Gli uomini della Polizia di Stato – nello specifico 48 Squadre Mobili tra cui quelle di Pisa, Pistoia, Grosseto, Massa e Lucca – a partire dalle prime ore della mattina del 13 giugno 2018, hanno effettuato 78 perquisizioni in tutto il territorio nazionale – in esecuzione del decreto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna - nei confronti di altrettante persone, residenti in diverse località della penisola, tutte indagate di acquisto di armi per corrispondenza, nonché per detenzione illegale di armi comuni da sparo/armi clandestine, reati commessi fra il 2016 ed il 2017. Gli indagati avevano acquistato dalla Polonia armi ad aria compressa con potenza superiore ai limiti consentiti dalla legge italiana per la libera vendita, ovvero superiore a 7,5 Joule, considerate quindi secondo la legislazione vigente, armi da fuoco.
I FATTI
I fatti sono cominciati nel settembre 2016, quando gli uomini della Squadra Mobile e della Sezione Polizia Postale e delle Telecomunicazioni di Enna, erano venuti a conoscenza del fatto che un ennese aveva acquistato svariati prodotti da negozi on-line, fornendo dati di pagamento di carte di credito rivelatesi essere clonate.
La merce è stata intercettata a Centuripe. P. V. è stato scoperto mentre ritirava dal corriere merce truffata, oggetto della denuncia di un commerciante. Nella perquisizione in casa dell'uomo è stata trovata altra merce di apparente provenienza illecita, per lo più acquistata on line . Tra questa anche un fucile ad aria compressa di fabbricazione turca, cal. 22 (5,5 mm), completo di munizioni, nonché un cannocchiale di precisione per fucile, il tutto acquistato presso una società avente sede in Polonia.
L'uomo è stato arrestato per ricettazione di merce provento di truffa e detenzione di arma clandestina. Gli agenti sono risaliti alla provenienza dell'arma, acquistata online da un sito polacco ed inviata tramite corriere sul territorio nazionale.
È stato emesso un ordine europeo di investigazione, richiesto dalla procura di Enna, per conoscere come queste armi avevano fatto ingresso in Italia. Sono state fornite 81 fatture di acquisto da parte di persone italiane, poi identificate con il coordinamento delle squadre mobili di Enna e del territorio.
Complessivamente, nel corso delle operazioni, sono stati ottenuti i seguenti risultati:
- eseguite nr. 78 perquisizioni, identificando oltre 90 soggetti;
- denunciati nr. 78 soggetti, a vario titolo, perché trovati in possesso di armi illecitamente acquistate, a carico dei quali si è proceduto alla contestazione di reato per la violazione di cui all’art. 17 L. 110/75 (acquisto di armi per corrispondenza), nonché a quella del reato di omessa denuncia della detenzione armi di cui all’art. 38 T.U.L.P.S, nonché detenzione di arma clandestina e/o arma comune da sparo;
- sequestrate nr. 92 armi, di svariati modelli, di fabbricazione straniera, ed in particolare nr. 80 carabine e nr. 12 pistole ad aria compressa.
Inoltre, per le armi sequestrate è in corso l’approfondimento degli accertamenti per verificare se le stesse risultino catalogate/verificate nel Catalogo Nazionale Armi, ed appurarne quindi la natura clandestina. Nella provincia di Pisa, sono state eseguite due perquisizioni a carico di due soggetti ritenuti responsabili di acquisto di armi per corrispondenza.
Fra i riscontri degni di maggior attenzione occorre menzionare quello svolto dalla Squadra Mobile di Rimini, la quale ha trovato a casa di un unico soggetto n. 15 fucili ad aria compressa, di potenza verosimilmente superiore a 7,5 Joule, tutti dotati di mirino ottico, nonché un vero e proprio poligono privato nel giardino.
Nell’operazione sono stati impiegati oltre 500 poliziotti su tutto il territorio nazionale.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, ha coordinato brillantemente le indagini, nella persona del Procuratore Capo della Repubblica dott. Massimo Palmeri e del Sostituto Procuratore Dr. Francesco Lo Gerfo, ed ha illustrato l’attività di indagine nel corso di una Conferenza stampa tenutasi stamane, presso l’Auditorium Falcone e Borsellino del Palazzo di Giustizia di Enna.
Perfetta si è rivelata la sinergia operativa nell’occasione tra gli uomini delle varie Squadre Mobili che hanno operato, coordinate dal Servizio Centrale Operativo.
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