Il 14 Giugno 2018 il Consiglio Comunale di Castelfiorentino ha approvato il cosiddetto “Daspo Urbano” con il voto contrario del nostro gruppo consiliare "Castello a sinistra". Si tratta della ratifica di una normativa contenuta nel DL Minniti-Orlando, voluto dal PD, durante lo scorso governo Gentiloni.
Proprio l’ex Ministro Minniti, ha affermato che il Daspo Urbano è lo strumento "in grado di declinare le politiche della sicurezza in chiave moderna, democratica, e inclusiva".
In pratica questo strumento riconosce al Sindaco l’autorità di allontanare e poi interdire da luoghi cosiddetti 'sensibili' (stazione, centro urbano, luoghi di culto, ecc.) individui che, secondo il suo inderogabile avviso, sono incompatibili con gli ambienti di cui sopra.
Da ora in poi sia le forze dell’ordine che i privati cittadini, potranno segnalare al sindaco atteggiamenti che reputano non consoni e da reprimere e il Sindaco deciderà liberamente se assoggettare o meno gli individui segnalati al vincolo di “daspo urbano”e quindi all'allontanamento coatto.
Incapaci di affrontare alla radice i problemi della città che amministrano, attraverso l’incremento di politiche sociali a sostegno delle categorie più deboli, strangolati dai debiti e dal vicolo del patto di stabilità da rispettare, i sindaci cercano di ottenere consenso spostando l’attenzione sulla sicurezza dei propri cittadini, nel tentativo inutile di mitigare,ma di fatto assecondare, quella “percezione della paura” amplificata vergognosamente dai media e smentita invece dai dati reali dei reati commessi in Italia.
Oltre a ritenere estremamente ingiusto che un Sindaco possa decidere, senza nessun controllo ulteriore, e senza nessun vincolo, di allontanare degli individui da certe zone, riteniamo che la misura adottata sia inutilee dannosa in quanto, qualora ci fossero persone “moleste” presenti in queste zone sensibili, spostarle altrove non risolverà il problema, lo sposterà semplicemente in luoghi meno in vista, nelle periferie. In buona sostanza è un po’ come voler pulire una stanza buttando la polvere sotto al tappeto.
Chiediamo al sindaco Falorni e alla maggioranza “democratica” come questo provvedimento possa andare in parallelo con la politica di riqualificazione delle periferie tanto sbandierata da questa amministrazione. Di fatto, si manterrà l’attenzione su problemi che appaiono di facile soluzione, perpetuando uno stato di agitazione e insicurezza, cercato e voluto proprio da chi mette la “sicurezza” in cima alla propria lista di priorità.
Inoltre, nutriamo il timore fondato che ad essere sanzionate non saranno solo le persone veramente “moleste” ma anche tutte quelle persone che a causa di scarse capacità economiche e evidenti condizioni di degrado sociale, non saranno ritenute “decorose" per certi ambienti, il tutto in nome di valori morali e di costume che poco hanno a che vedere con la sicurezza.
Alla stessa stregua riteniamo pericoloso anche l’istituzione del "controllo di vicinato", soluzione populista che trasforma zelanti cittadini in “sceriffi” (segnale inquietante quando si delega l’ordine e la sicurezza non a chi è istituzionalmente preposto a tale scopo). Qual’è quindi il confine tra controllo e molestia? Paradossalmente chi venisse ingiustamente “segnalato” potrebbe a sua volta denunciare il suo accusatore!
In buona sostanza invece di sindaci “sceriffi” vorremmo amministratori che si battano contro la riduzione dei fondi dedicati ai bisogni sociali e invece delle città “anti-povero”, che questo decreto vorrebbe creare, delle città dove i poveri non ci sono, perché la miseria è stata finalmente sradicata.
Eleonora Di Martino, gruppo consiliare 'Castello a sinistra'
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