Alla fine del 2017 i residenti in Toscana stranieri erano circa 410 mila, l'11 per cento di tutta la popolazione della regione. Svettano i rumeni (21%), seguiti da albanesi (15%), cinesi (13%) e marocchini (6 per cento). Ci sono anche filippini, senegalesi, ucraini e peruviani (3%), polacchi, nigeriani, pakistani, singalesi, indiani, bengalesi e kosovari (2 per cento) e molti altri ancora: 173 nazionalità in tutto. Negli ultimi quattro anni sono però aumentati sostanzialmente solo in virtù dei nuovi nati: 5.124, il venti per cento di tutte le nascite toscane.
Pare essersi fermato infatti il flusso che c'era stato negli anni precedenti e gli stranieri residenti appaiono sempre più inseriti nella società toscana: producono ricchezza e lavoro, studiano (sono il 13 per cento degli studenti) e si sposano.
In Italia gli stranieri sono gli artefici del 9 per cento del Pil, contribuiscono alla ricchezza nazionale per qualcosa come 131 miliardi di euro, pagano tasse (l'Irpef) per 7,3 miliardi su 155 che è il totale e versano 11,5 miliardi di contributi all'Inps, utili a pagare 600 mila pensioni.
Il 47,5 per cento dei migranti extra Ue che hanno una laurea in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, tra le più richieste, è impiegato secondo il ministero del lavoro in qualifiche di basso livello, rispetto all'1,8 per cento degli italiani e al 21,9 per cento dei comunitari con lo stesso titolo di studio.
In Toscana – che negli ultimi venti anni ha visto crescere il numero degli anziani, oramai un quarto della popolazione, e diminuire quello dei giovani, più numerosi tra gli immigrati – gli stranieri dipendenti sono 90.626, 36.578 le imprese a titolarità straniera (il 17 per cento) e 57mila i lavoratori domestici, quasi otto sui dieci totali.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa
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