Gioco del Ponte: dopo il targone ligneo da parata di fine ‘700 della magistratura dei Dragoni e la bandiera del’ 700 in seta di Orly raffigurante il cinghiale della magistratura di Sant’Antonio, Pisa ha recuperato altri due reperti. Si tratta di due targoni storici, uno del San Marco del 1785 e l’altro del Sant’Antonio del 1807. «Sono stati ritrovati nelle cantine dell’Abbazia di San Savino a Montione, sospesi per due secoli ad una trave di un soffitto di un locale asciutto e ottimamente areato» racconta Fausto Trivella. «Si tratta di una coppia di “targoni” da combattimento delle squadre impegnate nel Gioco del Ponte del periodo Granducale del XVIII e XIX secolo» spiega Antonio Pucciarelli nella sua descrizione che riportiamo sotto integralmente. L’assessore al patrimonio del Comune di Pisa ringrazia «la famiglia Trivella che ha deciso di metterli a disposizione del Comune». «Li esporremo alla mostra in corso alla Cittadella e durante il corteggio storico del 30 giugno» continua l’assessore alle manifestazioni storiche.
Il periodo storico - L'insediamento del nuovo Granduca significò una brusca interruzione della periodicità triennale di svolgimento. Durante il suo regno esso ebbe luogo solamente tre volte: nel 1767, nel 1776 e nel 1785, data che segna, per così dire, la sua fine, se si considera l'edizione del 1807, come di fatto lo fu, un avvenimento unico e destinato a non ripetersi. Attenendoci a quanto descritto da Ranieri Borghi nella sua “Oplomachia Pisana” del 1713, le armamenta offensive per le squadre che combattevano nel Gioco del Ponte, erano i targoni; uno strumento di tavola grossa un quindicesimo di braccio, lungo un braccio, e due terzi in circa, alla cima più largo d’un terzo, e al fondo da un sesto di braccio, che si maneggia per mezzo di due manichi; ed è lavorato nella forma, che rappresenta la figura. I targoni, ideati e utilizzati esclusivamente per il Gioco del Ponte, denotano con chiarezza la loro appartenenza alla Città di Pisa, poiché risulta facilmente individuabile la caratteristica dei targoni originali dell’epoca, non solamente per la tecnica mista di pittura ad olio, ma grazie alle regole di conformità imposte dal Commissario Granducale di Pisa che, per vietare un uso di strumenti impropri nella Battaglia del Ponte, a far data dal 1761, decretò di apporre una conformità su tutti i targoni , tramite un marchio a fuoco.
Le caratteristiche tecniche - I due targoni appartengono a questa tipologia di arma da botta, la loro forma, la loro decorazione con i loro colori, li riconoscono spettanti, uno alla squadra del San Marco nel gioco del 1785 e l’altro, datato 1807, alla squadra di Sant’Antonio. Costruiti in legno di pioppo, di misure di circa cm 108 x 23 e peso che, non superi le 5 libbre (fra Kg 2,400 e 2,800) recano entrambi sul retro, i sigilli di omologazione impressi dal Commissario Granducale di Pisa, rappresentati da un cerchio contenente le lettere AVC (Auditore Vicario Cercignani e la data 1785 per quello del San Marco, mentre quello del Sant’Antonio, la data dell’anno 1807 è sottoposta alle lettere VMN (Viviani Marchese Nicolò, il Governatore Militare e Civile della città di Pisa), sormontata da una corona. Il Targone del San Marco presenta un dipinto su campo ocra che richiama l’impresa di un leone alato che impugna una spada, poggiante su un libro aperto. E’ presente un ornato con volute floreali sormontato da un motto: ‘Forte e duro’. Il retro presenta ancora intatte le due maniglie di impugnatura. Il Targone del Sant’Antonio presenta un dipinto a tralci fogliati ocra su campo carminio che ospita un verro galoppante di tinta scura, mentre all’estremità più ampia è inserito uno stemma ovoide inquartato nei colori nero e bianco. Nel retro sono presenti le due maniglie di impugnatura.
Il significato storico e il ritrovamento - Per la loro datazione, risultano reperti di notevole interesse culturale e storico per la nostra città ed il nostro Gioco del Ponte, infatti quello datato 1785 rappresenta l’anno in cui il Granduca, a seguito dell’imposizione sulla nuova tipologia di arma che voleva imporre per il combattimento, ne vietò a seguire, l’esecuzione, mentre quello del 1807, dopo 22 anni di interruzione, segna l’anno vero e proprio della fine del Gioco stesso. Il loro discreto stato di mantenimento è dovuto principalmente alla casuale modalità di conservazione che li ha visti sospesi per oltre due secoli ad una trave di un soffitto di un locale asciutto e ottimamente areato posto nelle cantine dell’Abbazia di San Savino a Montione, dove sono stati rinvenuti nella metà del 1970 dalla famiglia Trivella di Pisa, allora proprietaria del complesso abitativo. E’ grazie agli attuali eredi, che oggi i due targoni torneranno ad essere fruibili alla visione di tutti i pisani andando ad implementare la mostra del “Gioco dei Signori Pisani” dopo esser presentati alla città con una soluzione del tutto spettacolare, durante il corteo della prossima edizione del Gioco del Ponte del 30 giugno.
Fonte: Comune di Pisa - Ufficio Stampa
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