Variante di Grassina sospesa, Sirem: "Ha perso un’intera comunità"

“Se si voleva fare un favore ai tanti che non vogliono la realizzazione della variante di Grassina, l’atto di sospensione dei lavori e quello successivo di risoluzione del contratto è proprio la strada giusta”. Questo il primo commento di Moreno Messori, Presidente della società SIREM srl (affidataria del “Consorzio Integra”), dopo aver appreso la decisione della Città Metropolitana di Firenze di procedere verso la risoluzione contrattuale.

Sirem dichiara di aver ricevuto, per il tramite dell’aggiudicatario “Consorzio Integra”, una comunicazione di sospensione dei lavori che precede un avvio di procedura di risoluzione contrattuale con motivazioni alquanto generiche e destituite di ogni fondamento. Si tratta di un provvedimento abnorme che sarà certamente contestato in ogni sua forma e che siamo certi - aggiungono da SIREM - troverà un cospicuo riconoscimento dei danni causati dalla Città Metropolitana verso l’impresa e il consorzio.

Il programma dei lavori consegnato dall’impresa e le relative modalità operative, sono pienamente in linea con il progetto definitivo redatto dall’ente e il progetto esecutivo redatto dall’ATI e validato dallo stesso ente. I presunti ritardi lamentati sono destituiti di ogni fondamento, in quanto il tempo residuale e la capacità operativa avrebbero ampiamente garantito il risultato finale.

Appare quantomeno bizzarra, o idiosincrasica, l’affermazione del Sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, quando dice: “la ditta si è rivelata non in grado di realizzare il lavoro”. SIREM è la stessa ditta che ha eseguito in tempi record il ponte strallato sulla Zambra a Barberino Val d’Elsa, la cui committente è la stessa Città Metropolitana di Firenze! Un’opera di assoluto prestigio a livello nazionale, la cui realizzazione è stata accolta con il massimo della soddisfazione da tutte le istituzioni locali. Video, interviste e rassegna stampa, sono lì a dimostrarlo.

Ma forse qui una spiegazione ce la dà la “politica del presentismo” a tutti i costi. Meglio un atto di forza, dimostrare la propria muscolosità, poi le conseguenze… Saranno quelle che saranno.

Ancora più grave appare l’affermazione dell’Ing. Ferrante (il Responsabile Unico del Procedimento), quando dice: “Nel frattempo stiamo valutando la possibilità di continuare l’attività sui cantieri della Variante per quanto riguarda gli interventi accessori, in particolare per lo spostamento dei sottoservizi, tubi dell’acquedotto, linee elettriche, in modo che chi subentrerà trovi tutto già predisposto. Questo ci farebbe recuperare un po’ del tempo perso”.

Qui siamo al limite del paradosso, lo stesso di cui forse l’Ing. Ferrante non si rende conto. Le attività di cui parla avrebbero dovuto essere eseguite prima dell’inizio dell’opera. Questa è l’esatta ragione per la quale i lavori non sono potuti proseguire con la giusta celerità.
L’affermazione è una evidente autodenuncia, ma ormai è chiaro che di questi macroscopici errori se ne occuperà un tribunale.

Ma non c’è limite al peggio, nella parole dell’Ing. Ferrante risulta già evidente che con tale decisione l’opera costerà di certo molto di più, soldi che l’ente non ha e che spera di recuperare escutendo una fideiussione. Insomma, sembra quasi un atto che ha come obiettivo reperire risorse economiche che l’ente oggi non ha, questo determina altri profili su cui indagare a fondo.

Così come va indagata l’affermazione, sempre dell’Ing. Ferrante, “dovremo essere accorti nel valutare la sostenibilità economica del progetto” riferendosi all’ipotesi di subentro della società “Varvarito Lavori”, già impegnata in molti cantieri della Città Metropolitana, come la Tramvia di Firenze. La domanda in tal senso sorge spontanea: solo ora che si passerebbe al secondo classificato andrà valutata la sostenibilità economica del progetto?

Questo provvedimento ha quindi effetti di negatività assoluta:
● Bloccherà per anni un’opera strategica.
● Danneggerà (almeno in questa fase iniziale) un consorzio e un’azienda seria da cui dipende il destino di decine di famiglie.
● Devasterà tutto l’indotto territoriale che era coinvolto nella commessa e aumenterà a dismisura i costi dell’opera.
O forse no? Perché effettivamente, questa azione un obiettivo immediato lo coglie: fa nettamente vincere coloro che questa infrastruttura non l’hanno mai voluta!
SIREM, per il tramite del Consorzio Integra (aggiudicatario del lavoro), fa sapere che ha già dato mandato ai propri legali per avviare ogni azione di natura legale al fine di tutelare i propri interessi e di verificare i danni - di certo non lievi - che si determineranno a carico delle comunità locali.

Fonte: Ufficio Stampa

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