Prendersi cura, rigenerare e valorizzare i beni comuni di paesi e città coinvolgendo i giovani: questo lo scopo dei 28 progetti vincitori del bando “Giovani e beni comuni”, promosso da Cesvot e finanziato da Regione Toscana – Giovanisì, in accordo con il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale. Grazie ad un finanziamento complessivo di 140mila euro, 98 associazioni di volontariato della Toscana potranno, in sinergia con 130 soggetti pubblici e privati, recuperare e restituire alla collettività beni immobili dismessi, giardini e spazi abbandonati ma anche memorie, tradizioni e saperi andati perduti. Due, infatti, le condizioni poste dal band o: che i progetti sollecitassero il protagonismo giovanile e fossero presentati da un gruppo di almeno 3 associazioni di volontariato in collaborazione con una rete di partner tra istituzioni, amministrazioni locali ed enti non profit (sul sito Cesvot l'elenco completo dei progetti approvati).
“La qualità e orginalità dei progetti finanziati – dichiara Federico Gelli, presidente di Cesvot - dimostra che il binomio ‘giovani e beni comuni’ è senz’altro vincente. Grazie alla capacità di mobilitazione e coivolgimento delle nostre associazioni, tutti i progetti propongono un importante attivismo del mondo giovanile e al contempo percorsi concreti e radicati sul territorio di recupero e valorizzazione di tanti beni comuni, sia materiali che immateriali. E non solo. La gran parte dei progetti selezionati promuovono un’interessante convergenza tra associazioni, enti pubblici e privato sociale a dimostrazione che il volontariato può rappresentare anche un volano di sviluppo locale capace di connettere le persone al territorio”.
Ad ogni progetto è stato concesso un finanziamento di 5mila euro: Siena la provincia con più progetti approvati (6), seguono Firenze, Empoli e Livorno (4). Rigenerazione di immobili abbandonati, recupero del verde urbano e valorizzazione di beni storico-artistici i principali ambiti di intervento dei progetti finanziati. Così, ad esempio, in alcune frazioni del comune di Monte San Savino un progetto andrà a recuperare vecchi immobili dismessi da destinare a “Case di Paese” dove, con la valorizzazione di spazi esterni, promuovere varie iniziative di socializzazione. Altri immobili e spazi verranno recuperati nel quartiere di Saione ad Arezzo, a “La Vela” di Empoli e in località Popolano a Marradi: i volontari delle associazioni, con l’aiuto degli enti locali, si attiveranno per rigenerare aree verdi e strutture coperte, dove realizzare feste di vicinato ed iniziative di animazione che facilitino l’incontro, lo scambio e la solidarietà tra abitanti di uno stesso paese o quartiere.
Rigenerare uno spazio verde significa contribuire al rilancio della vita e della socialità di quartieri e città, come accadrà a Portoferraio, dove verrà recuperato il giardino di via Ninci oppure a Siena con la valorizzazione del Parco delle Mura. E poi a Piombino volontari e cittadini si prenderanno cura del Giardino dell’Arsenale e a Livorno verrà ripristinato il Parco di Colinaia, danneggiato dalla recente alluvione. A Canevara (Massa), invece, sarà recuperato un mulino ad acqua che permetterà di riscoprire e valorizzare anche le tradizioni locali legate al castagno. A Vinci, ai piedi del centro storico, un boschetto sarà recuperato e trasformato in parco cittadino, mentre a Castelfiorentino un sottopasso ferroviario, degradato e vandalizzato, diventerà, grazie alla street art, uno spazio di espressione artistica a disposizione dei giovani della città.
Tanti anche i beni immateriali che saranno tutelati e valorizzati, come le tradizioni contadine o enogastronomiche di un territorio. Così a Massa Carrara verranno recuperati e valorizzati i saperi legati alla coltivazione dei cosiddetti ‘erbi’ e di altri antichi ortaggi autoctoni, come la barba di prete e l’aglio massese. A Capannoli (Pisa) si promoverà la conoscenza degli stradelli di campagna e a Siena sarà restituito alla memoria collettiva un percorso di legalità e impegno civico, come è stato quello del più grande bene confiscato alla mafia nel centro-nord Italia: la tenuta agricola di Suvignano.
Fonte: Cesvot - Ufficio Stampa
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