Delibera sul Master Plan dell’aeroporto, la sinistra a Firenze vota no

“In commissione abbiamo votato contro alla delibera che autorizza il Comune a partecipare alla conferenza dei servizi per l’aeroporto. Lo abbiamo fatto perché non è possibile dare un parere positivo al Master Plan dell’aeroporto quando vengono rilevate problematiche di ogni genere e natura – dichiarano i consiglieri e le consigliere dei tre gruppi consiliari di sinistra di Palazzo Vecchio, Tommaso Grassi, Alessio Rossi, Miriam Amato, Giacomo Trombi, Stefania Collesei e Donella Verdi – il Master Plan interferisce con il PUE di Castello e con il suo parco, non tiene conto della vicinanza con l’Arno e del rischio inondazioni, non c’è uno studio sul traffico una volta realizzati tutti gli interventi previsti nella zona, non solo il PUE ma anche lo stadio e la cittadella. Il Master Plan non è compatibile con il tracciato della tranvia linea 2 e con la sua estensione verso Sesto. Non si tiene conto dell’interferenza con lo svincolo autostradale di Peretola. Si prosciugano stagni e laghetti alterando l’equilibrio della Piana. Si fa saltare il parco agricolo della Piana interrompendo la viabilità, si spostano fossati. Insomma l’aeroporto si fa spazio fra le decisioni già assunte e pianificate dagli Enti, si butta alla conquista del territorio, un territorio delicato che vede la presenza di circa 800.000 abitanti e almeno altrettanti lavoratori, calando come un meteorite sulla parte nord-ovest della città di Firenze”.

“Se il Ministero a guida giallo-verde, con la complicità e in continuità con il PD, ci chiede di esprimersi su un progetto che oltre a tutto ciò non dedica neppure una pagina la questione economico-finanziaria e ai maggiori oneri che andranno in carico agli enti locali per la gestione delle aree di mitigazione e alle nuove infrastrutture extra aeroportuali, non possiamo che opporci. Le tante rassicurazioni che si ascoltano alle assemblee dei favorevoli al nuovo aeroporto sulla tutela del territorio, la liberazione di Peretola, Quaracchi e Brozzi, già da troppi decenni danneggiati dall’aeroporto, l’assenza della volontà di aprire al mercato dei voli low cost e la battaglia contro il turismo mordi e fuggi, non si ritrovano nelle carte, così come i tanti posti di lavoro – proseguono gli esponenti di sinistra – che in gran parte derivano da strutture extra aeroportuali, dall'albergo alla nuova aerostazione, che non vedremo se non dopo 10-15 anni dal completamento della nuova pista”.

“Tutti elementi che non sono stati approfonditi a causa delle della ricognizione “speditiva” degli uffici comunali fiorentini, a causa della mancanza di tempo sufficiente a leggere i 941 allegati al Master Plan, di cui 140 ex-novo e quasi nella totalità modificati solo lo scorso 6 agosto. Discutere di un progetto approssimativo equivale a lasciar poi carta bianca ad ENAC e Toscana Aeroporti per la gestione del Master Plan: se poi si pensa che il movimento cinque stelle a Firenze, pur votando contro stamani in commissione, attaccava il Master Plan aeroportuale perché prevede una sola pista, e proponeva che dovesse essere lasciata in funzione anche l’attuale pista, casomai per i voli privati di chi vuole arrivare a Firenze col proprio jet, non possiamo certo star “sereni“. Anche perché – aggiungono Grassi, Rossi, Amato, Trombi, Collesei e Verdi – il Partito Democratico in questi anni non ha fatto che puntar sul lusso per la valorizzazione della città: domani potrebbe essere detto che per Firenze serve una nuova pista per il turismo ricco. Costruire un nuovo aeroporto con la pista di 2400 metri e lasciare anche l’attuale sarebbe una sciagura. Un modello di sviluppo della città di Firenze che non possiamo assolutamente condividere”.

