Arte italiana a Vilnius con le collezioni della Fondazione CR Firenze

Una selezione di opere d’arte della collezione della Fondazione CR Firenze, di Banca CR Firenze (Gruppo Intesa Sanpaolo) e di altre istituzioni toscane sarà esposta in una mostra al Museo Nazionale Il Palazzo dei Granduchi di Lituania e rappresenterà di fatto l’Italia nelle manifestazioni per il primo centenario dell’ indipendenza del Paese baltico. L’evento costituisce uno degli appuntamenti più significativi dell’ anniversario tanto che l’ esposizione sarà visitata dal Presidente della Repubblica di Lituania Dalia Grybauskaitė e dal Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. L’ evento è stato presentato stamani alla stampa, nella sede della Fondazione CR Firenze, dalle Istituzioni prestatrici e dai curatori, e in particolare dall’ Ambasciatore della Repubblica di Lituania in Italia Ričardas Šlepavičius, dalla Vice Presidente di Fondazione CR Firenze Donatella Carmi e dal Presidente di Banca CR Firenze Giuseppe Morbidelli, il Console Onorario della Repubblica di Lituania per la Toscana Enrico Palasciano.

 

La mostra, aperta dal 6 luglio al 7 ottobre, si intitola ‘Firenze tra Rinascimento e Barocco. Dalle Collezioni d’Arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e di Banca CR Firenze SpA’ è curata, per la parte scientifica, da studiosi italiani e lituani Emanuele Barletti, Giovanni Matteo Guidetti e Daiva Mitrulevičiūtė e presenta 44 dipinti di cui 32 della Fondazione CR Firenze, 8 della Banca CR Firenze e quattro di altri prestatori: Comune di Grosseto, Diocesi di Firenze, Misericordia di Firenze e Collezione Gianfranco Luzzetti. Tra i maestri più significativi, Beato Angelico, Perugino, Giorgio Vasari, Francesco Furini. L’iniziativa è promossa e organizzata dal Museo Nazionale Il Palazzo dei Granduchi di Lituania sotto l’Alto Patronato dei Presidenti dei due Paesi.

L’obiettivo principale, spiegano i curatori, è quello di proporre al pubblico lituano, su basi scientifiche ma con spirito divulgativo, una sequenza visiva che illustri in sintesi quattro secoli di arte fiorentina, dagli albori del Rinascimento (agli inizi del Quattrocento) ancora intriso di influenze tardo gotico, fino alle più avanzate espressioni barocche del Settecento. Il desiderio è offrire un’immagine ampia della cultura artistica fiorentina che non fosse limitata agli aspetti più conosciuti ma si allargasse anche a quelli meno noti, ma forse non meno importanti. Bicci di Lorenzo, Beato Angelico, Perugino, Giorgio Vasari, Alessandro Allori, Francesco Furini, Giovanni Martinelli, Stefano Della Bella, Mario Balassi, Andrea Scacciati, Francesco Conti, Massimiliano Soldani Bensi, Cesare Dandini, sono alcuni degli artisti presenti in mostra, i quali, nelle varie epoche, hanno portato il loro contribuito al formarsi di una grande tradizione dell’arte italiana che a Firenze trova uno dei suoi capisaldi.

L’idea della mostra è scaturita nel 2016 in seguito ad un viaggio a Firenze dei responsabili del Museo Nazionale di Vilnius che, per l’occasione, hanno avuto modo di visitare il nuovo allestimento permanente della Fondazione CR Firenze creato nell’ambito del Progetto “In Collezione”. Si è così costituito un gruppo di lavoro, coordinato da Giovanni Matteo Guidetti, che ha cercato di selezionare un significativo numero di opere della Fondazione alle quali è stato aggiunto un gruppo di dipinti, funzionali al percorso espositivo, messi a disposizione da Banca CR Firenze e da altri prestatori del territorio.

Non è la prima volta che la Fondazione CR Firenze partecipa ad eventi espositivi all’estero (opere della sua collezione sono state prestate per mostre in Germania e in Giappone) ma è la prima volta che questo avviene con un numero così importante di pezzi, a testimonianza dell’impegno, già avviato da tempo, di tessere relazioni internazionali nel nome di Firenze. Peraltro ciò trova terreno fertile nei confronti della Lituania, dal momento che questo Paese ha intrattenuto nei secoli rapporti di particolare amicizia e di scambi culturali con il capoluogo toscano fin dall’epoca dei Medici, una circostanza questa che certo ha favorito l’attuarsi di un progetto espositivo condiviso.

Nel suo intervento, pubblicato nel catalogo della mostra, il Capo dello Stato Sergio Mattarella sottolinea come le opere esposte, ‘’oltre a costituire una testimonianza importante del patrimonio artistico nazionale, ci aiutano oggi a celebrare e ulteriormente rafforzare le relazioni tra i nostri popoli, cresciute d’intensità, ampiezza e contenuti nel volgere dei secoli’’. ’’Sono certo – scrive ancora il Presidente della Repubblica italiana – che, al di là dello straordinario valore artistico e scientifico dei capolavori in mostra, l’esposizione che inauguriamo, in occasione del centenario della restaurazione dell’indipendenza dello Stato lituano, colga il senso più profondo e importante di questo continuo e fecondo scambio culturale e sociale. Esso è riflesso nelle vicende storiche e artistiche che le opere narrano e testimoniano ed è reso unico dalla comune condivisione del percorso europeo. Un percorso comune di impegno, prosperità e pace al quale Lituania e Italia hanno legato i propri destini, nella consapevolezza che l’indispensabile salvaguardia della dimensione nazionale di ciascun popolo dell’Unione non possa prescindere dalla costruzione e dal rafforzamento della casa comune europea’’.

