Patto per l'Empolese Valdelsa, la Cgil: "Rilancio economico, diritto alla casa e politiche sociali: ecco i punti da cui ripartire"

Paolo Aglietti (gonews.it)

Il 19 luglio scorso Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno sottoscritto un Patto Territoriale per la zona dell'Empolese Valdelsa; osservare le luci e le ombre del sistema economico produttivo, del sistema istituzionale e sociale con i suoi punti di eccellenza e le sue evidenti criticità, gli squilibri territoriali sempre più marcati significa, dal punto di vista dei sottoscrittori porsi e porre il tema di come reinnescare un nuovo ciclo di sviluppo sostenibile e realisticamente perseguibile.

Difesa del tessuto manifatturiero esistente favorendo investimenti in innovazione di prodotto e di processo; capacità di attrarre nuove imprese di qualità ed in grado di generare filiere produttive; un rafforzato e più qualificato rapporto con le Università e gli Istituti di ricerca e formazione; pensare e costruire, in rapporto con il sistema scolastico territoriale, strumenti e processi di formazione continua per nuova occupazione, riconversione della forza lavoro in essere o uscita forzosamente dal mercato in grado di accompagnare le persone lungo tutto l'arco della vita; rilanciare l'Empolese Valdelsa come centro di produzione artistica e culturale interconnessa a quella artigianale ed industriale, ma anche con forti investimenti sulla contemporaneità attraverso spazi e luoghi, incubatori, coworking artistici, residenze e foresterie per artisti... Costruire, pertanto, un crocevia di idee e saperi in grado di connettere una delle aree manifatturiere più importanti della Toscana con una economia globale sempre in continuo cambiamento.

Se, come i sottoscrittori affermano nelle premesse del Patto, “economia e società sono sempre più influenzati dalla capacità di produrre idee, conoscenze ed innovazioni e di trasferirle nei processi produttivi; se la creatività rappresenta un forte vantaggio competitivo; se lo sviluppo di un territorio deriva dalla concentrazione ed accumulo di capitale umano, dalla qualità della ricerca, dal sistema delle imprese nella competizione globale, dalla qualità della vita, dalla particolarità ed identità di un territorio”, l'Empolese Valdelsa, con tutte le sue articolazioni e particolarità, ma in modo unitario,  ha la necessità e l'urgenza di uscire dal torpore che una ancora buona qualità di vita determina e di analizzare, produrre idee e proporre una visione di futuro e le azioni per innescarla.
Per questo Cgil, Cisl, Uil e Confindustria partendo da impegni ed azioni che gli riguardano direttamente, hanno presentato il Patto come una proposta aperta, che si spera utile ad attivare un confronto positivo con le altre rappresentanze d'impresa, con le associazioni del territorio, con le Istituzioni.

Con attenzione ed interesse abbiamo letto le molte dichiarazioni di Parlamentari, Consiglieri ed Assessori Regionali, esponenti di partito e si auspica che anche coloro che non sono ancora intervenuti dicano la loro, pur consapevoli che si tratta  di dibattito d'agosto. Soprattutto si spera che questo possa rappresentare l'avvio di una fase diversa nella quale l'autosufficienza, l'irrilevanza dei corpi sociali intermedi, l'inutile perdita di tempo del confronto sia realmente accantonata. Se ciò si verificasse realmente si ritiene che nessuno, forza politica o sociale, possa sottrarsi al confronto di merito sulle questioni. Quindi, fermo restando gli impegni sottoscritti tra le parti, si auspica che al rientro dal periodo feriale venga individuata una sede appropriata dove poter sviluppare un confronto in grado di produrre risultati.

Negli anni passati, con la costituzione del Circondario, questo territorio era stato capace di progettare e realizzare un vero salto istituzionale per affrontare in termini unitari la programmazione e gli investimenti necessari, in grado di rappresentare unitariamente circa 200.000 cittadini sia nei confronti di Firenze che della Toscana.
D’altra parte, fin dalla prima fase della costituzione dell’Unione dei Comuni, l’analisi ed il confronto fra tutte le forze politiche aveva prodotto deliberi sulla riorganizzazione degli assetti Istituzionali anche attraverso fusioni di comuni.

Oggi notiamo, per essere benevoli, un affaticamento, una difficoltà a gestire il presente ed immaginare il futuro.

L'Unione dei Comuni rischia di essere vista come un problema più che una risorsa; la gestione associata della polizia municipale rappresenta  un problema ed una vertenza ancora aperta e non se ne esce né con le battute facili e neppure scaricando ad altri le proprie responsabilità; la gestione associata delle politiche sociali necessita di competenze e scelte politiche chiare e condivise sul futuro delle strutture socio sanitarie esistenti e sulle nuove per favorire una piena inclusione ed integrazione sociale, sviluppo dell'autonomia anche rispetto al “dopo di noi”, social housing...

D'altra parte la costituzione della nuova SdS con i cinque Comuni del Valdarno dovrebbe rispondere ad una diffusione più capillare e meno a macchia di leopardo delle Case della Salute, ad un rafforzamento della medicina territoriale e domiciliare, ad una diffusione e pervasività dei servizi assistenziali di base

E che dire del progetto, che sembra sempre in dirittura d'arrivo dell'”Agenzia Sociale per la casa” e non arriva mai. Dinamiche anagrafiche (invecchiamento della popolazione), migratorie ed economiche (lavoro precario e poco retribuito, lavoro povero e nuove povertà) hanno generato una situazione critica per gli sfratti anche nella nostra zona (sono circa 300 gli sfratti in capo all'anno).

L'Agenzia avrebbe dovuto potenziare e ristrutturare l'Edilizia Residenziale pubblica, rimettere in circolo immobili privati oggi sfitti calmierando i canoni di mercato con la promozione di affitti a canone concordato rafforzando il sistema delle garanzie rispetto ai proprietari in caso di insolvenza, ripristino, fine locazione...., rafforzare le nuove risposte abitative: cohousing, abitare solidale, residenze protette...

Ed infine del dibattito aperto intorno alle Reti ed ai Servizi Pubblici Locali ed alla loro ripubblicizzazione? Che posizione hanno i Comuni dell’Empolese Valdelsa? La Cgil, mentre riconferma la posizione assunta sul Referendum per l’Acqua pubblica, a cui ancora non è stata data risposta convincente da parte dei soci pubblici, non può non considerare contraddittoria la scelta che potrebbe privatizzare il gas.

Ormai siamo all'ultimo anno di Governo locale prima della nuova campagna elettorale, una fase delicata ed importante per chiudere una fase ed aprirne una successiva; questo implica grande attenzione, disponibilità e responsabilità da parte di tutti gli attori politici in campo.
Rivendicando l’assoluta autonomia della mia organizzazione, altrettanto chiaramente affermo che questa non implica né significa indifferenza.

Anche per questo abbiamo contribuito attivamente e positivamente alla definizione del Patto; ed è chiaro che staremo saldamente al merito delle questioni che abbiamo sollevato.

Paolo Aglietti
Coordinatore CGIL Empolese Valdelsa

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