“Voler raddoppiare l’aeroporto sacrificando l’ambiente – concludono i consiglieri dei gruppi di sinistra in Palazzo Vecchio – non corrisponde al nostro modello di sviluppo che punta sulla riconversione ecologica dell’economia. Quanti progetti di start-up potrebbero essere avviati con i fondi pubblici previsti dal governo per il master Plan? Così come quante infrastrutture potrebbero essere costruite con gli stessi 200 milioni che il pubblico destina alla nuova pista, per accorciare i tempi e le distanze tra Firenze e l’aeroporto di Pisa? Firenze non è solo per i visitatori ma anche per i fiorentini, anche quelli che si affacciano sulla piana a nord ovest, dove si concentrano già tante cose, come il polo scientifico, l’aeroporto attuale, il PUE di Castello, la Mercafir, il nuovo stadio, la cittadella, la terza corsia autostradale, Case Passerini e non solo. Lo ripetiamo ancora fino alla noia: lì dentro non può entrarci tutto”.

Il pensiero di Noferi (M5S)

“Due giorni intensi di analisi dei documenti che verranno presentati in Consiglio il prossimo martedì, con i rappresentanti di ENAC, Toscana Aeroporti, il direttore Generale e l’assessore all’urbanistica.

È stata fatta l’analisi preliminare del parere favorevole del Comune di Firenze per il progetto del nuovo aeroporto da portare nella conferenza dei servizi convocata dal Ministero per il 7 settembre prossimo.

I problemi tecnici – spiega la consigliera del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi – sono sempre gli stessi che diciamo da quasi 5 anni, solo che nel frattempo il Partito Democratico ha cambiato le leggi, esautorato la Commissione VIA, permesso ad ENAC di essere il controllore e il presentatore del progetto e a Toscana Aeroporti di essere il concessionario ma a volte anche il certificatore.

Abbiamo assistito ad un vero e proprio idillio fra ENAC e Toscana Aeroporti, tanto che parlavano con una voce sola e sinceramente qualche brivido ce lo hanno fatto venire, visto anche quanto accaduto recentemente.

Sarebbe bene che i ruoli fossero ben distinti e non sovrapposti.

Ieri invece, tanto per citare un esempio, abbiamo saputo che un membro del CdA di Toscana Aeroporti, il dottor Vittorio Fanti, è anche membro certificatore del rumore per conto di ENAC.

Abbiamo chiesto rassicurazioni sui piani di rischio dell’attuale aeroporto che sono entrati in vigore nel 2006, redatti dal Comune solo nel 2015 (dopo un nostro esposto alla magistratura) e approvati da ENAC nell’aprile 2018, non sono ancora adottabili perché “devono pervenire tre copie che dovranno essere vidimate da ENAC in ogni pagina”.Tempi da calende greche, in pratica.

Sui controlli relativi all’inquinamento acustico che la Commissione Antirumore costituita nel 2005 avrebbe dovuto fare, per tutelare le popolazioni di Brozzi, Peretola e Quaracchi, le risposte sono state alquanto evasive perché: “Non erano informati”. Sta di fatto che la Commissione Antirumore si è riunita soltanto un paio di volte e la prima volta dopo dieci anni, nel 2015, quando la legge obbligava ad un controllo almeno biennale e soprattutto, mentre il traffico aereo all’aeroporto aumentava in maniera esponenziale (dato ritrattato ieri perfino dall’ingegnere che lo ha dichiarato in consiglio comunale).

Nel frattempo – prosegue Silvia Noferi – negli ultimi dieci anni nessuno si è preoccupato di adottare quelle misure di “compensazione” per la popolazione, come i vetri antirumore, gli impianti di condizionamento ecc.ecc.

Questa l’opera di controllo finora fatta da ENAC.

