Secondo concerto in programma per la IX Edizione di Empoli Jazz Festival 2018, ormai diventato un appuntamento fisso dell'estate musicale toscana, con il patrocinio e sostegno del Comune di Empoli e Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni.
Sassofonista e flautista, compositore e arrangiatore; Charles Lloyd celebra nel 2018 il suo ottantesimo compleanno, regalando un’ondata di coinvolgimento e innovazione che lo conferma come un impareggiabile talento dotato di una suprema abilità d’improvvisazione che nel tempo è diventata anche l’effige della collaborazione con The Marvels. L’entusiasmante progetto ha coinvolto lo storico bassista del quartetto Reuben Rogers e la magia della chitarra di Bill Frisell, musicista dalla carriera in costante ascesa da più di 35 anni e un suono con caratteri ormai inconfondibili; tra rock e country, jazz e blues è uno dei chitarristi più vitali e produttivi d’America e tra i più ricercati nella musica contemporanea. Insieme a loro, Eric Harland batterista dalla grande adattabilità e uno stile originalissimo e subito riconoscibile, caratteristiche che lo hanno reso uno dei migliori e più ricercati batteristi della sua generazione.
Charles Lloyd è uno dei pochi grandi jazzisti storici viventi, una figura mitica della scena musicale della West Coast americana. Sassofonista dal timbro personalissimo, porta la sua espressività ad un livello spirituale come nessun altro nella storia del jazz dopo Coltrane. Nel suo vocabolario entrano flauti e strumenti insoliti, e il linguaggio si pone come crocevia tra un jazz libero dalle strutture armoniche tradizionali e il retaggio bop. Charles conosce notevole fama negli anni ’60: prima con Chico Hamilton, poi nel sestetto di Cannonball Adderley. Nel 1966 si mette alla guida di un quartetto (con Keith Jarrett, Cecil McBee e Jack DeJohnette) che lo impone definitivamente: la miscela di pop, free e world music sfonda ben al di là del mondo del jazz (dal vivo la band condivide il palco con Jimi Hendrix, Janis Joplin, i Cream, i Grateful Dead). Nel 1970, Lloyd si ritira dalle scene jazzistiche. Per un decennio le sue apparizioni sono rare e concentrate nel mondo del rock: lo si può sentire coi Doors, i Canned Heat e i Beach Boys. Poi la rinascita, negli anni ‘80, a fianco di Petrucciani, che lo spinge nuovamente verso il jazz. Lloyd vive una seconda giovinezza musicale: nelle sue performances si percepisce una vibrazione che pare l’eco della spiritualità coltraniana, all’interno di un jazz dalla matrice vigorosa e dallo slancio solistico decisamente anticonformista.
Fonte: Empoli Jazz Festival
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