Dal consueto valzer di nuove nomine che la Curia Fiorentina annuncia di questi tempi per realizzarlo poi a settembre, spunta una gran bella notizia per la chiesa empolese: don Renato Bellucci torna a casa. Il nostro concittadino, che negli ultimi venti anni ha svolto il suo incarico nella parrocchia di Quarate, non solo torna a Empoli ma andrà nelle parrocchie di Avane, Pagnana e Riottoli, ovvero quelle del compianto Don Renzo Fanfani. Il Cardinal Betori, nel prendere questa decisione, ci ha visto decisamente giusto perché mai successione fu più azzeccata.
Chi conosceva don Renzo e conosce don Renato non può infatti fare a meno di trovare fra i due numerosi punti di contatto. L’empolesità, anzitutto (anche se don Renzo fu empolese di adozione in quanto nato a Firenze), poi la semplicità, il saper stare fra la gente per ascoltarla e comprenderne i problemi dando una mano non solo spirituale nel trovare una soluzione, la capacità di rendere la parola di Dio semplice ed accessibile a tutti.
Per capirlo non serve tanto, basta andare a seguire la Santa Messa nel piccolo paese di Quarate a sud di Firenze per toccare con mano quanto la gente gli voglia bene e come si tratti di uno di quei preti che alla Chiesa fanno un gran bene. Non è certo un caso se molti empolesi erano pronti a stare mezz’ora abbondante in macchina il mercoledì dopo cena anche in pieno inverno pur di andare ad ascoltare la sua Messa.
Quella di don Renato e della sua conversione è una storia particolare. "Lavoravo in ufficio alla Cooperativa Empolese Vetrai – ricorda – ed ero un ateo accanito. Mi ritrovai per caso a seguire degli incontri settimanali in una parrocchia e, quando decisi di intervenire per dire la mia opinione, mi uscirono parole che non volevo dire. Ne rimasi turbato e, quando poi partecipai al ritiro di fine corso, nel momento in cui Don Guido Engels, l’attuale Proposto di Empoli, iniziò la Messa capii quale era la mia strada".
La conversione era fatta e l’allora Renato Bellucci, grande amico di un altro amatissimo parroco come don Bruno Bandinelli, entrò in seminario iniziando la strada per mettere prima del suo nome la parola don. Dopo un’esperienza alla Chiesa di San Martino di Don Paolo col Cammino Neocatecumenale dal quale poi si staccò, ecco le esperienze post-seminario nelle parrocchie di San Piero in Palco e Maria Ausiliatrice a Novoli, preludio dell‘incarico a Quarate.
"Pochi giorni prima del mio arrivo il parroco era uscito di chiesa coi Carabinieri – prosegue – alla messa di Natale c’erano due persone, quindi non mi aspettava un compito facile. Decisi di seguire l’esempio di San Francesco che prima costruì la chiesa e poi si curò dei fedeli, che pensava alle persone e non ai soldi. Quindi lavorammo sulla parrocchia e sul far conoscere la Bibbia, la parola di Dio".
Don Renato apre la sua chiesa a tutti i movimenti ("per prendere da ognuno quanto di buono ha"), cerca di aiutare le persone nel trovare la propria strada ("anche se questo mi ha portato a volte come conseguenza il perdere chi mi dava una grossa mano") e con lui il piccolo paese ritrova un punto di riferimento dopo i mille problemi, tanto che la chiesa torna ad essere gremita e ricca di iniziative.
E ora il ritorno a casa. "A Riottoli feci il catechismo nel 1988 e conosco bene queste parrocchie come conoscevo don Renzo che nel 1977 mi mise a disposizione la sua officina dove davo sfogo alla mia passione per le automobili. Sono molto contrastato perché sono felice del nuovo incarico ma lasciare dopo venti anni Quarate non sarà facile né per me né per i parrocchiani". Ma, ormai, il Cardinal Betori ha deciso e gli empolesi ne sono felici. Bentornato a casa Don Renato.
Marco Mainardi
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