Oggi a discutere del futuro dello stabilimento figlinese Bekaert, insieme ai Sindacati, c'erano il Ministro Luigi Di Maio, il Presidente della Regione, Enrico Rossi, e la Sindaca Giulia Mugnai. Con loro anche i deputati Maurizio D’Ettore (Forza Italia), David Ermini (PD), Stefano Mugnai (Forza Italia) e Gloria Vizzini (M5S).
Per i Sindacati, oltre a Daniele Calosi (Fiom), Alessandro Beccastrini (Fim) e Davide Materazzi (Uilm), erano presenti anche Marco Bentivogli (Fim), Maurizio Landini e Francesca Re David (Fiom).
La sindaca Giulia Mugnai: "Purtroppo è ancora fortemente negativo l'incontro al Ministero perché, questa volta, l'azienda c'era ma abbiamo trovato un muro davanti a noi.
La Bekaert continua a sostenere la mancata volontà di ritirare i licenziamenti: una condizione che, per noi, continua a essere fondamentale, nell'ottica di poter trovare delle soluzioni future e garantire la tutela dei 318 dipendenti dello stabilimento di Figline.
Importantissima, invece, la presenza del Ministro Di Maio, che ha dato un segno chiaro della rilevanza della questione a livello nazionale.
Da parte nostra continuiamo a richiedere, con forza, il ritiro della procedura di licenziamento, anche perché l'azienda si dice disponibile a trovare delle soluzioni. Certo, i 61 giorni rimasti al termine della procedura non sono sufficienti, quindi continuiamo la battaglia per chiedere il ritiro dei licenziamenti in tutte le sedi e con tutte le modalità possibili" .
Cgil: "L'azienda torna indietro rispetto alla piccola apertura di ieri"
Parliamo di 318 lavoratori diretti e circa cento dell'indotto, che perdono il proprio posto di lavoro. Sono oltre 400 famiglie, non numeri. Le organizzazioni sindacali, le istituzioni locali e Regionali e il Ministro Luigi Di Maio, sono unite e determinate ad allungare i tempi delle procedure per avere il tempo necessario per una soluzione alternativa.
Dopo aver sfruttato per quattro anni le competenze dei metalmeccanici toscani, l’azienda decide che è meglio produrre dove il costo del lavoro è più basso, in Slovacchia e Romania. Ennesimo caso di un'azienda metalmeccanica che viene delocalizzata a Est a spese di produzioni e lavoratori italiani, che prima vengono sfruttati nelle loro conoscenze e poi scaricati. Due anni fa questa azienda aveva comprato alla Pirelli e la Pirelli aveva garantito al governo italiano che aveva venduto a una multinazionale intenta a mantenere la produzione in Italia. 'In data 29 marzo in un verbale ministeriale l'azienda riporta che non c'erano segnali che facessero presagire la chiusura dello stabilimento. Dopo 86 giorni da quella data, l'azienda comunica ai lavoratori la chiusura con 318 procedure di licenziamento. Dovete consentirci un clima sociale più tranquillo per poter fare la trattativa e l'unico modo per guadagnare il tempo necessario è il ritiro della procedura di licenziamento. Fermate l'orologio, perché lo stabilimento è produttivo, i lavoratori stanno continuando a produrre il filo', commenta Daniele Calosi.
Se un'azienda non ha responsabilità sociale e non tratta i propri lavoratori con pari dignità, che tipo di affidabilità e credibilità può avere?
Cerza (Cisl Toscana): "In 30 anni di sindacato mai vista una simile arroganza"
"In trent’anni di attività sindacale non ho mai visto un atteggiamento così arrogante da parte di un’azienda, alla presenza dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali, degli enti locali e dello stesso Stato italiano, rappresentato a quel tavolo dal ministro."
Così il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza, al termine dell'incontro oggi pomeriggio al Mise sulla vicenda Bekaert.
