Si sono concluse alle 11:27 di oggi, martedì 28 agosto, le operazioni di trasferimento delle uova di tartaruga marina che si trovavano nel nido sulla piccola baia di Santa Lucia al nuovo nido scavato dai vari soggetti della rete Osservatorio Toscano Biodiversità (OTB) di Regione Toscana presso il bagno Italia nella baia del Quercetano a Castiglioncello, sempre nel Comune di Rosignano Marittimo.
Le operazioni di apertura del nido sulla spiaggia di Santa Lucia sono iniziate alle 9.00 quando i volontari dell’associazione Tartamare, coadiuvati dalla veterinaria della sezione di Pisa dell’ Istituto Zooprofilattico Lazio e Toscana (IZSLT), hanno cominciato a scavare il nido e a prelevare delicatamente le uova che si trovavano nella camera, seguendo la procedura prevista dalle Linee Guida Ministeriali (ISPRA 89/2013) che pone particolare attenzione alla misurazione della profondità delle prime uova, all’asportazione delle uova mantenendole verticali e prelevandole per strati.
Il primo uovo è stato trovato ad una profondità di 24,5 cm e la temperatura della sabbia era di 27,6°.
Complessivamente sono state trovate nella camera del nido 98 uova ma 4 di queste sono state esaminate dalla veterinaria e risultate non vitali mentre 1 uovo si era rotto durante la deposizione.
Le 93 uova sono state asportate e posizionate l’una accanto all’altra mantenendole nello stesso schema in cui erano disposte nel nido con misurazione della profondità dell’ultimo strato che si trovava a 43 cm.
Una volta completata l’operazione di svuotamento del nido di Santa Lucia, che ricordiamo era stato deposto il 28 luglio, i vari soggetti della rete OTB presenti, ARPAT, Associazione Tartamare, IZSLT, Acquario di Livorno, con il fondamentale supporto del personale del Comune di Rosignano, Polizia Municipale, Capitaneria di Porto di Castiglioncello e volontari di WWF Livorno, hanno trasportato le uova fino alla spiaggia della Baia del Quercetano.
Il nuovo nido è stato scavato nella parte più lontana dalla battigia, sull’arenile dello Stabilimento Balneare Bagno Italia, grazie alla disponibilità del gestore, davanti alla zona del ristorante.
Alle 10.57 è iniziata la posa del primo uovo nella camera del nuovo nido che è stata livellata portandola alla stessa profondità dell’ultimo strato del vecchio nido e registrando una temperatura della sabbia di 30°.
L’area del nido è stata recintata per poteggerla da predatori diurni e notturni e dal calpestio e per favorire le operazioni di monitoraggio del nido che consentiranno di accorgersi del momento esatto in cui si formerà un avvallamento sulla superficie della sabbia preludio per la prima fuoriuscita dei tartarughini.
Tartamare nell’eseguire l’operazione ha constatato che le uova erano fortemente disidratate, come confermato dalla veterinaria dell’IZSLT. Probabilmente, sostiene Tartamare, questo può essere dovuto ad un ristagno di acqua salata a seguito delle giornate di maltempo. Per osmosi alcune uova si sono un po' sgonfiate prendendo una consistenza non turgida come dovrebbe essere in questa fase dello sviluppo embrionale. Questo preoccupa molto anche se non tutte le 93 uova trasferite sono risultate così disidratate.
Sicuramente l’operazione è stata molto complessa e non è mai stata effettuata prima nella nostra Regione.
Adesso non resterà che attendere il momento della schiusa che, se non vi fossero stati spostamenti del nido, era prevista a partire dal 42° giorno in poi dalla deposizione, cioè dopo l’8 settembre. Naturalmente con lo spostamento delle uova nel nuovo nido le condizioni sono variate per cui occorrerà tenere sotto controllo la temperatura con il data logger che è stato posizionato a poca distanza dalla camera del nido. Queste operazioni saranno effettuate dalle strutture scientifiche dell'OTB.
Fondamentale continua ad essere l'apporto dei volontari del WWF Livorno che effettueranno due sopralluoghi gionalieri, alle ore 8 ed alle 18 per misurare ulteriormente la temperatura scavando una buca a 30 e 40 cm di profondità al lato del nido. Chi fosse interessato ad unirsi ai volontari del WWF può scrivere una email a stefano.baldacci@gmail.com
Fonte: Arpat - Ufficio Stampa
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