‘’Questa esposizione – ha detto l’Ambasciatore della Repubblica di Lituania in Italia Ričardas Šlepavičius – costituisce un evento culturale tra i più significativi dell'anno che celebra il centenario della Rinascita dello Stato Lituano. E’ un risultato importante che ha visto le principali Istituzioni italiane e lituane lavorare insieme  in modo esemplare. Siamo certi che l'iniziativa incontrerà il successo di pubblico che merita, in un  ambito sempre più stretto di collaborazione tra i nostri due Paesi’’.

‘’Siamo orgogliosi di rappresentare l’Italia in questa importante occasione – ha scritto nell’introduzione al catalogo il Presidente di Fondazione CR Firenze Umberto Tombari - in un Paese giovane e molto attivo come la Lituania. Una realtà fortemente orientata all’indagine scientifica e tecnologica, ma anche dotata di una vasta e ricca tradizione culturale che si intreccia con quella fiorentina, ponendo le basi di una straordinaria memoria storica che permane e che, anzi, contribuisce a rafforzare questo contesto’’.

“Il tema della mostra è quanto mai appropriato – ha dichiarato il Presidente di Banca CR Firenze Giuseppe Morbidelli - ove si tenga conto che gli studi convergono nel ritenere che sia stato proprio il Rinascimento a inaugurare una identità culturale europea, non priva di sfaccettature ma tuttavia, malgrado la presenza di stati nazionali e di tanti conflitti, riconoscibile come unitaria o comunque intrisa di significativi momenti di omogeneità”.

‘’Mi piace sottolineare il luogo della mostra – ha evidenziato l’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori - un Paese di forte radicamento cristiano e di un diffuso culto mariano. Sono elementi, questi, legati alla difesa di profondi valori religiosi che hanno contribuito nei secoli alla costruzione di una forte identità nazionale, la quale ha saputo mantenersi integra attraverso tutte le traversie storiche e le dure prove a cui il suo popolo è stato sottoposto’’.

‘Mi auguro che questa mostra – ha precisato il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna - sia propizia di occasioni per sviluppare la conoscenza reciproca e far capire quanto la nostra Toscana sia ricca di città e luoghi, come Grosseto, che vivono e crescono nella salvaguardia e valorizzazione delle proprie tradizioni civili e culturali all’interno della grande casa europea’’.

‘’E’ la prima volta – ha dichiarato Giovangualberto Basetti Sani, Provveditore della Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze - che varca i confini italiani il quadro proveniente dal nostro museo. Mostra l’immagine dolce della Madonna che si relaziona col Figlio e San Giovannino (patrono quest’ultimo della Città di Firenze) di Giovanni Antonio Sogliani e auspico vivamente che sia veicolo per trasmettere valori di bellezza, pace e amore fraterno’’.

‘’Mi ha fatto molto piacere – ha detto l’antiquario Gianfranco Luzzetti - concedere il disegno di Carlo Dolci con l’immagine della Madonna in Gloria, perché so quanto i Lituani siano attaccati al culto mariano e anche perché Carlo Dolci è un artista conosciuto in Lituania per aver eseguito una sacra immagine del loro Patrono nazionale, San Casimiro’’.

Firenze e Vilnius,
una forte relazione che risale al Medioevo

Risale al Medioevo la forte relazione tra Firenze e Vilnius. E passa anche attraverso le reliquie dei santi che allora erano un buon veicolo per alleanze politiche e pacificazioni sociali. Il Granduca Cosimo III, ad esempio, in uno dei momenti più intensi dei rapporti tra Firenze e la Lituania, era assiduamente impegnato a raccogliere reliquie sia di santi toscani che, in particolare, di santi di origine reale. Così, nel 1676, prese contatti con il Vescovo di Vilnius Nicola Stefano Pazz per poter avere una reliquia di San Casimiro, patrono della Lituania, che ottenne nel 1679 dopo alcune iniziali risposte negative: si tratta infatti di una reliquia importante, per dimensioni (il femore del Santo) e rarità (esistono infatti poche reliquie  e molto ridotte) a testimonianza dell’importanza dei legami economici, culturali e politici che legavano Vilnius a Firenze.

La reliquia, estratta dalla scatola di ambra che la conteneva, anch’essa di rara bellezza, è attualmente conservata ed esposta al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti. Fu inserita in un reliquiario di eccellente fattura appositamente realizzato dall’argentiere di corte Massimiliano Soldani Benzi, attualmente conservato ed esposto presso il Museo delle Cappelle Medicee nella Basilica di San Lorenzo e temporaneamente in prestito al Museo della Chiesa di Vilnius dove rimarrà fino a metà Settembre. In precedenza, nel 1670, lo stesso Cosimo III aveva commissionato a Carlo Dolci (Firenze 1616-1686) un’immagine di San Casimiro per la sua camera da letto, oggi conservata alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Nel 1682, lo stesso Granduca volle donare, a sua volta, al Vescovo di Vilnius la reliquia di un dente della mistica carmelitana fiorentina Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, racchiuso in una preziosa custodia d’oro, smeraldi e diamanti.

La tradizione lega questo stretto rapporto tra i due popoli anche nella possibile origine dalla nobile famiglia fiorentina de’ Pazzi, della famiglia Pacai, una delle più potenti dell’aristocrazia lituana, estintasi alla metà dell’ Ottocento.

 

Fonte: Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze - Ufficio Stampa

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