"L’azienda - ha detto Cerza - non è disponibile a sospendere la procedura, ha detto che per loro si può trattare, ma entro 75 giorni, ben sapendo che 14 se ne sono già andati. Non ha voluto prendere in considerazione alternative, pur con la disponibilità del ministro di mettere a disposizione tutti gli ammortizzatori possibili e con la nostra disponibilità di cercare una soluzione con l’azienda."
"La posizione del governo - secondo Cerza - è stata esemplare. Ha detto chiaramente che in Italia c’è un’etica del lavoro e che una multinazionale non può solo prendere. Ha ribadito che questo atteggiamento da parte loro non viene certo preso bene dallo Stato, che lo porterà a conoscenza degli altri partner europei e che questa cosa non si fermerà in Italia."
Rossi: "Inaccettabile l'atteggiamento della Bekaert. Saremo a fianco dei lavoratori"
Nonostante le pressioni unanimi perché la Bekaert sospenda la procedura che in 75 giorni porterà al licenziamento di tutti i 318 lavoratori dello stabilimento di Figline, il vice presidente per l'Europa, Stijn Vanneste, nel corso dell'incontro che si è tenuto al ministero dello sviluppo economico, è stato irremovibile: nessuna sospensione, ma soltanto una disponibilità a discutere, a "contatore" tuttora in funzione e con una spada di Damocle che pende minacciosa sulla testa di ciascun lavoratore.
"La posizione aziendale - afferma il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che ha provato a chiedere a Bekaert di sgombrare il campo dalla inevitabilità della procedura - è arrogante e inaccettabile. Ed inaccettabile é anche la ferita che in questo modo viene inferta, a tradimento, ai lavoratori. Eppure i volumi produttivi degli accordi commerciali presi con Pirelli non sono diminuiti. Abbiamo chiesto all'azienda che ci faccia capire in cosa consistono i problemi di prezzi che denuncia e ci siamo dichiarati disponibili ad affrontare tutte le questioni".
Ma per il presidente Rossi il problema vero è quello di un'azienda che, come ha ricordato uno dei sindacalisti presenti, ha fatto studiare e poi realizzare a Figline un prodotto dall'elevato valore aggiunto, per poi delocalizzarne la produzione dove il costo del lavoro é più basso.
"Per questo l'azienda non è credibile - aggiunge Rossi - quando afferma che a Figline non c'é equilibrio economico. Evidentemente la volontà era quella di acquisirla per impadronirsi delle sue conoscenze e poi ucciderla, così come stanno facendo. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze a questa volontà. Bekaert sta dando prova di uno strapotere inaccettabile che vuole schiacciare storia e persone senza guardare in faccia a nessuno, per realizzare profitti ad ogni costo. Per questo saremo fino in fondo a combattere a fianco dei lavoratori".
Il presidente ha detto infine che nei prossimi giorni si deve "continuare a lavorare peer una soluzione positiva, rivolgersi anche alla casa madre e direttamente al Consiglio di amministrazione della multinazionale, per capire bene cos'é accaduto e se riusciamo a creare una prospettiva". Ha infine ringraziato il ministro Di Maio per la sua presenza all'incontro, osservando come tra Regione e Ministero c'é una perfetta sintonia.
Del resto il neo ministro, in uno dei numerosi inviti che ha fatto all'azienda nel corso del confronto, aveva invitato Vanneste a considerare che "la Toscana è una terra di grande cultura sociale e del lavoro". Un appello rimasto, purtroppo, inascoltato.
Di Maio: "Mai vista tanta arroganza"
"Non ho mai visto tanta arroganza da un'azienda, ho assicurato al vicepresidente europeo di Bekaert che siccome non hanno dato nessuna disponibilità a bloccare il piano di mobilità, questo governo si premurerà di andare in giro per il mondo a raccontare la poca attendibilità di questa multinazionale, loro avranno un primo sponsor negativo nel mondo che sarà il governo italiano". Così il ministro Luigi Di Maio al termine dell'incontro al Mise su Bekaert che vuole chiudere lo stabilimento di Figline Valdarno (Firenze) licenziando 318 persone.
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