Professori ed accademici annunceranno le scuse per quell'avvallo alle leggi razziali fasciste del 1938, accolte nel silenzio complice quando non sostenute scientificamente a spada tratta. La Regione, assieme ai giovani della comunità ebraica, stringeranno invece in un abbraccio e si confronteranno su diritti e integrazione con le seconde generazioni di immigrati che vivono oggi in Toscana.
Accadrà mercoledì 5 settembre alla Tenuta di San Rossore a Pisa, lo stesso luogo dove ottanta anni fa il re Vittorio Emanuele II firmava le leggi antiebraiche, che codificavano in norma una tesi sostenuta appunto da numerosi cattedratici italiani dell'epoca che al regime avevano prestato giuramento di fedeltà.
Il ricordo, la memoria vigile che deve tenere insieme "l'impronta del passato (parole di Italo Calvino) e il progetto del futuro", l'approfondimento accademico, l'incontro con chi da lontano è venuto a vivere in Toscana. Gli ingredienti della giornata del 5 settembre sono vari e cosa c'entrino i migranti che sono venuti a cercare in Italia la speranza di un domani migliore con la persecuzione degli ebrei e dei così etichettati ‘diversi' ce lo insegna Evian. Siamo sempre nel 1938, a ridosso delle Alpi sul lago di Ginevra. Stati Uniti e Società delle Nazioni organizzarono nella cittadina termale francese una conferenza per decidere sulla sorte di decine di migliaia di profughi tedeschi e austriaci, per lo più ebrei ma non solo. Parteciparono trentadue diversi paesi (nove dall'Europa) e nacque lì il diritto dei rifugiati, ma la conferenza si chiuse con un nulla di fatto. Non fu trovato infatti alcun accordo sulle quote di accoglienza e gli ebrei, gli oppositori politici e le persone che il terzo Reich considerava non omologabili e che già dopo l'Anschluss erano in fuga dalla Germania furono costrette a tornarsene a casa, rimpatriati. Come quella nave, tedesca, carica di profughi che arrivò fin nei Caraibi ma dovette tornarsene in Europa. Solo Santa Domingo dichiarò di essere pronta ad ospitare fino a 10 mila ebrei, mentre la Bolivia, fino al 1941, ne accolse ventimila.
San Rossore è il luogo dove nel 1938 sono state firmate le leggi razziali italiane. Ma è anche la tenuta dove dieci anni fa, nel meeting estivo internazionale organizzato per diversi anni dalla Regione Toscana, altri scienziati – Rita Levi Montalcini, Enrico Alleva e molti altri - hanno firmato nel 2008 il Manifesto degli scienziati antirazzisti: dieci punti del tutto opposti, a partire dall'affermazione che le razze non esistono. Ora sarà rilanciato il manifesto delle nuove generazioni italiane, scritto nel 2016 e che sogna una scuola capace di gestire la multiculturalità, di valorizzare la conservazione della cultura del paese di origine ma anche di rafforzare il legame con la cultura italiana e il sostegno di pari diritti civili e politici per tutti.
Le iniziative a Pisa e San Rossore
Il programma del 5 settembre 2018 prevede la mattina, assieme al Comune di Pisa, la deposizione di due corone di alloro prima al cimitero monumentale ebraico e poi alla tenuta di San Rossore, davanti alla lapide che ricorda la firma delle legge razziali e la persecuzione degli ebrei.
Alle 12 nella sala Gronchi delle Cascine Vecchie della Tenuta di San Rossore è prevista una conferenza stampa in cui saranno presentate le iniziative, i convegni, i seminari e gli incontri nelle scuole - dal 20 settembre e nei prossimi mesi - , organizzate dalle Università della Toscana e finanziate dalla Regione. Parteciperanno il presidente della Toscana Enrico Rossi, la vice presidente Monica Barni, il Comune di Pisa, la presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, i rettori o delegati della Scuola Normale superiore, del Sant'Anna, della Scuola Imt di Alti Studi di Lucca, dell'Università di Pisa, di Firenze, Siena e Stranieri di Siena, rappresentanti del Parco di Migliarino- San Rossore e Massaciuccoli.
Di seguito è prevista l'inaugurazione della mostra "1938 – La storia" del Museo della Shoah di Roma a cura dell'ente parco San Rossore: uno ricordo sull'esclusione e poi persecuzione degli ebrei attraverso, foto, documenti e giornali in gran parte inediti.
Alle 13 ci sarà alla Sterpaia il pranzo con i giovani ebrei e i giovani rappresentanti delle comunità di immigrati presenti in Toscana, una cinquantina di persone in tutto. Dopodiché sarà la volta del ‘world cafè', ovvero di un confronto partecipato sulla diversità come valore, la formazione come garanzia di rispetto delle diversità e su progetti efficaci per coinvolgere le nuove generazioni.
Fonte: Regione Toscana
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