Uno spettacolo teatrale per raccontare il momento più buio della Repubblica. Una ricerca durata anni per fare chiarezza attraverso un nuovo punto di vista
Giovedì 28 giugno alle 21,00 alle Murate, ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti, andrà in scena La Ferita Nascosta (come ho conosciuto Aldo Moro, i suoi assassini e quella foto lì) di Francesco Gerardi, in scena assieme al giovane attore Matteo Campagnol, per la regia di Gigi Dall’Aglio (Produzione: Boxer Teatro di Padova).
Uno spettacolo che nasce da un lungo lavoro di ricerca in stretta collaborazione con la seconda commissione parlamentare d’inchiesta, da poco conclusa, che ha compiuto un enorme passo avanti verso la ricostruzione della verità sul caso Moro. Molte le informazioni inedite che attraversano il racconto e arricchiscono di particolari il contesto in cui è avvenuto il rapimento e le cause che hanno portato alla morte del presidente della Democrazia Cristiana. Quella dell’Estate Fiorentina sarà la quarta tappa del tour dello spettacolo, già rappresentato con grande consenso di pubblico a Pisa, Venezia e Milano.
Capitato per caso sul set di un film su Aldo Moro, il protagonista prova nuovamente il disagio che tanti anni prima, da bambino, viveva alla vista della famosa foto di Moro con dietro la stella a cinque punte. In un clima inizialmente leggero, decide così di raccogliere informazioni sulla storia di quella foto, motivato dall’istinto di volerne sapere di più. In breve tempo, attraverso l’incontro con vari personaggi, si scontrerà con la difficoltà di fare chiarezza, risucchiato nel vortice di una storia dove non è possibile distinguere i cattivi dai buoni e la verità arriva spesso come uno schiaffo in faccia. Si renderà conto che la sua ferita nascosta è la ferita di un intero paese, e a quarant’anni di distanza continua a essere infetta.
L’autore e attore Francesco Gerardi non è nuovo a questo genere di spettacoli. Alcuni anni fa la sua piece sul traghetto Moby Prince ha dato il via alla riapertura delle indagini sulla tragedia avvenuta a Livorno nel 1991. In scena con lui il giovane attore Matteo Campagnol, che esegue anche le musiche dal vivo. Dice Gerardi: “Il lavoro è dedicato a quelli della mia generazione, nati a metà degli anni ’70, troppo piccoli per capire cosa stava succedendo e comunque troppo grandi per ignorare il clima di angoscia che si respirava. I 55 giorni del sequestro Moro hanno lasciato in molti di noi una una ferita nascosta, che dopo tanti anni è necessario curare col racconto e la conoscenza.”
La regia è stata affidata a un maestro del teatro italiano, Gigi Dall’Aglio, storico fondatore del Teatro Stabile di Parma, con alle spalle la messa in scena di oltre 250 tra spettacoli. “Ciò che mi convince di più di questo testo, rivela Dall’Aglio, è questa sorta di deriva autobiografica con cui Francesco tocca vari momenti della sua esistenza. La cosa con cui tutti, sia pure inconsapevolmente, vogliono confrontarsi, in Teatro, dipende infatti da quello che quei fatti hanno depositato nella memoria e quindi nella coscienza di ciascuno.
Abbiamo lavorato dunque per spostare tutte le informazioni vecchie e nuove dall'asse del monologo didattico alla complessità di una testimonianza che si avvale del mestiere del Teatro per scomporre la storia in aneddoti, in confronti dialettici, in momenti di entusiasmo o di depressione e in personaggi vivi che hanno lasciato tracce limpide dentro questa materia sfuggente, persa e riacchiappata continuamente. Vedere per capire.”
“Nel quarantesimo anniversario dell’omicidio di Aldo Moro – ha sottolineato Tommaso Sacchi, curatore dell’Estate Fiorentina – ricordiamo a Firenze la sua figura di uomo politico e statista, la sua prigionia e le indagini che seguirono con uno sguardo particolare, quello del teatro. Le Murate, per decenni luogo di reclusione, sono la location ideale per uno spettacolo quanto mai attuale e che mira a porre nuova attenzione su uno dei principali e drammatici fatti di cronaca della recente storia politica e civile italiana”.
Fonte: Ufficio Stampa Palazzo Vecchio
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