Slow Food Toscana è solidale con Don Massimo Biancalani e la sua Comunità parrocchiale e umana, e ancora una volta sottolinea come non siano tollerabili gesti che esasperano il già difficile clima di integrazione e convivenza con persone che, loro malgrado o per determinazione, non è importante, hanno lasciato il loro paese.
"Nostra casa è il mondo intero": nel nostro caso si chiama Terra Madre, ed è una casa che nutre e accoglie.
La nostra associazione, che al Congresso di ChengDu dichiara "Che il cibo buono, pulito e giusto è un diritto di tutti e fino a quando anche solo una persona sul pianeta non ne avrà accesso, non smetteremo di batterci per garantirlo" e "Che (...) Rifiutiamo pertanto qualunque esclusione di carattere politico, economico e sociale che renda fuorilegge le persone che migrano in ragione di conflitti, violenze, discriminazioni, sfratti, povertà, calamità naturali. Combattiamo ogni pensiero e azione che espropria le fasce più deboli della popolazione dei propri diritti", non può tollerare questo, né altri gesti ciecamente razzisti e si schiera decisamente dalla parte di Don Biancalani e di quelli che, non molto lontano da Pistoia, sono braccianti, pastori, uomini e donne che sono già parte della nostra comunità e con i quali vogliamo continuare a costruire un cammino verso comunità solidali, sostenibili, conviviali.
E questa tavola, ci dispiace, non c'è posto per questo genere di "scherzi".
Fonte: Slow Food Toscana - Ufficio Stampa
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