Il grido armeno e il Narek per i primi appuntamenti della Festa del Teatro di San Miniato

Nuovamente si alza ancora il sipario sulla Festa del Teatro di San Miniato, con il cammino che porterà alla messa in scena del Dramma Popolare. domani sera 4 e giovedì 5 luglio alle 21,15 e alle ore 22.30 (2 repliche. si suggerisce la prenotazione), sarà la volta nel giardino de La Cisterna della Misericordia dello spettacolo Narek - Un poema armeno, con la regia di Vahan Badalyan e la Coreografia di Angela Torriani Evangelisti. Si tratta di un lavoro di grande fascino che porta lo spettatore «dentro» un pezzo di cultura di una terra lontana evocata dal «Nareghatsi», scritto negli ultimi anni della vita di Gregorio di Narek, e che é diventato un emblema per la forza e il potere delle sue preghiere, simbolo del grido di tutti gli Armeni, a tal punto da considerare “il Narek” un talismano da tenere sotto il cuscino degli infermi e dei malati. Si narra che al momento del terribile genocidio, ogni Armeno tenesse in tasca un brano delle preghiere di Narek. La folgorazione della sua parola, la folgorazione per la terra e gente d’Armenia, i suoi colori, i suoi artisti (tra cui l’eclettico e poetico Parajanov), sono l’ispirazione per questo spettacolo tra teatro e danza che si snoda attraverso un percorso a quadri, attraverso stanze, scale, anfratti, luoghi del quotidiano dove il testo e la lingua armena, mescolati alla traduzione italiana, possano risuonare nel rapporto ancor più intimo tra umano e divino, nell’univoco sguardo di due culture rivolte al tema del dolore, della colpa, della spiritualità, della rinascita. Temi questi che sono il perfetto filo conduttore di una Festa del Teatro – organizzata dalla Fondazione Idp guidata da Marzio Gabbanini – che ci parla di dramma di altri mondi per accedere negli occhi e nel cuore, con la forza magica del teatro, una nuova attenzione al dialogo quale via maestra per la pace. Un tema che rende questa edizione 72 del festival sanminiatese ancora più importante nel panorama culturale italiano.

Fonte: Fondazione Istituto Dramma Popolare