Il nemico numero uno degli agricoltori toscani che coltivano grani antichi non è lo Stato o le altre istituzioni, la tassazione, l'Europa o la siccità. Sono gli ungulati a dare le maggiori preoccupazioni: cinghiali, caprioli e altri animali selvatici stanno facendo razzia delle coltivazioni pregiate recuperate dalla tradizione. Lo afferma, a margine della conferenza stampa sulla rievocazione storica della battitura a Montespertoli, Guido Gualandi, presidente associazione Grani antichi di Montespertoli.
"I grani antichi piacciono di più agli ungulati perché sono coltivati al naturale - spiega Gualandi -, rispetto al 2017 le devastazioni sono aumentate in maniera considerevole. C'è chi, tra i fondatori dell'associazione che presiedo, ha annunciato di voler smettere con queste colture, spero proprio che non lo faccia. Ho anche testimonianze di persone che da anni tentano di raccogliere i grani ma di non trovare mai niente". E per esperienza personale specifica: "Non ho mai trovato i cinghiali in vigna alle 10 di mattina. Fino a quest'anno".
Elia Billero
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