2016), l'area della povertà assoluta in Toscana riguarda 53.000 famiglie e 119.000 persone, con una crescita della povertà su base familiare dal 2% (2008) al 3,2% (2015). Nel 2008 erano 31.750 le famiglie e 65.663 le persone in povertà assoluta (Osservatorio sociale regionale 2017).
In Toscana si registra comunque un andamento migliore rispetto ad altre regioni. E gli indicatori, seppure in un quadro peggiorato rispetto agli anni precedenti alla crisi, disegnano una situazione in miglioramento.
Questi alcuni dati di sintesi:
- gli ultimi dati disponibili sul reddito medio IRPEF desunti dalle dichiarazioni dei redditi 2017 collocano la regione (20.583 €) al di sopra del dato medio italiano (20.212 €).
- Il reddito disponibile pro-capite 2016 – che tiene conto del reddito da lavoro e di capitale al netto dei trasferimenti (tasse ed altro) - è in Toscana di 19.936 €, sensibilmente più elevato rispetto al valore medio del Paese (18.891 €, oltre 1.700 € pro-capite di differenza).
- Il reddito netto familiare 2015 (somma dei redditi familiari al netto dei trasferimenti) della Toscana è di 33.300 € contro i circa 30.000 € medi nazionali.
- L'importo medio delle pensioni erogate dall'INPS nel 2017 risulta più elevato della media nazionale di 45 € mensili (912 contro 867 € mensili).
- L'incidenza di povertà relativa in Toscana, in netta diminuzione e tradizionalmente inferiore a quella media italiana, è identificata al 2017 con un 5,9% di famiglie che hanno una spesa media per consumi al di sotto della soglia di povertà relativa: circa 1/3 della percentuale media nazionale (12,3%); la Toscana resta sempre tra le regioni con percentuale più contenuta, anche se cresciuta rispetto agli anni precedenti.
- Le famiglie toscane in condizione di povertà assoluta, pur in quota sensibilmente inferiore alla media italiana, sono aumentate rispetto al 2008 (pre-crisi) dal 2 (2008) al 3,2% (2015): un universo di circa 53.000 nuclei familiari e 119.000 persone che non riescono ad acquistare beni e servizi essenziali per uno standard di vita minimo (Irpet 2016).
- Le persone che vivono in famiglie in condizione di deprivazione (ossia che dichiarano almeno tre di nove deprivazioni legate a spese impreviste, arretrati nei pagamenti, ferie annuali, pasti adeguati, riscaldamento abitazione, beni durevoli) oggi in Toscana sono 261.000, ossia il 7% circa della popolazione. Dato inferiore a quello italiano (12%) e in linea con quello europeo (7,5%), ma comunque quasi raddoppiato rispetto al periodo pre-crisi.
- Le dichiarazioni ISEE presentate nel 2014 in Toscana, che riguardano oltre 320.000 famiglie (20% delle famiglie residenti) per oltre 950.000 individui (25% dei residenti), informano di circa 48.000 nuclei familiari con ISEE al di sotto dei 3.000 euro (15% del totale, corrispondente a 126.000 individui) e circa 38.000 tra i 3 e i 6.000 euro (12% del totale, corrispondente a oltre 114.000 individui).
- Gli anziani toscani che percepiscono la pensione o l'assegno sociale (prestazione riservata a chi non percepisce alcun reddito o redditi molto bassi) sono oltre 37.000 (4% del totale anziani residenti) e quelli che percepiscono la pensione integrata al trattamento minimo sono 180.000 (1⁄4 del totale).
- Nel 2016 il tasso di disoccupazione era tornato a crescere, passando dal 9,2 al 9,5%, ma rimanendo comunque significativamente al di sotto sia del 10,1% fatto segnare nel 2104, e che rappresenta il picco negativo raggiunto in Toscana dal 2007 ad oggi, sia del tasso di disoccupazione nazionale che è pari all'11,7%. Complessivamente nel 2016 i disoccupati residenti in Toscana erano cresciuti di circa 7.000 unità, passando dalle 157.000 persone del 2015 alle 164.000 dell'anno successivo, anche se le 173.000 persone del 2014 è un valore lontano. Nel 2017 si assiste ad un nuovo calo del tasso, che va dal 9,1 del 2017 all'8,3% nel primo trimestre di quest'anno.
- Le domande 2017 di contributo economico per il pagamento dei canoni di locazione presentate ai Comuni toscani (17.000) coinvolgono il 12,5% delle famiglie toscane in affitto.
- Per il disagio abitativo, i numeri relativi agli sfratti in Toscana (2016) evidenziano che le richieste e le esecuzioni di sfratto sono cresciute del 3,7% su base annua (rispettivamente, 12.109 e 3.431 unità), mentre i provvedimenti (4.613) sono diminuiti per il secondo anno consecutivo, colpendo il 2% delle famiglie toscane in affitto. Le esecuzioni riguardano una famiglia ogni 479 nuclei residenti in regione, rapporto nettamente peggiore rispetto al dato italiano, dove gli sfratti eseguiti hanno interessato una famiglia ogni 732 presenti sul territorio nazionale.
(dati Osservatorio Sociale Regionale 2017)
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