Permettete quindi se siamo abbastanza preoccupati sulla loro capacità di verifica e soprattutto di influire in modo fattivo e celere sulle scelte degli enti che dovrebbe controllare.

Qui si tratta di costruire un nuovo aeroporto, non una piscina gonfiabile per bambini da 12 Euro!

Siamo preoccupati delle dune che vogliono costruire con le terre da scavo per proteggere il polo scientifico (che in realtà servono solo a risparmiare decine di milioni necessari per la bonifica e lo smaltimento) per l’effetto trampolino che potrebbero avere in caso di inconvenienti tecnici, per l’impatto cumulativo sulla salute e sull’ambiente, di tutte le opere che lì si vogliono costruire, siamo preoccupati per l’effetto sulla viabilità che avranno i due milioni e mezzo in più di passeggeri, come anche sul fenomeno dell’over-tourism che già sta cannabalizzando l’identità della città.

Tutto in nome di un profitto generalizzato, senza controllo e molto teorico, considerata la montagna di soldi pubblici che saranno necessari per costruirlo.

La cosa più stonata è stata sentire il rappresentante di ENAC dire che “lui era un tecnico chiamato a soddisfare le direttive del Governo sul piano di sviluppo degli aeroporti e non poteva esprimere opinioni politiche” ma che “ogni milione di passeggeri in più porterà nuovi 1000 posti di lavoro”.

L’unica cosa certa è che tutti, Controllore e Concessionario, vogliono costruire un nuovo aeroporto, che non potrà sorvolare Firenze per ragioni di sicurezza e pertanto sarà l’unico aeroporto al mondo ad avere una sola pista mono-direzionale.

A tutto questo si aggiunge l’enorme confusione che regna sovrana nelle varie forze politiche: Il PD fiorentino è l’unico che approva l’opera, tutti gli altri sindaci PD della Piana si dichiarano contrari, Forza Italia a Firenze è favorevole ma a Prato contraria, MdP Art.1 a Firenze è contraria ma il suo maggiore esponente, il Presidente della Regione Toscana è favorevole.

Noi – conclude silvia Noferi – rimaniamo della nostra idea, troppe opere sono previste in piccolo fazzoletto di terra alle porte di Firenze e chi troppo vuole nulla stringe”.

Illustrato il progetto a Sesto

È stato illustrato questa mattina, di fronte alla II e III Commissione consiliare in seduta congiunta, il parere del Comune di Sesto Fiorentino relativo al Masterplan del nuovo aeroporto di Firenze.

I tecnici hanno presentato il percorso amministrativo che ha portato alla redazione del documento, costruito con un approccio multidisciplinare che ha coinvolto diversi servizi e settori in modo tale da tenere di conto di tutti gli aspetti e le implicazioni legate all’opera. Il parere espresso è negativo alla luce dell’impatto che il nuovo aeroporto avrebbe sul territorio.

In particolare, sono state evidenziate carenze e richiesti approfondimenti per quello che riguarda l’assetto idraulico, l’impatto ambientale e le conseguenze sulla viabilità. Su determinati punti non è stato possibile esprimere un parere poiché alcune parti del progetto risultano soltanto abbozzate o non sufficientemente dettagliate. Notevolmente problematici, infine, sono risultati gli interventi che danno per esistenti opere non realizzate e non di prossima realizzazione, come il completamento Mezzana-Perfetti-Ricasoli o, ad esempio, l’inceneritore, che secondo il progetto dovrebbe fornire energia e calore al nuovo scalo. Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, nel parere si esprime la necessità, alla luce delle profonde modifiche subite dal progetto da quando fu avviata nel 2016, di una nuova Valutazione di Impatto Ambientale.

Gli atti passano ora alla valutazione del Consiglio comunale, chiamato ad esprimersi con una delibera il prossimo 4 settembre; nella giornata di domani, venerdì 31 agosto, si terrà invece l’audizione dei tecnici di Enac.

Fonte: Ufficio Stampa

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