Medico condannato per violenze, da Prato: "Sia allontanato dagli studi della città"

È un bollettino di guerra. Ogni giorno, giorno dopo giorno, è un susseguirsi di violenze e soprusi ai danni delle donne. Non ne possiamo più.

Non è tollerabile l’inerzia, il maschilismo e l’indifferenza che ancora troppo spesso circondano e connotano di desolazione e arretratezza i moltissimi casi di violenza sulle donne, dal più grave e crudele al più subdolo e meschino.

A Prato, purtroppo, sta succedendo esattamente questo: un medico dello sport, condannato in via definitiva per violenza sessuale nei confronti di una giovane sportiva, continua tranquillamente ad esercitare la sua professione e a visitare le donne della città presso gli Studi Medici Life, nel silenzio più assoluto da parte dell’ordine dei medici, della dirigenza degli studi e di tutte le autorità preposte.

Una vicenda ancora più indecente se si considera il fatto che qualche mese fa, gli abitanti di Campi Bisenzio – altro luogo dove il medico esercitava – hanno promosso una petizione popolare che ha coinvolto politici, media e semplici cittadini, al punto da indurre la struttura che ospitava il medico a prendere immediati provvedimenti e ad allontanarlo.

A Prato invece tutto tace. Nessuno proferisce parola. Nessuno. Ma noi non ci stiamo. Non lo accettiamo. Perché come donne ci sentiamo offese, indignate e vilipese nella nostra dignità.

E per questo motivo abbiamo deciso – prendendo spunto da quello che hanno fatto nella vicina Campi Bisenzio – di promuovere una nuova petizione per chiedere che questo professionista venga allontanato anche dagli studi medici di Prato il prima possibile.

Lo chiediamo, a gran voce, agli Studi Medici Life, all’Ordine dei Medici di Prato e a tutte le autorità preposte.

Lo chiediamo non come favore ma come diritto. Lo chiediamo, con la consapevolezza che continueremo, insieme alle altre donne che giorno dopo giorno stanno aderendo alla nostra iniziativa sui social, a fare rumore. A non stare zitte. Prendendo come modello di riferimento la campagna di denuncia americana #MeToo che ha sgretolato un sistema di potere maschilista in apparenza inattaccabile. Affinché anche a Prato, finalmente, la violenza sulle donne smetta di essere un tabù ma venga considerata come piaga sociale che deve essere combattuta con ogni mezzo e in ogni modo.

Maria Guarducci e Giovanna Gori

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