"I costi del crollo del lungarno Torrigiani, fra i 7 e gli 8 milioni di euro, non ricadranno nelle bollette dei cittadini, secondo l'assessore Perra, che vigilerà su Publiacqua perchè ciò non accada". Lo afferma Miriam Amato, consigliera aderente a Potere al Popolo, dopo la risposta avuta al suo question time in Consiglio Comunale sui costi del crollo del 26 maggio del 2016 dopo l'archiviazione dell'inchiesta da parte della magistratura, che ha stabilito che non c'è alcun colpevole e responsabile della vicenda. "Sempre secondo l'assessore - aggiunge la consigliera - se anche Publiacqua dovesse presentare all’Autorità Idrica della Toscana la richiesta di conguaglio delle fatturazioni per i costi inerenti la voragine del Lungarno Torrigiani, sarebbe la conferenza territoriale, presieduta dallo stesso assessore, a vigilare e quindi a respingere la richiesta di Publiacqua e quindi non sarebbero gli utenti a pagare, ma le assicurazioni". La consigliera ricorda tra l'altro che il presidente di Publiacqua Vannoni, ascoltato in Commissione Controllo il 25 luglio 2017, aveva affermato che non c'era certezza che i costi, 7-8 milioni di euro, non potessero finire nel 2018 nelle bollette degli utenti. "Ma intanto è l'amministrazione comunale ha introitare i dividendi 2017 di Publiacqua - sottolinea Amato - ben 3.899.701,42 euro dei 18 milioni stabiliti all'assemblea dei soci del 16 maggio scorso e anche quest'anno i dividendi sono stati aumentati, visto che la proposta iniziale era di 16 milioni, ma i soci pubblici e privati non si negano l'occasione di guadagnare di più". "Peccato che per legge le manutenzioni della rete idrica devono ricadere in bolletta - spiega la consigliera - e questo rende ancora più amara l'archiviazione dell'inchiesta sul lungarno Torrigiani e rimane una dispersione del 41% di acqua per le tubature vetuste ma con le bollette più care d'Italia", conclude Amato.
Fonte: Ufficio Stampa
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