Nel mese di Luglio è stato eseguito dal dottor Marco Solinas, Direttore dell’Unità complessa di Cardiochirurgia dell’adulto dell’ Ospedale del Cuore di Massa (la meglio nota OPA della Fondazione Toscana “G. Monasterio” per la Ricerca Medica e di Sanità Pubblica. CNR -) e dalla sua équipe un intervento tra i pochi descritti dalla letteratura internazionale. Un uomo di 70 anni è giunto all'Opa dall’ospedale di via San Cataldo a Pisa gestito dalla stessa Fondazione, per un grave quadro di scompenso cardiaco.
Gli specialisti del “San Cataldo” velocemente effettuavano la diagnosi di endocardite batterica che aveva coinvolto le 3 principali valvole cardiache: valvola aortica, mitralica e polmonare. Come è noto L’endocardite è l’infiammazione del rivestimento interno del cuore (endocardio) e quella batterica un’infezione scatenata dalla presenza di microrganismi patogeni in grado di raggiungere il cuore attraverso il flusso sanguigno e provenienti da un altro distretto corporeo, spesso dalla bocca. L’endocardite può danneggiare le valvole cardiache e, se non adeguatamente trattata, può diventare pericolosa per la vita.
Il paziente era quindi trasferito all’Opa di Massa, per il trattamento chirurgico. L’infezione era così profonda ed deostruente ha distrutto le valvole cardiache naturali da rendere necessaria la sostituzione di tutte e 3 le valvole con protesi biologiche. Il paziente è stato recentemente dimesso in ottime condizioni. Questo eccezionale intervento mette in evidenza che anche i casi più estremi possono essere trattati e risolti efficacemente da un lavoro di squadra “heart team” che coinvolge le diverse figure specialistiche presenti all’interno dell’Istituto, valore aggiunto della Fondazione Monasterio.
Oltre a questo intervento nelle trascorse settimane sempre l’Unità complessa di cardiochirurgia dell’adulto dell’ Ospedale del Cuore di Massa, la meglio nota OPA della Fondazione Toscana “G. Monasterio” per la Ricerca Medica e di Sanità Pubblica. CNR - Regione Toscana, ha eseguito quattro interventi da..manuale su altrettanti pazienti giovani che ora godono ottima salute.
Alcuni giorni fa infatti 3 giovani pazienti di 37, 51 e 54 anni, sono stati sottoposti, due dei quali in regime di urgenza, ad intervento mini invasivo di sostituzione della valvola e radice aortica con una protesi biologica di ultima generazione. Questi sono tra i primi casi eseguiti in Italia con tale dispositivo. La caratteristica che rende tale protesi innovativa è un rivoluzionario trattamento del tessuto biologico di queste protesi che sono fatte di materiale naturale che lo rende particolarmente resistente alla fisiologica degenerazione. Infatti le valvole precedente hanno una durata di cira 14 anni ma sono soggette a logoramento per la perdita della loro elasticità e di conseguenza il paziente deve essere rioperato con i rischi e pericoli che potrebbe comportare un secondo intervento con valvola cardiaca degenerata, Ora, invece, con queste nuove valvole biologiche la durata supera i 25 -30 anni. La struttura di queste “valvole” è pensata e progettata dal punto di vista ingegneristico per poter accogliere, qualora ve ne fosse la necessità, anche una nuova protesi posizionata per via percutanea. Da dire che queste caratteristiche permettono l’utilizzo di dispositivi biologici anche in pazienti più giovani, come ad esempio donne in età fertile, evitando l’utilizzo della terapia anticoagulante necessaria a vita nel caso di impianto di protesi meccanica. Questi tre pazienti, come dicevamo, stanno bene ed hanno ripreso la loro normale attività. Nel mese di Luglio è stato eseguito dal dr Marco Solinas e dalla sua équipe un raro intervento tra i pochi descritti dalla letteratura internazionale. ed deostruente ha distrutto le valvole naturali da rendere necessaria la sostituzione di tutte e 3 le valvole con protesi biologiche.
Da dire infine che recentemente équipe provenienti da diversi parti del mondo, Inghilterra, Cina, Olanda, Messico, India, Turchia, Spagna, si sono susseguite nella frequentazione delle sale operatorie dell’ Opa di Massa per apprendere le tecniche più moderne e all’avanguardia di chirurgia cardiaca mini invasiva. Tali tecniche consentono di eseguire interventi complessi tramite piccolissime incisioni, con il vantaggio di un recupero funzionale molto più rapido e un decremento del dolore, delle infezioni, della necessità di trasfusioni ematiche da donatore, una migliore funzionalità polmonare e un notevole risultato estetico.
Fonte: Ufficio stampa Fondazione Monasterio
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